Capitolo 3

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Carol era disperata: perché la sua bambina non era lì con lei, a farsi stringere?

Tutti si zittirono, smisero di mangiare. La tensione era palpabile e certi sguardi iniziarono a volare da Carol a Daryl, cercando di non farsi notare troppo.

Rick le pose una mano sulla spalla, voltandola verso di lui.

"Carol, forse è stata la botta. Tra poco ricorderai" lo sceriffo non sapeva bene cosa dire: Carol avrebbe ricordato di lì a poco o le avrebbero dovuto infliggere il dolore di dirle che sua figlia era morta? E come, nel qual caso?

Carol scosse il capo, mentre il respiro le diventava sempre più irregolare.

"Dimmi cos'è successo alla mia bambina!" iniziò a urlare, cercando di allontanarsi dalla presa di lui.

Rick però la tenne ferma fino al silenzioso arrivo di Daryl: le prese le spalle e la tenne ferma, dicendole che prima doveva calmarsi. Carol sembrava non sentire e iniziò ad agitarsi sempre di più.

Le orecchie le fischiavano, tutto si stava fondendo davanti ai suoi occhi: facce e luoghi, in un vortice che sembrava non avere fine.

Daryl le circondò il corpo con le braccia, cercando di trattenere la sua forza disperata.

"Rick ha un attacco di panico!" la voce di Michonne riscosse tutti e lo sceriffo le disse che andava tutto bene, che le avrebbero spiegato tutto.

Maggie si fece avanti e prese una mano dell'amica tra le sue: era sudata e fredda.

"Carol, sono Maggie. Adesso ti siedi e parliamo. Prendi aria con me, forza" la ragazza cercò di calmarla, provando a sorriderle. Voleva farle capire che non vi era niente e nessuno di cui avere paura, erano tutti lì per lei.

Carol continuò a tremare fino a che non iniziò a piangere in maniera scoordinata.

"Carol mi senti?" una voce la stava chiamando: le giungeva ovattata, lontana alle orecchie.

Carol strinse più forte le palpebre e lentamente riaprì gli occhi: doveva essere forte, non poteva lasciarli andare così. Si lasciò aiutare e l'appoggiarono con la schiena alla parete, mentre tutto riacquistava piano piano forma e i suoni tornavano normali.

Quando la vista le si definì vide quella che doveva essere Maggie accanto a lei, che le sorrideva.

"Brava, sei forte come sempre. Ora ti diamo un po' d'acqua e poi parliamo, ok?"

Carol annuì, non sapendo bene cosa aspettarsi. Mentre qualcuno le portava una bottiglia d'acqua si guardò attorno: tutti erano vicino a lei, formavano un mezzo cerchio.

Uno sguardo particolare attirò il suo: Daryl le era di fianco, poco distante e in piedi. La fissava, illeggibile. Carol si sentì attratta e intimorita allo stesso tempo.

Bevve avidamente: le sembrava la cosa più reale di sempre.

Stava guardando la scena da lontano, con Glenn: Rick continuò a tenersi una mano sulla nuca con lo sguardo a terra, girando in tondo.

"Dobbiamo dirglielo, rimandare farà solo peggiorare le cose" Glenn aveva ragione, Rick lo sapeva.

Aveva voluto aspettare indietro con lui per poter discutere su come affrontare la faccenda. Aveva bisogno ora più che mai anche del parere di Daryl, soprattutto di quello di Daryl, ma non riusciva a farlo star lontano da Carol. Capiva il suo bisogno di proteggerla, ma questa era una questione che lo riguardava troppo e non poteva non prenderne parte.

"Glenn, porta qua Daryl. Trascinalo se necessario"

Glenn annuì, poco convinto sul fatto di poter riuscire a trascinarlo.

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