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[05. Quinta luce]

"No, impossibile." Sussurrai. "È il mio nome."

"Lo so." Sorrise. "Avrei voluto dirtelo prima, ma non potevo."

"Perché?"

"Pensavo non ti ricordassi di me e volevo darti del tempo per riflettere."

"Tu mi hai mentito sin dall'inizio." Dissi, con gli occhi velati di lacrime. "Come fai a sapere tutte queste cose su di me e sulla mia famiglia? Mi spiavi?"

"Sì, non voglio mentirti ancora."

"Per quanto?"

"Qualche mese. Poi ho visto che era troppo pericoloso di giorno e che potevi denunciarmi, e ho deciso di guardarti da lontano appena uscivi dal locale."

"Non posso crederci." Mi alzai dal letto ed uscii dalla stanza.

Ero delusa, arrabbiata e sconvolta allo stesso tempo.

"Aspetta, Mal."

"Cosa vuoi ancora?"

"Io ti amo da morire." Si passò una mano tra i capelli. "So che non ti ricordi di me, ma fidati. Non resisto più senza di te."

"Come faccio a crederti? Mi hai detto così tante bugie." Chiesi esasperata. "Ma dobbiamo seriamente parlare."

"Hai ragione. Uhm... Vieni, andiamo sul divano." Annuii e lo seguii in salotto.

Mi fece sedere e mi imitò, sistemandosi al mio fianco.

"Può sembrarti una storia incredibile, ma io e te eravamo fidanzati. Ci siamo conosciuti al liceo, qualche anno fa. Eravamo nella stessa classe e io ti osservavo tutti i giorni, mattina e pomeriggio. Avevi i capelli lunghi e lisci, i tuoi occhi mi catturarono immediatamente, erano così belli. È vero, non sono né azzurri né verdi, però mi avevano colpito subito. Adoravo il tuo modo di vestirti, la tua dolcezza e la tua sensibilità. Un giorno presi coraggio e ti rivolsi la parola per la prima volta. Ero imbranato sia con le parole che nei gesti, ma ti feci ridere e sentii il cuore battere così forte da potermi esplodere in petto. Iniziammo a frequentarci e ci fu il nostro primo appuntamento. Ti portai al cinema a vedere un film horror e tu lo odiasti. La cosa che non sapevi era che fu tutta una tattica per stringerti a me e infine baciarti, ma non sospettasti nulla. Ti ho chiesto di essere la mia ragazza e accettasti. Dopodiché, accadde tutto rapidamente. La nascita di Jonah, la fine della scuola, il diploma, tuo padre e tua madre smisero di fare parte della vostra vita e io mi sentivo responsabile. Così, decisi di prendermi cura di voi. Vi ospitai a casa, Gemma ti adorava e mia madre era felice. Vi trattavano come parte della famiglia e io ero al settimo cielo, avevo una ragazza che amavo alla follia e un fratellino cui insegnare a giocare a basket." Sorrise al ricordo e notai un lacrima rigargli una guancia, così gliela asciugai.

"Cosa è successo dopo?"

"Andammo al mare e-"

"E Jonah affogò, ma tu volevi salvarlo e ve lo lasciai fare." Conclusi al suo posto.

"Allora, ricordi." Mormorò.

"Solo questo... Ogni notte lo rivivo, come se fosse un sogno ad occhi aperti. È orribile sentirlo gridare e vedervi sparire tra le onde."

"Tuo fratello sta bene."

"È morto, Harry!" Singhiozzai. "Lo capisci?"

"Guardami, piccola." Mi sollevò il mento con due dita, costringendomi a specchiarmi nei suoi occhi smeraldo. "E se ti dicessi che è qui?"

Black hoof | H.S (#Wattys2018)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora