Introduzione

28 1 0
                                    

Suona la sveglia, mi alzo, guardo per abitudine fuori dalla finestra, di mattina presto è tutto così diverso,vado in bagno, mi sciacquo velocemente la faccia e corro in cucina a fare colazione, poco dopo di me si alzano anche i miei genitori, sono nato in una famiglia di media disponibilità economica, mia madre non si separerebbe mai da me, mio padre invece ha ottime prospettive per il mio futuro, per questo mi ha fatto lasciare la scuola quì in Italia per poi iscrivermi in un college di New York, roba da niente insomma. Penso velocemente se sono pronto o meno, lo zaino colmo di libri e di auricolari, la musica é sempre di vitale importanza, la valigia piena di vestiti e il mio iphone, sembra esserci tutto. <Tesoro! Mi raccomando porta qualcosa da mangiare, il viaggio è lungo.> Mi dice mia madre, <Mamma, quante volte ti ho detto di non chiamarmi così? Ho 17 anni e poi Dylan può bastare.> le rispondo, <Va bene, ma sappi che non mi ci abituerò mai.> mi dice sospirando. Saluto mio padre e prima di andar via abbraccio entrambi, <So che non sarà facile non dovermi più sopportare, ma in fondo è solo un anno scolastico, a New York starò da Dio, ciao, appena arrivo mi faccio sentire.> Con un po' di amarezza, chiudo la porta di casa e scendo in strada in cerca di un taxi che mi avrebbe condotto all' aereoporto. Il viaggio è abbastanza lungo ma chiudo gli occhi e con le cuffiette nelle orecchie riesco a superare gran parte del tempo. Ogni mese i miei genitori mi invieranno dei soldi, per pagare l' affitto, le tasse scolastiche ed una parte di questi posso spenderli a mio piacimento. Scendo dall' aereo e uscito dall' aereoporto, decido di arrivare camminando al mio appartamento, è abbastanza lontano ma colgo l' occasione per osservare com' è la vita quì a New York, durante la camminata non trascuro alcun dettaglio, ho sempre sognato di essere qui, ed ora che ci sono non mi sembra reale. Arrivato al mio appartamento entro dalla porta di legno che scricchiola, risalgo le scale ricoperte interamente da una moquette polverosa, arrivo al primo piano dove si trova la mia stanza e apro la porta, niente di che, una cucina abbastanza piccola, il letto che occupa gran parte della stanza ed un bagno molto piccolo con una doccia, la finestra affianco al letto riesce a far filtrare un minimo di luce ma è già tanto che ci sia, la lascio aperta per cambiare aria e vado a fare una doccia, quì è ancora giorno per via del fuso orario ma io distrutto metto il pigiama e vado a letto.

Now You Know.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora