Hermione ne aveva passate di battaglie, anzi, probabilmente nei suoi 16 anni di vita aveva combattuto in maniera piú agguerrita della maggior parte degli auror presenti nel Ministero: a soli undici anni era stata ad un passo dal trovarsi in un vis-á-vis con il Signore Oscuro, a dodici invece aveva incontrato temerariamente un Basilisco, a tredici era tornata indietro nel tempo ed era riuscita a salvare il "famigerato pluriomicida" Sirius Black, mentre a quindici aveva combattuto contro l'orda di mangiamorte piú consistente mai assimilata. Per cui, un lettore esterno o un conoscente del mondo magico avrà trovato la paura, anzi il terrore che provó in quell'istante totalmente bizzarro; eppure, in quell'attimo nella foresta la strega fu assalita dal panico piú totale, un panico che le aveva fatto arrivare il cuore in gola e il battito nel cervello, un panico che persino lei, emblema della razionalità, non era riuscita a controllare.
Probabilmente, sarà stato perchè in tutte le sue esperienze passate sapeva di stare combattendo per qualcosa di totalmente giusto, oppure perché la compagnia di cui aveva goduto in precedenza era composta dai suoi due migliori amici in assoluto, e per quello si sentiva protetta ed in pace con se stessa; in quel momento invece, era letteralmente raggomitolata nell'abbraccio di Draco, nascosti a qualche metro di distanza dalla radura in un tronco secco e cavo, talmente compressi da fare fatica a respirare.
"Maledetti centauri!" Sussurró il ragazzo con fare adirato. "Devono averli messi a guardia della radura tempo fa, non avev-AH!"
"Che succede?" Hermione si voltò con degli occhi terrorizzati.
"La mano." Draco tiró fuori dalla stretta in cui erano lui e la ragazza un qualcosa coperto di sangue. "La mano." Ripetè.
La strega vide una ferita larga quanto un intero dito percorrere il dorso della mano del giovane, piccoli brandelli di carne a contornarla, che risaltavano sulla pelle bianca.
"Come te la sei fatta?"
"E me lo chiedi anche?" Draco si voltó verso la parte esterna del tronco. Hermione vide chiaramente la mascella squadrata ed il muscolo appena sotto che si contraeva, mentre piccole vene dal colore verdastro dipingevano il collo del ragazzo. Messo in quella posizione sembrava quasi una statua, sia per il colore delicato della pelle, sia per la postura solenne e perfettamente immobile, ma allo stesso tempo piena di dinamicitá.
"Sono ancora lí." La ragazza si distolse dai suoi pensieri per un istante. "E l'oggetto che devono proteggere a quanto pare è lí dietro."
Si voltó a guardare la strega appoggiata al suo petto. Gli occhi erano cosí grandi da poterle uscire dalle orbite, e il suo sguardo lasciava trapelare curiosità.
"Prima che tu me lo chieda Granger, l'oggetto è solo protetto dai centauri, non appartiene a loro." Sbuffò. "Io non rubo, cerco solo di riavere sempre ció che è mio. E questo lo era, hai la mia parola. Per quello che puó servire in questa situazione."
"Non mi interessa."
"Che cosa?"
"Del tuo prezioso oggetto, non mi interessa."
Hermione prese un bel respiro.
"Siamo qui, in piena notte e abbiamo stretto un patto formale. Sai perfettamente che qualsiasi cosa ci sia nascosta lí dietro- e ammiccó alla radura- è qualcosa che posso identificare, quindi se stessi progettando di fare del male a me o ai miei amici lo saprei. Quindi no Draco, non mi interessa la storia del tuo prezioso oggetto, ma solo come arrivare a prenderlo e andarcene di qui il prima possibile."
Il tono di Hermione era calmo, non lasciava trasparire emozioni.
Draco sorrise.
"Peró, che caratterino!"
"Lo prenderó per un complimento."
"Lo è." La ragazza sussultó.
"Ma sii piú rapida nei movimenti la prossima volta. Vorrei evitare di finire ancora abbrustolito, le mani mi servono." E cosí dicendo, ammiccó all'arto sanguinante.
"Cosa?"
"Hai sentito bene, sii piú rapid..."
"No, quello che hai detto prima. Significa che te lo sei fatto per...Cioè insomma, per spostarmi?"
Il mago la osservó ad occhi sgranati.
"Dio, io ti facevo una intelligente! Come credi che me lo sia fatto, tirando un ceffone ad uno dei bestioni?"
"Avresti potuto ripararti per proteggere te stesso, e magari aver fallito."
"E invece non l'ho fatto." Draco sospiró. "Come vedi non l'ho fatto."
Hermione arrossí. non si sarebbe mai aspettata che....Oh insomma! Non si sarebbe mai aspettata un sacco di cose che- guarda caso- erano successe tutte quella notte, e con Draco Malfoy, per giunta. Che le importava? Era solo un contratto magico, lei non era nient'altro che un prodotto da utilizzare per il raggiungimento di uno scopo. Sarebbe stato meglio pensare a come uscire di lí sani e salvi.
"Senti," esordí "se non vogliamo rimanere in questo vecchio albero per il resto dei nostri giorni, o peggio, fino a domani quando i professori ci ritroveranno con conseguente espulsione, trovati un piano, oppure aspetta che io risolva la questione da sola."
"Oh davvero? E come vorresti uscire, sentiamo, usando il tuo fascino femminile? Ti ricordo che sono dei cavalli!"
"E allora cosa pensi di fare?"
I centauri avevano teso le orecchie: qualcosa, a pochi passi da loro, stava sussurrando parole a voce un pó troppo alta.
"Non ne ho idea, fammici pensare!"
Ormai ne erano certi: gli intrusi erano lí vicino, da qualche parte.
"Abbiamo due bacchette magiche, potremmo usare qualsiasi incantesimo!"
"Su di uno, poi ci sarebbero gli altri ancora sani da eliminare, no?"
Lo scalpiccio di zoccoli era sempre piú vicino.
"Beh, potremmo usare l'ultimo incantesimo raggruppante di Vitio..."
"ZITTA!"
Hermione lo fissó, inerte.
"Li senti?" Draco chiuse gli occhi. "Perchè sono esattamente vicino a noi." Hermione si strinse ambiguamente al ragazzo, e sentí le sue mani cingerla in modo sempre piú stretto. Sentiva il profumo aspro delle foglie sparse a terra, misto a quello di muschio dell'albero; poi sentí il profumo di Draco, quel dolce aroma di colonia, misto a sudore ed intriso di tensione, sembrava cosí estraneo, eppure cosí rassicurante...Ad un tratto, la stretta morsa in cui erano congiunti rallentó, e sentí le braccia del ragazzo scorrerle sulla schiena fino a lasciarla libera.
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Lights || Dramione
Romance"Scese senza guardarla, come fosse il sole. Ma come il sole la vedeva anche senza guardare."