L'aria fresca del mattino pizzicava leggermente le guance di Draco, e il sottile ma pungente venticello gli scompigliava i capelli sempre ordinati. Aveva ancora delle cupe borse rossastre sotto gli occhi stanchi, e un teso cipiglio dominava ogni ruga del suo giovane volto.
"Che cosa state facendo?"
Esatto.
Il suo brusco risveglio quella mattina era stato causato dalla voce tuonante della McGranitt, prontamente seguita da un nugolo di studenti diretti verso la foresta nera per procurarsi delle radici di selce per una successiva lezione di Trasfugurazione che recitava "Da radice a Fenice!"
Il ragazzo era appena riuscito a socchiudere gli occhi quando Hermione si era alzata di scatto con il mantello coperto d'erba, foglie secche e bagnato dalla neve, mormorando diverse parole incomprensibili per la voce bassa, tra cui 'mi dispiace' e 'malinteso'.
Che poi, era forse arrossita?
"Mi è difficile pensare ad un qualsiasi tipo di malinteso, signorina Granger" aveva esordito l'insegnante marcando bene le parole finali "spero solo che questa INACCETTABILE situazione si chiarisca con un'altrettanto INACCETTABILE punizione. Per cominciare, dieci punti in meno a Serpeverde!" A quel punto Draco l'aveva fissata di sbieco, ma imperturbabile. "E ovviamente, quaranta punti in meno a Grifondoro. Mi aspettavo piú senno da lei, miss Granger. Uscire di notte, lontano dal castello, poi!" Hermione era di fuoco.
"E continuerei con una punizione martedí prossimo. Nel mio ufficio. Siete pregati di presentarvi in orario posteriore alla cena."
Detto questo, fece svolazzare fluentemente il suo mantello di velluto verde, e si allontanó con il naso all'aria seguita dai silenziosi spettatori che avevano assistito alla scena.
Lui ed Hermione si erano fissati per un attimo, anche se lei aveva il volto quasi interamente coperto dai capelli folti e crespi; poi, con un gesto a dir poco fulmineo, aveva scaraventato il mantello a terra ed era fuggita verso il castello senza dire una parola.
'Già' pensó Draco 'ma il mantello poteva pure tenerselo.'
Mentre percorreva gli ampi corridoi del castello era pervaso dall'odore di vaniglia emesso dall'indumento, che gli stuzzicava le narici come per dirgli 'ehy amico, questo qui lo ha indossato proprio la Granger la scorsa notte. Pensa un pó, glielo hai dato tu!'
Era solo per gentilezza, certo.
Draco lo sapeva. I mangiamorte glielo avevano detto di fare il gentile, sentiva ancora le loro voci a sillabare raccomandazioni nella testa.
Peró...Le aveva sentite anche nel momento in cui aveva slacciato il mantello dalle spalle?
La memoria è fragile di notte.
Forse.
O forse no.
Che importava? Doveva solo aprire quella stupida scatola e poi sarebbero tornati conoscenti come prima, non sarebbe stato cosí difficile.
Certo che quell'odore di vaniglia era davvero fastidioso. Si faceva piú intenso ogni minuto che passava.
Un secondo...Erano forse capelli quelli che camminavano velocemente vicino a lui?
"Granger?"
Hermione aveva gli occhi senza il minimo accenno di lacrima, il volto cosparso di lentiggini leggermente rossastro per il freddo, ma per il resto aveva la solita espressione imperturbabile di sempre.
Si voltó a fissarlo, gli occhi sereni.
"Se stai per chiedermi se sono arrabbiata, sappi che lo sono." Prese un bel respiro.
"Lo sono con me stessa."
"Cosa?"
"Semplicemente ora ci sono dentro, Draco. Io non mi tiro mai indietro, per cui apriamo pure la scatola e finiamo qui la questione."
Il mago la fissó con occhi sbarrati. Avrebbe mai avuto una reazione che poteva essere coerente con quello che era successo?
"È un espediente psicologico per farmi sentire in colpa?"
Hermione sorrise.
"Non lo farei mai, io sono una persona onesta."
"Ma anche scaltra."
"Forse." Gli angoli della bocca le si curvarono ancora un pó.
"Allora? Quando finiamo questa questione?"
Draco mise il mento tra pollice e indice, assumendo una scherzosa posizione da pensatore.
"Mmmh...Devo controllare la mia magiagenda, ma dovrei esserci questo pomeriggio!"
"Ah bene! Dove? Sotto il Platano Picchiatore come la volta scorsa?"
Il ragazzo aveva gli occhi ammiccati che scintillavano nella penombra del corridoio.
"Ti andrebbe di venire ad un allenamento di Quidditch?"
-
Harry non aveva mai osservato con cosí tanta cattiveria nessuno, ma Dean Thomas oltraggiava ogni limite alla pazienza che si fosse imposto precedentemente. Le mani del ragazzo scivolavano sulla curvatura della schiena sottile di Ginny, la stringevano a sè fino a far sfiorare i loro volti; era geloso, il ragazzo sopravvisuto lo ammetteva a se stesso, terribilmente geloso. Ma non si sarebbe abbassato a picchiare con pugni e calci un suo compagno di squadra solo per una ragazza, Harry era un uomo d'onore! Se Ginny fosse stata davvero felice del resto, non c'era alcun motivo di fare pressioni.
Ad un tratto colse un sorriso ammiccante ma nervoso sugli spalti. Guardò i compagni di squadra dagli occhi spenti e stanchi, le mani sporche di terra e i sorrisi tirati sul volto.
Che ci faceva Hermione nel campo appena dopo la fine dell'allenamento?
"Hermione! Abbiamo finito un'ora fa!"
"Uhm...Sí lo so..."
Sembrava agitata.
"Dico sul serio" continuó il ragazzo "ora si allenano solo i Serpeverde per il resto della giornat...Un momento!"
Harry alzò l'indice a mezz'aria.
"Sei qui per vedere uno di loro per caso?"
Hermione sussultò.
"Cosa? No...Non è come pensi..."
"È un pessimo modo per far ingelosire Ron."
"Non...Non sono alle dipendenze di Ron!"
Espressione furiosa. Pericolo.
"Dovresti parlargli."
"Scusa, è troppo impegnato a stare appiccicato come una ventosa a Lavanda Brown."
"Non avete parlato da quella volta alla Tana! Sono passati mesi ormai."
"E quindi?" Le orecchie della ragazza sembravano sul punto di esplodere per il rossore acceso che le tingeva. "Magari abbiamo capito entrambi che abbiamo altri interessi."
"Hemione..."
"Sul serio Harry. Sono qui...Per chiarire con un vecchio amico."
Proprio in quel momento Viktor Krum entró trionfante nel campo, il colbacco di cervo a circoscrivergli il capo.
Harry si girò sconvolto.
"Hermione! Krum....KRUM!"
"Io e Viktor abbiamo avuto un passato travagliato, sono certa di poter recuperare."
"Ma se non ti è mai interessato!" Adesso anche Harry si stava scaldando.
"Oh, avanti. Non puoi essere qui per lui davvero! Ti ricordo che è lui che ti ha appeso come una pera durante le vacanze, e non credo che muoia dalla voglia di rivederti."
"Magari ti sbagli. Non sei onnipotente, Harry."
Ad un tratto, Harry osservó gli occhi della sua amica. La conosceva fin troppo bene, sapeva che da quella via non avrebbe mai potuto nascondersi.
"Stai mentendo."
Hermione lo osservó, lo sguardo spaventato.
"Chi stai cercando di nascondere, Hermione? Anzi, che cosa vuoi nasconder..."
Ma non fece in tempo a terminare la frase.
"Granger!"
Draco era alcuni spalti dietro di lui.
La sua mano era aperta e sorrideva con sguardo sincero.
La stava salutando.
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Lights || Dramione
Romance"Scese senza guardarla, come fosse il sole. Ma come il sole la vedeva anche senza guardare."