Capitolo uno (parte I )

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Cari lettori,

ho deciso di scrivere per puro scopo personale, per riuscire a capire meglio chi sono e beh chi lo sa, forse questo scritto sarà utile anche per il vostro viaggio.

Questa storia inizia il 17 Agosto dell'anno 1999 quando vidi il mondo per la prima volta.
I primi anni, li passai come qualsiasi essere umano li passa ma ci fu un fatto che segnò questo periodo: un incidente d'auto.
Ebbene sì, a tre anni un auto mi passò sopra e Dio volle aiutarmi, scelse di tenermi in vita per un motivo preciso.
Non mi fermerò a parlarvi troppo della mia infanzia ma mi piacerebbe dedicare qualche riga ad un periodo in particolare cioè gli anni dal 2008 al 2012 circa.                          

Durante il mio nono inverno conobbi una persona speciale, la prima che in qualche modo mi segnò la vita: una cartolaia. Il suo nome è Marina, una donna di circa sessant'anni molto dolce e con un grande cuore. Quell'inverno e poi l'estate seguente iniziai a passare del tempo con lei, intere giornate: parlavamo di libri, di arte e molto spesso mentre l'aiutavo a sistemare riviste o oggetti sugli scaffali, mi raccontava episodi della sua vita.

Un giorno Marina mi parlò anche di suo marito, un pittore che teneva un corso d'arte proprio in quel paesino.

L'inverno successivo ebbi l'occasione di conoscere Fhilipp, che non era più solo il marito della mia cara amica ma anche il mio maestro. Dovreste conoscerlo anche voi; è vero che l'abito non fa il monaco ma lui ha proprio l'aria di un artista, un uomo semplice con un'immensa capacità : quella di emozionare ed incantare le persone.

Come avrete sicuramente capito iniziai a frequentare il suo corso e con il tempo apprezzai ancora di più l'arte, un po' perché imparai nuove tecniche di pittura , ma anche perché riuscii a scrutare in un quadro tutto ciò che precedentemente tralasciavo. Prima guardando un dipinto mi limitavo a vedere i soggetti rappresentati, poi iniziai a notare la precisione del pittore, l'amore dell'artista nel disegnare e poi rendere vivi quei soggetti, il tempo, la sua mano e molte altre cose.                                                      

Se ci pensate lo stesso concetto si potrebbe applicare ad un libro. Dante  per esempio, nel Convivio dice che tutte le opere sono polisemiche, questo vuol dire che hanno un significato superficiale e poi altri mille che si nascondono tra le righe ( " E a ciò dare a intendere, si vuol sapere che le scritture si possono intendere e deonsi esponere massimamente per quattro sensi. L'uno si chiama litterale, [e questo è quello che non si stende più oltre che la lettera de le parole fittizie, sì come sono le favole de li poeti. L'altro si chiama allegorico, e questo è quello che si nasconde sotto 'l manto di queste favole, ed è una veritade ascosa sotto bella menzogna [...]. Lo terzo senso si chiama morale, e questo è quello che li lettori deono intentamente andare appostando per le scritture, ad utilitade di loro e di loro discenti [...]. Lo quarto senso si chiama anagogico, cioè sovrasenso; e questo è quando spiritualmente si spone una scrittura, la quale ancora [sia vera] eziandio nel senso litterale, per le cose significate significa de le superne cose de l'etternal gloria: sì come vedere si può in quello canto del Profeta che dice che, ne l'uscita del popolo d'Israel d'Egitto, Giudea è fatta santa e libera ).

Arrivò il periodo in cui iniziai anche io a dipingere, e poi la prima mostra, gli inviti a dei congressi ecc... In quel periodo ovviamente, nonostante gli impegni scolastici e il corso d'arte che ormai era diventata una parte molto importante della mia vita, un po' perché mi aveva permesso di conoscere delle persone stupende ( con questo mi riferisco anche ai miei compagni di corso di cui presto vi parlerò), ma soprattutto perché avevo trovato qualcosa che era in grado di tirar fuori il meglio di me, qualcosa che mi faceva sentire in pace, continuai a vedere Marina nei fine settimana fino ad un giorno, un orribile giorno...

S.

Le sorprese del destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora