Capitolo 1

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Erano seduti a terra, stremati. Non formavano un cerchio, si erano seduti scomposti; Glenn e Maggie leggermente in disparte.

Maggie posò il capo sulla spalla di Glenn, trattenendo i singhiozzi. Tuffò poi il volto nel collo di lui, lasciandosi cullare.

Stava cercando di andare avanti dopo aver assistito alla morte di sua sorella: si sentiva vuota, andava avanti ma a lei sembrava di stare ferma. Niente aveva un vero senso, in quel periodo.

Rick teneva in braccio Judith, mentre Carl le accarezzava i capelli con lo sguardo perso nel vuoto e i capelli impregnati di sudore attaccati al volto. Rick si stava chiedendo dove avrebbe condotto il suo gruppo, cosa ne sarebbe stato di loro: doveva fare qualcosa, trovare una nuova "casa". Gli mancava la prigione, ma ora la sentiva lontana, erano successe troppe cose.

Doveva fare qualcosa: per lui, per loro e per i suoi figli. Voleva fare tutto quello che poteva per farli crescere al meglio anche in quel mondo.

Ognuno del gruppo stava affrontando i propri pensieri quando comparvero Daryl e Carol: tutti gli occhi si puntarono sull'arciere, che però sollevò le mani in segno di sconfitta. Come se avesse capito che non vi era da mangiare Judith si mise a piangere. Subito Rick si alzò in piedi e iniziò a cullarla, sussurrandole piccole parole.

Carol si passò una mano sul viso, stanca. Si rimproverò mentalmente per essere andata dietro a Daryl: se lei non avesse fatto casino e non avesse messo sul chi va la gli zombie forse adesso avrebbero avuto qualcosa da mangiare, anche se minimo.

"Dobbiamo proseguire" mormorò Rick, dopo aver calmato Judith.

Nessuno protestò, tutti si alzarono, chi con un sospiro e chi senza il minimo rumore. Ogni emozione sembrava averli abbandonati, sembravano zombie vivi che proseguivano senza una meta, un piccolo scopo solo, o istinto di sopravvivenza: cibo, acqua e un riparo.

Non chiedevano altro.

Proseguirono, gli sguardi vuoti, finché Carl non si fermò: si trovava più avanti rispetto agli altri e aveva notato qualcosa al centro della strada, poco più avanti. Vi corse incontro, curioso e speranzoso.

"E' acqua!" urlò pieno di gioia, mentre il gruppo lo raggiungeva.

Rick prese il biglietto posato sopra le casse d'acqua e lo lesse.

"Da un amico. Non mi piace, non mi fido. Nessuno ti regala niente" disse iniziando a guardarsi attorno, in cerca di qualcuno nascosto nel sottobosco.

Gli sembrava di sentire qualcosa, pronto a fare cenno agli altri, quando spuntarono sulla strada dei cani. Si bloccò, non sapendo bene che fare: non gli era mai capitato di incontrare animali che una volta fossero domestici, e sinceramente non vi aveva pensato. I cani davanti a lui avevano ancora i loro collari, messi con cura e amore dai loro padroni orami morti, ma gli ringhiavano contro, pronti a spiccare il balzo per poterli uccidere.

Uccidi o muori. Non vi erano tante scelte in quel momento, e così Rick portò la mano alla pistola, alzandola leggermente tremante. Sperava che gli altri non lo notassero, non poteva farsi vedere debole in un momento in cui nessuno aveva forze: si sarebbero sentiti persi, senza più nessuno a guidarli e proteggerli.

Respirò, pronto a far fuoco, quando uno sparo vicino lo fece balzare di lato: Sasha teneva ancora il fucile ad altezza della spalla, e si stava sistemando per sparare un secondo colpo. Rick la lasciò fare: aveva bisogno di sfogarsi e gli stava prendendo la cena, non poteva dire molto.

Mangiarono in silenzio, guastando la carne ma sentendosi anche un poco in colpa: il mondo era andato a puttane, letteralmente, ma loro non potevano farci niente. Dovevano stare al gioco per poter sopravvivere.

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