UNO

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24 marzo 2000

"Papà!" gridai con tutta la forza che poteva avere una bimba di 2 anni.
"Arrivo subito principessa!" rispose lui di rimando.
Ero seduta sul mio lettino in una cameretta tutta rosa.
Pochi giorni prima la mamma voleva che la ridipingessimo.
Ma a me faceva altamente schifo il rosa...
"Allora... Ti piace?" mi chiese mio padre entrando.
"La detesto! Io ho chiesto molto chiaramente di dipingerla di rosso scuro!" risposi a braccia conserte.
Lui mi fece sedere sulle sue gambe e dopo avermi rinviato i capelli dietro l'orecchio mi disse "Ma tutte le bambine hanno la cameretta rosa"
"Si ma io sono Avril Lavigne non tutte le bambine!" risposi.
Lui sospiro' e poi dopo averci pensato un po su disse "Hai ragione... Magari domani mi aiuti tu a dipingerla come più ti piace... Okay?"
Io gli misi le braccia dietro il collo e lo abbracciai fortissimo ringraziandolo.
"Possiamo andare a suonare?" gli chiesi faccendo gli occhioni dolci. Sapevo che mio padre non sapeva resisterci...
"E va bene... Ma non la chitarra perché i vicini si sono lamentati l'ultima volta"rispose.
"Ma non possono semplicemente farsi i fatti loro? Perché devono sempre romperci le scatole?"Dissi sbuffando.
"Ma lasciali perdere! Un giorno quando diventerai una cantante famosa,verrai qui e con la tua bella e fiammeggiante chitarra elettrica suonerai così forte da rompergli tutti i vetri delle finestre!" disse.
Io risi fino a farmi venire le lacrime agli occhi.

Scendemmo nel salotto e cominciammo a suonare.

"Ma la piantate?! C'é gente che sta lavorando qui!" urla il vicino.
"Ma vai a cagare stronzo!" gridai.
"Ohhh questa é mia figlia!" disse papà  baciandomi la fronte.




"Avril,andiamo a dormire che é tardi!" disse mia mamma mentre ero seduta sul divano a guardare la partita di hockey con mio padre.
"Ma mamma! Ci sono gli Hershey Bears!" ribattei.
"É tardi! Domani devi andare all'asilo..." rispose.
"Uffa! Io voglio Vincent!" dissi imbronciata.
"Dai non farmi ammattire!!"
Mio fratello Vince scese dalle scale a causa di tutte quelle grida.
"Dai,Avril vieni con me" disse prendendomi per mano e portandomi nella sua cameretta.
Ci sdraiammo sul lettino e abbracciati ci addormentammo.

Il giorno dopo:

"Mamma io non lo metto il vestito!"mi lamentai con le braccia conserte.
"Ma se ti sta benissimo!" replicò lei.
"Si ma io non lo metto! Metto i jeans e una maglietta!"
"Fa come ti pare!"
Mi aiutò ad infilarmi i jeans chiari e una maglietta azzurra con dei disegnini.
Infine mi pettino' i lunghi capelli biondi e mi portò in cucina a fare colazione.
Li seduti trovai mio padre e Vince.
Mio fratello aveva 2 anni in più di me.
Io e lui eravamo legatissimi.

Mangiai il mio solito latte caldo con i biscotti e poi io e mio fratello prendemmo i nostri zainetti e nostro padre ci portò a scuola.




Ero seduta in mensa al mio solito tavolo tutta sola e stavo mangiando il mio piatto di pasta.
Non avevo amici poiché ero la bambina più stronzetta che esistesse.
Una bimba dai capelli corti marroni e gli occhi azzurri mi si avvicinò.
"Ciao!" mi disse
"Ciao..."
"Posso sedermi con te?"
"Ehm... Certo"
Si sedette e cominciò a mangiare anche lei.
Restammo in silenzio fino a quando quel cretino di Adam non si avvicinò al.nostro tavolo.
"Ehi Lavigne! É tua quella chitarra laggiù ? Perché per sbaglio potrei avertela rotta" disse ridendo.
Io mi infuriai e gli saltai al collo cominciando a colpirlo.
Ma la bimba del.mio tavolo mi fermò dicendo "No! Non devi tirargli i pugni..."
Io alzai un sopracciglio e lei continuò "...devi prenderlo a calci in culo!"

Così con l'aiuto della mia nuova amica gli facemmo il culo viola.
La.maestra ci mise in punizione nello sgabuzzino del bidello.
Mentre eravamo li dentro le chiesi"Come ti chiami?"
"Mary. Tu?"
"Avril"
"Bene Avril... Penso che io e te diventeremo grandi amiche"
"Lo credo anche io" risposi.
Così rimanemmo tutto il.pomeriggio a parlare e a raccontarci della nostra famiglia.

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