Capitolo 12

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" Piccola ti vedo preoccupata, cosa ti turba?" Chiede mio padre, mentre sono intenta a spappolare i fagioli che ho nel piatto, immaginando la faccia di quel pervertito.
" Niente" rispondo stringendo la forchetta.
" Sorella, sembra che vuoi uccidere qualcuno" decreta Thomas, con un sorrisetto malefico. Sono in questi momenti che mi sale l' odio puro, quello che ti fa venire voglia di ribaltare il tavolo della cucina.
Quando non rispondo e sento gli altri, che aspettano la mia risposta, alzo gli occhi e noto gli occhi chiari e preoccupati di mia madre guardarmi attentamente.
" Non ho più fame" dico alzandomi dal tavolo e dirigendomi nella mia stanza. Dopo essermi buttata di schiena sul letto, inizio a fissare il soffitto.Cosa mi sta succedendo? Odio questa situazione, ma come cavolo ho fatto a cacciarmi in tutto questo?.
Domani devo tornare per forza a lavoro, non voglio aggiungere altre preoccupazioni alla mia famiglia. Eppure tornare a lavoro, non mi dispiace... Ho qualcosa che non va, ne sono convinta. Odio, odio e ripeto odio Clayton, ma oggi quando mi ha messa alle strette ho sentito qualcosa di diverso. Mi torturo le mani e guardo il soffitto senza battere ciglio, però il rumore improvviso della porta che si apre, mi risveglia da questo stato ti trance.

Clayton

Cosa mi salta in mente? Penso stringendo il bancone della pasticceria, fino a far diventare bianche le nocche. Ho perso il controllo e questo non doveva succedere. Con rabbia butto a terra i contenitori dei tovaglioli, la odio! Perché l' ho baciata? Va bene, l' ho minacciata ed è quello che avevo intenzione di fare. Ma il suo sguardo impertinente, le sue risposte così dannatamente irritanti ... Ho perso il controllo. Mi metto le mani tra i capelli e do un calcio alla sedia affianco a me. Cos' ha quella donna, da farmi reagire in questo modo?
Maledizione!
Predo la giacca, esco e chiudo la pasticceria e mentre mi incammino verso uno dei pub vicini " Ho bisogno di svagarmi e di dimenticare" penso a voce alta, stringendo i denti.

Evangeline

"Thomas?" Chiedo alzandomi a sedere, lui con sguardo serio chiude la porta e si siede sul bordo del letto.
" Cosa ti prende? Sono giorni che sei strana" Chiede guardandomi dritto negli occhi. L' unica luce nella stanza è quella della luna, che filtra dalla finestra vicino al letto e illumina il suo volto, accentuando il colore pallido della sua pelle e i capelli nerissimi.
" Niente, lasciami in pace" rispondo sbuffando, io e mio fratello abbiamo un bel rapporto, parliamo e tutto il resto, anche se ovviamente litighiamo come tutti i fratello di questo pianeta. Mi lascio cadere sul letto e in men che non si dica, si sdraia al mio fianco, e non posso far almeno di appoggiarmi a lui. Insomma ci scanneremo pure a vicenda ogni tanto, ma gli voglio un bene dell'  anima.
" Lo so che prima ho fatto una battuta pessima, ma non mi dire cavolate, so perfettamente quando menti" dice solenne, in effetti è vero, quando dico delle bugie tendo ad arricciare il naso.
Sbuffo.
" in effetti prima sei stato abbastanza pessimo, anche se in fin dei conti non avevi torto" dico enigmatica, lui gira il volto verso di me e alza un sopracciglio, muovendolo su e giù, quindi credo che sia inutile dire che sono scoppiata a ridere come una bambina. Lui sorride di rimando e con un braccio mi stringe a se.
" Racconta, sai che a me puoi dire tutto, sempre se ... Non è che per caso qualcuno ti ha fatto del male?" Chiede iniziando ad infuriarsi, e prima che io possa rispondere aggiunge " Lo picchio".
"Ma finiscila, e va bene, ti racconto tutto e poi placa gli spiriti alla Rocky" dico felice, non so come ma riesce a farmi tornare sempre il buon umore, anche da bambini era così e credo che lo sarà per sempre.
Inizio a raccontare tutta la vicenda, ovviamente omettendo certi dettagli.
Quando finisco lui resta in silenzio, mentre guarda il soffitto.
" Domani vado a parlare a questo tizio" dice risoluto.
"Non ci provare, mi sono confidata con te per sfogarmi non per trovate un cavaliere, ho deciso di risolvere questo da sola, non sono più una bambina o un adolescente, ma un adulta" Dico facendolo girare verso di me, i suoi occhi uguali ai miei si addolciscono e alla fine dice                  " Peccato, mi mancano i tempi in cui picchiavo i ragazzini perché ti infastidivano".
Scoppiamo a ridere, e dopo alcuni secondi veniamo interrotti da qualcuno che bussa e all' improvviso mi trovo mamma, papà e Cora che si buttano su me e Thomas.
" Avete iniziato una festa e non ci avete invitati?" Domanda quella pazza di mia madre. Nemmeno due minuti dopo inizia una battaglia di cuscini, ed è inutile dire che vince papà.
Adoro la mia famiglia, e grazie alla forza che mi hanno dato,domani farò vedere a Clayton cosa sono capace di fare.

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