Odysseus Bar

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-Cosa fai?- le chiese.

-Scrivo di un nuovo personaggio- sospirò e girò pagina la ragazza.

Lui stava asciugando dei bicchieri -Ma non sei mai stanca di scrivere?- le chiese ancora.

-E tu non sei mai stanco di rompere le scatole? lo affrontò sollevando la testa con un sorrisetto strafottente.

Con lo stesso sorriso lui le indicò un angolo e disse -Se non ti piace la mia presenza puoi portare il tuo sedere sui divanetti come tutti gli altri.-

-Ma a me piace di più stare dietro al bancone- fece il broncio da bambina.

Il ragazzo lasciò da parte i bicchieri e si accovacciò di fronte a lei -Ti piace solo perché ci sono io, ammettilo.-

-In realtà sono qui per rubare le patatine fritte che escono dalla cucina.-

-Smettila perché non ti crede nessuno- insistette col solito sorriso di sfida.

-Va bene lo ammetto- ricambiando lo sguardo le si portò una mano sul petto- sono qui per le ciambelle- e sospirò teatralmente innamorata- le patatine bruciano troppo.-

Lui si alzò per servire una birra all'uomo appena arrivato e poi si gira verso di lei ancora seduta a terra

-In realtà trovi il mio deretano così attraente da non riuscire a staccargli gli occhi di dosso.-

-Sicuro! Peccato che tu non c'é l'abbia un sedere- ridacchiò la ragazza.

-Zitta tu che anche l'uomo-sirena ha più tette di te- le rispose incrociando le braccia soddisfatto.

-Ehi questa era cattiva! disse lei e fece una linguaccia imbronciandosi un attimo -E basta parlare dell'uomo-sirena, é inquietante.-

-Concordo con lui sul fatto che tu non sia lo stereotipo della ragazza tutta zucchero e miele ma paragonarti ad un mostro marino é stato troppo- ammise lui poggiato con le spalle al muro.

-Guarda che ci sono sirene diverse da quelle presenti in Harry Potter e il calice di fuoco

Lui si divertiva quando lo contraddiceva -E come sarebbero? Sentiamo.-

Lei ci pensò su e disse -Credo abbiano un fisico che incanta, delle labbra e degli occhi che solo a guardarli c'é da diventar pazzo e una voce che ammalierebbe Ulisse.-

-E allora tu sei una sirena- abbassò lo sguardo il ragazzo.-

-Che cosa? Perché?- rise lei sollevando un sopracciglio mentre lo guardava.

-Perché io sono Ulisse- e la guardò negli occhi senza nessun accenno di sorriso o smorfia.

Liber FabularumDove le storie prendono vita. Scoprilo ora