La marcia verso Babilonia

88 5 0
                                    

La maggior parte degli opliti e dei componenti la fanteria leggera provenivano dalla Tessaglia e dal Chersoneso Tracico, il cui comando fu affidato a Clearco di Sparta, un generale che aveva venduto la sua spada proprio per sfuggire agli organi di controllo della sua città natale, dove era ricercato per i crimini commessi quando ricopriva il titolo di tiranno a Bisanzio. Le armate di Ciro furono radunate in totale discrezione, lasciando che pochissime informazioni si diffondessero sulla sua composizione e sui suoi scopi, e mascherando la spedizione come un affare di politica interna. Infatti in un primo momento dichiarò che l'armata era operativa per una missione in Tracia e tenere controllata Mileto. Nel 401 a.C. dichiarò di voler usare questi uomini per sottomettere i ribelli di Pisidia. Così mosse da Sardi per raccogliere gli uomini di Aristippo condotti da Menone di Larissa a Colossi in Frigia, mentre Clearco portò i suoi a Celene. Al tempo stesso giunge Sosi il siracusano con trecento opliti e Sofeneto l'arcade con mille. La colonna, composta dall'esercito con mogli, figli, concubine di Ciro e servitù mosse in direzione di Tarso, attraversando la Cappadocia e la Cilicia. Giunti nei pressi della città il re non riuscì a trattenere l'irruenza delle truppe che entrarono con la forza in città, saccheggiandola. I mercenari non erano più all'oscuro dei disegni ultimi di Ciro, e di quanto impegnativo e sanguinoso sarebbe stato il conflitto per il quale erano stati assoldati, quindi fecero richieste di gratifiche ben maggiori a quanto pattuito in precedenza. Ciro continuò a mentire dicendo che il suo obiettivo era il satrapo della Siria, Abrocoma e promise a tutti l'aumento della paga da un darico a un darico e mezzo al mese, a testa. Le "porte Siriache" si avvicinavano e ad Isso l'esercito fece tappa. Qui giunse la flotta di Ciro, comandata da Tamos, forte delle sue 25 navi ed in aggiunta Cheirisofo che, a bordo delle 35 triremi comandate da Pitagora, portava il corpo di spedizione (700 opliti spartani) che gli efori avevano inviato a sostegno dell'impresa contro il re achemenide. In procinto di passare le porte "Siriache" si unirono al contingente di Ciro altri 400 opliti, facenti parte dell'esercito al soldo di Abrocoma. Quando il Gran Re fu informato, per mano del satrapo di Caria e Lidia Tissaferne, delle reali intenzioni di Ciro, questi aveva già raggiunto Lampsaco e stava puntando la regione di Babilonia, senza incontrare fino a quel punto alcun ostacolo. Tant'è che le notizie davano l'esercito di Artaserse in ritirata e quindi per 3 giorni viaggiarono con le armi sui carri.

Cunassa-L'armata di Ciro (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora