Capitolo 1

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La missione doveva essere semplice: entrare nel laboratorio e prelevare i campioni del siero, lo stesso che mi potenziò nella Seconda Guerra Mondiale. Qualcosa però non quadrava. Niente guardie, niente sistemi di sicurezza. Tutto troppo semplice. Anche Bucky capì che qualcosa non andava, ma non rilevò alcuna presenza nell'edificio con gli occhiali termici. I nostri dubbi non furono però vani. L'enorme portone del laboratorio si chiuse e neanche il mio scudo lo scalfì.

«Dannazione! Steve, siamo nei guai.» disse Bucky con tono sarcastico.

«Perché, hai un appuntamento?» risposi.

«In effetti si e sai benissimo che la Vedova non tollera ritardi.»

Dalle bocchette dell'aria iniziò a entrare del fumo verde, sapevamo che poteva essere veleno, ma non ne sentì l'effetto a differenza di Bucky che dovette usare una maschera anti-gas.

Improvvisamente però una delle finestre si frantumò ed entrò un piccolo oggetto rotondo. Pareva una delle bombe in dotazione a Bucky quand'era il Soldato d'Inverno, invece si rivelò una specie di proiettore dal quale spuntò l'ologramma di una mia vecchia conoscenza: il professor Abraham Erskine.

Com'era possibile? Dopo aver conosciuto alieni, Dei e mostri di ogni tipo, credevo di averle viste tutte.

«Steven, giù!» gridò l'ologramma.

Ci salvò. Quando alzammo lo sguardo, non potevamo credere ai nostri occhi. Dall'enorme portone, aperto grazie all'esplosione di un ordigno, entrò un'altra vecchia conoscenza, meglio nota come Teschio Rosso. Ma quando tentai di attaccare, il professore mi fermò e quello che credevo Teschio Rosso "mutò", rimpicciolendosi, cambiando completamente aspetto. Mutò in una ragazza dai lunghi capelli neri e gli occhi azzurri come il cielo estivo. A prima vista pareva un'agente dello SHIELD, invece sembrava prendere ordini direttamente da Erskine.

«Il computer di destra, Professore?»

«Si! Salva tutti i dati possibili e andiamocene, prima che la H.Y.D.R.A. si accorga di noi.»

Bucky non lo conosceva, perciò non mi sorprese il suo sospetto, io però il professore lo conoscevo molto bene.

«Professor Erskine, ma cosa...?»

«Tempo al tempo, Steven. Appena riusciamo a salvare tutti i dati H.Y.D.R.A. contenenti in questa base, ti spiegherò ogni cosa.» disse frettolosamente Erskine.

Bucky guardava me insospettito, ma non riusciva nemmeno a non guardare quella ragazza in azione.

Dall'esterno iniziarono ad arrivare uomini armati. Bucky non fece tempo a tirare fuori l'arma: la giovane gliela tolse di mano e li uccise, colpendoli dritti in mezzo agli occhi. Una mira perfetta e una velocità sensazionale. Rimanemmo di stucco. Mai vista una persona così veloce, a parte Pietro Maximoff, naturalmente.

«Signorina Barnes, faccia presto!» esclamò il Professore.

Ci guardammo in faccia e pensammo a un caso. Insomma, non sarà mica l'unico Barnes in tutti gli USA. Poi capimmo che la situazione era più intricata di quanto si potesse pensare.

«Crossbones sta arrivando. Il nostro uomo-burger non dovrebbe mettere in salvo questi due?» disse lei, prendendo una radio. «Wade, dove diavolo sei finito?»

«Bambolina abbi pazienza, qui ci sono dei tizi tanto simpatici che desiderano giocare con me.» rispose la voce.

Subito dopo due uomini furono scaraventati nel laboratorio tramite le pareti in vetro.

Entrò nella stanza questo tizio al quanto strano, ma come potevo giudicarlo proprio io che indosso una tuta azzurra? Una tuta aderente rossa, un cinturino in vita contente due grosse pistole e due katane sulle spalle. Ne atterrò altri tre corsi verso di lui come se fosse un gioco: una volta atterrati si divertiva a disegnargli cose oscene sulla faccia e li privava delle armi.

«Wade, porta in salvo il Capitano Rogers e il Sergente Barnes.» ordinò la giovane.

«Sono supersoldati, tesoro. Possono fottersi e salvarsi il culo da soli. Aspetta. Sergente Barnes?» si voltò verso Bucky riponendo le armi. «Cazzo, bambola! Sei te senza quel fantastico davanzale!»

Erskine s'intromise facendo notare che l'edificio si stava riempiendo si uomini armati fino ai denti. Non ce la feci più a rimanere con le mani in mano e Bucky nemmeno, così iniziammo ad atterrare anche noi qualche uomo per permettere alla situazione di concludersi. Nel frattempo Bucky si mise in contatto con Natasha che ci attendeva sull'Helicarrier.

«Qui Barnes! Chiedo operazione di recupero immediata!»

«Hai paura di fare tardi per la cena, James?» rispose Natasha.

«Forse dovremo rimandarla! Abbiamo un piccolo problema!»

Come fecero, non lo capii, ma Erskine, la ragazza e quello strano tipo si erano inseriti nella nostra rete di comunicazione.

«Signorina Romanoff, ci attenda a lato est dell'edificio! Vedrà certamente un'enorme vetrata!» esclamò Erskine.

Natasha non capì con chi stesse parlando, ma volle fidarsi, e sappiamo tutti che Romanoff non si fida di nessuno.

La ragazza fece cenno di aver recuperato ogni file utile contenuto nel laboratorio, recuperò il proiettore di Erskine, che si spense, e dopo aver atterrato un altro uomo ci indicò l'uscita. Lì capimmo perché il professore indicò il lato est dell'edificio. Iniziammo a correre come il diavolo, Wade prese in braccio la sua partner, che colpì la vetrata con qualche colpo di pistola, e tutti e quattro assieme ci buttammo di sotto. Natasha era già in posizione e finimmo dritti all'interno dell'Helicarrier.

Wade esultò come un bambino appena sceso dal suo primo giro sulle montagne russe. Natasha, io e Bucky ci guardammo, non capendo che cosa esattamente stesse succedendo, chi fossero quegli individui e come facessero a sapere della nostra presenza nell'edificio.

«È stato uno sballo. Rifacciamolo!» esclamò, tra le ghignate della giovane e i nostri volti sempre più confusi.

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- EXTRA SCENE

Coulson entrò nella sala controllo della base SHIELD, affiancato da Daisy e May. Gli Avengers erano quasi tutti incollati agli schermi, interessati a quella ragazza tanto bella e micidiale.

«Qual è la situazione? Qualcuno mi metta al corrente.» disse.

«Oh, Direttore Coulson, è sempre un piacere vederti in mezzo a noi comuni mortali.» rispose sarcasticamente Stark. «Il Capitano e il suo amante metabionico sono appena stati recuperati da Romanoff... assieme ad altri due individui del quale non consociamo l'identità.»

Coulson non fece una piega e si voltò verso May che sorrise.

«È tornata.» esclamò May.

«E rimarrà.» concluse Phil.

Captain America: Mrs BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora