ANNA'S POV
Fare i viaggi in aereo è orribile! Tutte le volte mi ritrovo in bagno a vomitare quel poco cibo che ho mangiato, ed è quello che mi è appena successo. Guardandomi allo specchio noto che sono molto pallida. Le occhiaie mi circondano gli occhi. Gli zigomi, che di solito non mi si vedono, ora sono molto profondi, aprendo un solco tra le mie guance.
Sono molto stanca; è da otto ore che siamo in viaggio e, per quanto ci abbia provato, non ho dormito affatto. I miei occhi sono rossi. Desiderano un po' di pace.
Ho tanta sete ma ho paura che bevendo mi venga ancora un altro conato di vomito.
Decido di andare a sedermi al mio posto per non far preoccupare Thomas; è da mezz'ora che sono rinchiusa in bagno a fissarmi e a vomitare.
Attraverso il corridoio. Le hostess stanno passando proprio ora con il cibo. Solo a guardarlo mi viene un mal di stomaco terribile. La mia pancia si ribella e mi ritrovo a correre per l'ennesima volta in bagno. Questa volta non rigetto nulla. Mi viene però un grosso mal di testa e la mia vista pian piano si appanna. Tutte le volte deve finire così. Forse sto morendo, chissà. In questo momento do solo ascolto alla mia mente e mi accascio per terra chiudendo finalmente gli occhi. Non voglio muovermi e non ci provo nemmeno. Cerco di godermi quest'attimo di calma prima di cadere nel vuoto più totale.
Apro gli occhi ma la luce del sole mi acceca, allora sposto la testa di lato. C'è un ragazzo che mi si sta avvicinando. Mi sta sorridendo e, pur non sapendo chi sia, gli ricambio il sorriso. Mi aiuta ad alzarmi. Appena gli tocco la mano sento dei brividi percorrermi per tutto il corpo donandomi un senso di freschezza.
Solo ora mi accorgo che mi trovo in uno spiazzo nel bosco. L'aria è così pulita. Dal colore verde vivo delle foglie mi accorgo che è estate e, a dir la verità, non fa neanche tanto caldo. Gli uccelli cantano le loro melodie felici. Che posto tranquillo. Un senso di felicità mi passa per la mente. Non è successo niente di importante per farmi sentire così ma io sto bene e questa è una cosa rara. So che sto sognando, ma voglio rimanere qui e non svegliarmi più.
Mi ricordo solo ora del ragazzo che mi sta ancora fissando. E' molto bello e si vede all'istante. Al contrario di Thomas che li ha neri, i suoi capelli sono marroni ma gli occhi azzurri sono profondi esattamente come il mio ragazzo. Così diversi ma così dannatamente uguali. Mi accorgo di non poter amore uno senza amare anche l'altro e non capisco questa cosa. Nel ragazzo riconosco un qualcosa di familiare, ma non da poterlo amare. Insomma, l'amore è una cosa grossa e non è certamente quello che provo per questo ragazzo. Forse attrazione. Mi accorgo solo ora che i vestiti che indossa questo ragazzo sono diversi e molto antichi. Forse ci troviamo ad una sagra perché anche io ho dei vestiti di moltissimi anni fa. Forse dell'Ottocento.
Mi prende per mano e io mi fa ritornare nella realtà, lasciandomi alle spalle il mio mondo dei pensieri. Mi trascina con lui senza proferire parola, non ho ancora sentito la sua voce. Provo a chiedergli qualsiasi cosa ma trovo la mia gola improvvisamente secca e la voce che fino a poco va avevo, ora non ce l'ho più.
Ci ritroviamo in un'immensa prateria. Solo che invece che esserci erba e sterpaglia, trovo solo macerie e distruzione. Un mondo in cui non vorrei assolutamente viverci. Per terra accanto a me trovo cadaveri o gente che implora aiuto. Un bambino sta cercando di chiamare e scuotere quella che penso sia sua madre, ma ormai lei è morta.
Io sarei scoppiata a piangere: quello che i miei occhi stanno vedendo è terribile. Ma non provo queste emozioni. Provo gioia. Gioia mischiata a rabbia. Un miscuglio bello, ma pericoloso. Mi sento felice di tutto ciò. Una sensazione bruttissima ma che ti dà forza e piacere. E anche il ragazzo misterioso è felice e poi mi guarda, i suoi occhi non sono più azzurri ma neri, completamente neri che mi trasmettono tenebre. Ora provo anche io un dolore lancinante, mi sta uccidendo.
Mi risveglio completamente sudata. Mi rimetto in piedi e controllo l'ora sul cellulare: sono le sei di mattina. Decido di asciugarmi la faccia prima di ritornare da Thomas. La sensazione dell'acqua fredda sulla mia pelle mi infonde energia in tutto il corpo. Quell'incubo è stato orribile; mai desidererei che una persona immaginasse quello che ho visto io. Sento i miei occhi improvvisamente diventare lucidi. Basta! Prendo le mie cose ed esco dal bagno. Torno al mio posto e Thomas dorme ancora. Se io non ho dormito nulla, lui ha dormito per tutto il tempo del viaggio.
Mi scaccio dalla mente quei frammenti di ricordi del mio incubo appena fatto e prendo un libro. Spero che il viaggio non duri ancora per molto, non ce la faccio più. Mi rendo conto solo ora, però, che l'aereo è vuoto. Ci siamo solo io, Thomas e il pilota.
THOMAS'S POV
Adoro quei lunghi capelli biondi che mi accarezzano il viso ogni volta che la ragazza misteriosa si gira verso di me. Mi sta trascinando sotto un albero secolare, forse un salice piangente. La brezza estiva fa scuotere tutte le migliaia di foglie. Riconosco in questo meraviglioso posto un qualcosa di famigliare, ma non riesco ancora a indentificare cosa. Ma se dovessi scegliere dove vivere, sceglierei senza ombra di dubbio questo posto, e ci porterei anche Anna. Scommetto che lei lo adorerebbe.
Poso lo sguardo alla ragazza che mi sta ancora fissando da dieci minuti. E' bella ma non quanto la mia Nina. Sta ridendo. Ma quello che vedo nei suoi occhi non è felicità, è cattiveria e piacere.
All'improvviso il sole che fino a poco fa mi scaldava, si trasforma in una tempesta. Poso di nuovo lo sguardo sulla ragazza e capisco perché nei suoi occhi scorgevo la cattiveria. Le sue mani sono rosse rese così dal sangue, sangue di quel povero bambino che ora è accasciato a terra privo di vita.
Mi sveglio di soprassalto. Mi sto preoccupando perché continuo a ripetere lo stesso sogno da molto, troppo tempo. Mi volto verso il sedile di Anna. Lei mi sta guardando con una faccia terrorizzata e non capisco. Vederla così mi fa star male.
"Thomas!" sta gridando spaventata." Dove sono finiti tutti?!"
Mi guardo attorno e noto che i passeggieri non ci sono più, ci siamo solo io e Anna. La guardo terrorizzato senza dir nulla. La mia gola è troppo secca e quello che mi esce dalla bocca sono soltanto suoni indistinti.
"I-io ero in" fa una pausa per prendere fiato. "Ero in bagno e sono tornata qui ma c'erano tutti. Poi ho dormito e mi sono... non c'è nessuno Thomas!" dice tutto ad un fiato senza pensare a quello che sta dicendo. Sta impazzendo e io non so che fare!
"Calma Anna. Ora, dimmi che è successo."
"Non lo so. So solo che prima c'erano tutti e ora non c'è più nessuno." Mi dice, riportandola voce al suo tono normale.
CIAO RAGAZZI. SPERO CHE QUESTO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO E, SE E' STATO COSI', VOTATE E COMMENTATE. SCUSATE DI NUOVO IL RITARDO MA QUESTA E' STATA UNA SETTIMANA IMPEGNATIVA E IL POCO TEMPO LIBERO CHE AVEVO L'HO PASSATO CON LA MIA FAMIGLIA.
SCUSATE ANCHE SE IL CAPITOLO E' TROPPO CORTO MA MI E' STATO DI FONDAMENTALE IMPORTANZA PER UNA COSA CHE SCOPRIRETE PIU' AVANTI. LO SO CHE VI AVEVO PROMESSO CHE IN QUESTO CAPITOLO CI SAREBBERO STATE RIVELAZIONI E COSE DEL GENERE MA, CREDETEMI, QUESTO E' UN CAPITOLO FONDAMENTALE.
SPERO CHE LA STORIA VI STIA PIACENDO. CERCHERO' DI AGGIORNARE OGNI MARTEDI'.
A PRESTO RAGAZZI E GRAZIE MILLE DI TUTTO. BACI
SARA
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L'era del passato
FantasiAnna viveva la sua vita normalmente con Thomas, la sua famiglia e i suoi amici. Ma quando il dottore, dopo uno dei soliti svenimenti di Anna, le dà la diagnosi, lei ritorna in Italia per incontrare un'ultima volta i suoi parenti prima di morire. Ma...