capitolo 2

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Andrea's pov.

Appena Giulia bussò a quell'enorme villa, ci aprì N ovvero Cha Hakyeon, Leader del gruppo nonchè il più vecchio e il più basso.
Dietro di lui c'erano i suoi compagni.

<< Binie, che fai? Non saluti la tua Noona preferita? Questo vale anche per te, Hyuk!>> e appena finita la frase me li ritrovai addosso. Cuccioli loro. Già ci conosciamo, grazie ad una missione durante un concerto delle AOA. Da dove credete sia uscito fuori il video di 'Like a Cat'?

Gli altri ci guardarono straniti, anche le mie compagne, loro non si fecero scoprire, ma io sì. Avremmo dovuto cancellargli la memoria ma siccome sapevo che il manager delle AOA era una spia anche lui, mi fidai. Infatti i due non dissero nulla a nessuno. Mi presentarono all'intero gruppo come Andrea Noona, e fu un momento molto, molto, MOLTO imbarazzante. Io presentai le mie compagne e spiegai loro com'era la situazione. Notarono subito la somiglianza tra me e Giulia e notai che N si era perso nei suoi occhi. Come biasimarlo. Ci tempestarono di domande sul nostro lavoro e si stupirono quando rivelammo le nostre età e tutte le missioni in quasi tutti i paesi del mondo. Ovviamente noi sapevamo tutto di loro e non facemmo molte domande.

Appena entrammo ci fecero accomodare sul bancone di marmo nella cucina e da lì io e Hakyeon stipulammo come dividere la casa, le stanze, i bagni, gli armadi (eh già, siamo spie ma pur sempre donne). I più piccoli dovettero spostarsi nelle stanze dei più grandi con vestiti, scarpe, oggetti inutili a loro cari. Il tempo di permanenza a casa loro era di circa sei mesi, giusto il tempo di insegnargli le mosse basi da fare in caso di attacco. Ad essere sincera non sono così male, se non fosse per Jung Taekwoon, il tipino acido e freddo della situazione. Almeno era questa la mia prima impressione.

Ci sistemammo e arrivò il tempo di andare alla cena di lavoro con il capo
della Jellyfish.
Ci vestimmo in maniera molto elegante, lo consigliammo anche ai ragazzi. E devo dire che fu l'unica volta in cui non mi pentii di averli avvisati, erano bellissimi. Solite camicie con jeans e scarpe eleganti, anche se devo dire che ognuno aveva il suo stile.
Le ragazze si vestirono quasi tutte con vestitini vari: fino alle ginocchia, mezza coscia, blu, rosa. E poi? E poi c'ero io che indossavo un jeans blu, una t-shirt bianca, giacca e vans blu. Non sono un tipo molto femminile.
Quando ci rivedemmo da ogni parte non c'era lo scontento. Immaginate la scena molto a ballo di fine anno.
Partimmo tutti e 12 in un veicolo dato dall'agenzia, fortunatamente nessuno ci notò, nel guidare non pensavo molto agli altri ma sentii vari discorsi tra di loro e fui felice di sapete che le mie ragazze stessero legando così facilmente con loro. Dopotutto saremo in loro compagnia per più di sei mesi.

Ci sedemmo al tavolo dove ci aspettavano il nostro capo, Josh, e il capo della Jellyfish. Loro a capotavola, i ragazzi su un lato della tavola e noi sull'altro. Josh iniziò a parlarmi riguardo le istruzioni da dare alle ragazze e la stessa cosa fece il capo della Jellifish con N.
Finite le indicazioni iniziarono a parlare:

<<Bene ragazzi, come saprete, queste ragazze sono qui per insegnarvi mosse basilari, ma se apprenderete in fretta potremmo pensare di approfondire l'addestramento e reclutarvi spie>> disse Josh.

<< Questo non me l'avevi detto!>> dissi io.

<<Non lo sapevo nemmeno io, finquando il capo della Jellyfish non me l'ha chiesto. Facendo parte anche lui della nostra agenzia ha riconosciuto qualità eccezionali in quei sei ragazzi.>> disse Josh, convinto.

<< Si vedrà>> dissi con un tono minaccoioso.

<< Dai sorellona, non essere così severa con loro, dopotutto non si sa mai cosa si cela dietro quella maschera di cantanti, ti ricordo che tu...>> interruppi Giulia mentre stava finendo la frase:

<< Mh, e va bene. Cercherò di essere buona>> dissi con un tono scocciato.

Dopo ciò finimmo la cena e tornammo a casa, in macchina già dormivano alcune persone.
Con i miei modi (MOLTO) delicati svegliai le ragazze dormienti e le feci andare in stanza.
nel frattempo anche i ragazzi erano nelle loro stanze, così scesi e andai a chiudere la macchina. Tornai in casa, mi sfilai le scarpe e mi scaraventai sul divano e da lì mi addormentai senza rendermene conto.

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