Matt! (Or Not?)

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Cado col culo per terra.

Che bella giornata di merda!

Mi rialzo, un pochino dolorante.

Intorno a me il buio.

Cerco con le mani la parete di prima ma niente. Non riesco a trovarla.

Impossibile.

«Al?»

Una voce molto (troppo) familiare mi richiama.

Mi giro, faccio brillare gli occhi e scruto nell'ombra.

«Chi sei?» chiedo.

Una mano si appoggia sulla mia spalla.

Faccio un salto, allontanandomi di scatto.

«Sono io, Matt» continua la voce.

«Matt?» chiedo. La voce mi trema un po'.

Perchè posso sentirlo ma non vederlo?

Inizio a credere di essermi immaginata tutto.

Ti immagini anche il tocco di qualcuno?

Sempre meglio!

«Credimi, sono io»

Oh no, non ti credo amico.

«Ti crederò quando ti vedrò» dico, sicura delle mie parole.

«Perchè non puoi semplicemente credere a quello che dico?» la voce ha assunto un tono abbastanza alterato.

Questo non è Matthew.

Cerco di andare il più lontano possibile da quell'essere.

La sfortuna è dalla mia parte, a quanto pare.

Due mani mi afferrano le braccia, stringendole fino a farmi molto male.

Lancio un urlo. «Lasciami immediatamente!»

Cerco di divincolarmi con scarsi risultati.

«Non così in fretta, piccola Alpha» sussurra.

Ma che figlio di puttana.

Prendo lo slancio e gli do un calcio.

La presa si allenta un pochino e riesco a liberarmi.

Mi giro e finalmente vedo chi mi teneva.

Un ragazzo, che non assomiglia minimamente a Matt, mi sorride.

Bel sorriso da psicopatico.

I denti sono troppo affilati per essere umani.

«Cosa vuoi da me?» chiedo, guardandomi velocemente intorno, alla ricerca di una via di fuga.

«Io niente. Ma la dottoressa Johnson sì» risponde.

La voce che prima mi sembrava conosciuta e amichevole adesso si è trasformata in una strascicante e spaventosa.

«Vai a farti fottere. E porta la Johnson con te!» urlo.

«Questa cosa non dovevi dirla, ragazzina»

Tenta di intimidirmi, fallendo miseramente.

Ho individuato una porta dietro il ragazzo e sono pronta a scappare.

Gli corro addosso e lui corre verso di me.

All'ultimo faccio una scivolata e, preso alla sprovvista, riesco a farlo cadere.

Mi rialzo velocemente e mi butto contro la porta.

A quanto pare, una buon anima  lassù, ha deciso di darmi una mano.

La porta si apre di colpo e mi ritrovo nella stanza di poco prima.

La chiudo di colpo e mi ci appoggio contro.

Ave Maria.

Un pugno viene tirato dall'altro lato della porta.

«Non riuscirai a scappare!» urla il mostro.

E ha ragione.

Non riuscirò a scappare senza l'aiuto di qualcuno.

Ma, quando sollevo lo sguardo e vedo una piccola finestra, sento che potrei farcela da sola.

«Vedremo, stronzo» sussurro.

Sposto il lettino al centro della stanza e lo posiziono sotto la finestrella.

Spero di non essere ingrassata.

Faccio un salto e allungo le braccia, tentando di aprire la finestra un po' alla cieca.

Un piccolo click mi fa esultare internamente.

Bravissima Alaska!

Mi aggrappo al bordo della finestra e faccio leva sulle braccia.

Sono un po' indebolita, a causa di tutto il tempo ce ho passato dormendo, ma riesco comunque a tirarmi su e spingermi fuori.

Nel momento esatto in cui mi accorgo che sopra di me c'è il cielo pieno di stelle, inizio a piangere.

Sono fuori.

Adesso ho una missione importante da compiere.

Troverò la mia famiglia.

E Matt. E Kilorn.

Li troverò tutti.

E ritorneremo a casa, insieme.

Tangled in the Great EscapeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora