IL TUCANE.
"Cucciolone... Cucciolone bello, svegliati dai che tra poco si scende." Non capisco perché questa tizia che nemmeno conosco continua a parlarmi con questa vocina come se fossi stupido.
Mi trovo su una nave e, a quanto dice la mia accompagnatrice, per fortuna sto per scendere. Non ne posso più di stare qui, ho bisogno di terra ferma ed erba fresca su cui fare i miei bisogni. Mi hanno portato via dalla mia mamma ormai molte settimane fa per portarmi chissà dove e chissà da chi. Mi hanno desiderato tanto perché dicono che sia raro trovare uno come me. Per fortuna che questa persona che viaggia con me ha smesso di parlare, non sopportavo più quella vocina stridula. Non so con chi pensa di avere a che fare, ma io ormai sono grande, insomma ho già tre mesi.IL GIORNO SEGUENTE.
Che sonno! Wow, adoro questa enorme cuccia morbidissima ed adoro la mia nuova casa. Penso proprio che oggi la esplorerò per bene, mi sento davvero di ottimo umore.
"Igor? Sei sveglio cucciolo?" Questa è la voce della mia nuova amica infatti è in casa sua e di suo marito che vivo da ieri sera.
Mi alzo e mi stiracchio per bene, ho proprio dormito alla grande, ora avrei bisogno di una grattatina e di un po' di coccole. Corro incontro alla voce della mia amica Jennifer e scivolando sul pavimento liscio vado a sbattere contro le sue gambe, spero di non averle fatto male con il mio becco."Ehi, fai attenzione. Potresti farti male. Facciamo colazione piccolo?"
"Wuof!"
Mmmh, che bontà questo biscottino per non parlare delle carezze che Jennifer mi sta facendo sulla schiena, sono proprio goduriose. Spero non smetta mai, le voglio già molto bene anche se ci conosciamo solo da ieri sera, lei è mia amica e non mi parla con quella vocina stupida.
"Ciao amore. Ciao piccolino." Ecco qui Jason il marito di Jennifer, anche lui è gentile con me.
Sono tranquillamente spaparanzato ai piedi del tavolo quando sento improvvisamente una presenza negativa nella stanza. Alzo appena appena la testa, devo mettermi in allerta senza farmi notare troppo come mi ha insegnato la mia mamma.Dalla mia posizione riesco subito a vedere un essere strano strusciarsi sulle gambe di Jason, solo quando miagola capisco che si tratta di un gatto. Poverino dev'essere malato perché non ha neanche un pelo sul corpo.
Eccolo eccolo, mi si sta avvicinando, forse vuole fare conoscenza così oggi saprò con chi giocare. Che bello, sono molto felice perché sono sicuro che lui mi aiuterà ad esplorare la casa.
Senza neanche alzarmi mi trascino verso di lui scodinzolando felice, ma quando sono a pochi centimetri dal suo corpo nudo lui allunga la sua zampaccia e in un secondo graffia il mio becco arancione lasciandoci un'enorme striscia nera e facendomi piangere.
Mentre io piango sconsolato quel perfido essere mi soffia un avvertimento e se ne torna da dove è venuto.
Mi odia già, credo che non potremmo mai diventare amici. Che tristezza uffa!Jennifer subito mi consola mentre Jason inizia a sogghignare, il gatto dev'essere suo perché non ha considerato per nulla la mia amichetta, meglio perché lei è solo mia.
Jenny mi riempie di bacini e carezze prendendomi in braccio, è così morbida e profumata, che goduria."Jason devi sgridare il tuo gatto, non devi ridere quando attacca Igor. Lui è piccolo e indifeso."
"Ora come faccio ad andare al lavoro e a lasciarti qui piccino mio? Mi mancherai un sacco. Ti prometto che torno presto, intanto vieni in giardino."Come? Se ne va? Ed io dovrei rimanere qui in questo luogo sconosciuto con quel gattaccio malefico? Che paura.
Seguo Jennifer fino al cancello d'ingresso sperando che così cambi idea e mi porti con se ed invece nulla, devo rassegnarmi e cercare di fare amicizia con l'altro abitante della casa.
Sto tranquillamente passeggiando in giardino quando ecco la presenza demoniaca farsi avanti, salta giù dal davanzale e mentre passo mi atterra sulla schiena agganciando i suoi artigli nella mia pelle. Che dolore, brucia tutto, mi dimeno talmente tanto che finalmente lo faccio cadere a terra ed inizio a correre, devo fuggire da questo essere spregevole. Corro, corro, corro sempre più anche se a quanto pare lui corre più veloce di me perché sta per raggiungermi. Non mi resta altro che saltare, lui non sa che io posso fare questo.
In un battibaleno sono sopra all'albero più alto del giardino svelando così al mio nemico il mio punto di forza, io posso saltare molto in alto anche se quelli che mi hanno portato via dalla mamma dicevano che io so volare. Si sbaglieranno perché solo gli uccelli volano ed io sono un cane, un cane esotico.
Nel momento in cui spicco il salto ed atterro sul ramo dell'albero il gatto mi guarda sconvolto, mi soffia minaccioso e con la sua solita camminata altezzosa se ne torna ad oziare sul davanzale della finestra.
Scendo pian piano e decido di farmi uno spuntino, so che Jenny ha lasciato delle crocchette nella mia stanza dentro alla mia ciotola, spero torni presto. Mi manca.
Entro in casa dalla porticina e vado nella stanza a fianco alla cucina, la stanza in cui dormo. Mmmmh, questa pappa è buonissima, adoro Jennifer, è decisamente la mia migliore amica. Ora che ho la pancia piena posso fare un breve giro della casa per poi farmi una bella dormita aspettando che torni.
Giro tranquillamente per la casa anche se sono già stanco, ci sono troppe scale da fare. Mi piace molto questo posto, penso che ci starò proprio bene. Chissà se mi faranno il bagnetto in questa bella vasca, adoro nuotare, la mamma diceva sempre che sono uguale al mio papà, anche lui adora nuotare perché tutti i Labrador sono dei grandi nuotatori.
Spero di diventare un gran nuotatore anch'io così potrò scappare nel laghetto in giardino quando quel bullo di gatto mi insegue, affogherebbe subito se provasse a seguirmi.
Mi distendo a bordo del lago rettangolare e azzurro, qui posso dormire in pace disteso al sole, se solo quel cattivone prova ad avvicinarsi a me lo scaravento in piscina perché va bene essere buoni ed avere compassione di lui perché è senza pelo, ma non mi farò di certo maltrattare. Sarò anche in svantaggio essendo l'ultimo arrivato, ma andrà tutto bene perché io ho Jennifer come amica.