#3 - La Strana Mail di Jonson

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Vengo distratto dalla notifica del telefono. Era la mail del mio capo. Devo ritornare a Milano per un lavoro. Alle 14 devo essere in azienda. Rispondo al mio capo con un secco 'Si capo'.

Guardo l'ora sul telefono. Sono le 5 del mattino. Cerco di pensare a cosa avevo fatto in un'ora ma l'unica spiegazione che mi viene in mente è... 'E' impossibile, questa è la vita vera. Non mi faccio certo influenzare da storie finte' mi dico. Scendo di nuovo in cucina, inizio a prepararmi la colazione. Metto a scaldare il latte e torno in camera per prepararmi i vestiti. Evito di guardale la finestra. Giacca nera, cravatta rossa, pantaloni neri, camicia bianca, scarpe da ginnastica e scarpe eleganti. Prendo una piccola busta e metto le scarpe eleganti, stile gangster, nella busta. Appoggio il tutto sullo stendino e scendo per il latte. Prendo la mia ciotola a forma di testa di leone, metto due cucchiai di cioccolato e verso il latte caldo. Prendo un vassoio e metto in un angolo la ciotola. Accanto alla ciotola metto un paio di fazzoletti. Mi dirigo verso il frigo, tiro fuori la torna. Taglio un paio di fette e le poso su un piattino. Rimetto la torta in frigo. Metto il piattino sul vassoio e mi dirigo al tavolo. Mi siedo. Mentre giro il cioccolato ripenso a cosa avevo provato mentre guardavo la luce. 'Quella luce mi stava bruciando il cuore. E poi quel sogno.. Quella sagoma nera... E poi Lei.. Il dolore mi sta distruggendo. Dovevo morire pure io'. Inizio a mangiare. La torta di Theo è unica, è un cuoco incredibile.

- Immagino che hai avuto un incubo, vero? - Mi chiede Theo

- Ehi Theo, ti ho svegliato?

- No, sono state le urla nel sonno a svegliarmi

- Scusami Theo, non volevo - Lo guardo triste e dispiaciuto

- Tranquillo, oggi pomeriggio andiamo dalla dottoressa Lee e vediamo cosa ti dice. Segue il tuo caso dalla scomparsa di Annabeth. Forse hai bisogno di farmaci più forti.

- Non posso, alle 14 devo essere da Jonson. Mi ha scritto una mail. Mi sistemo e alle 10 parto.

- Va bene. Se qualcosa chiama, oki?

- Va bene.

Theo ritorna in camera. Continuo a mangiare e assaporare la leggerezza della torta. Finito il pasto, mi dirigo in bagno. Accendo la luce ma non funziona. Ritorno in camera, prendo un foglietto adesivo e scrivo 'Luce notturna fulminata' e lo appiccico sulla porta del bagno. Accendo la diurna e mi faccio la doccia. L'acqua calda scendeva lungo il mio corpo. Avevo delle ferite sulle braccia e alcuni graffi sulle gambe dovuti all'incidente in moto. Col passaggio dell'acqua calda, le ferite mi facevano male. Chiudo gli occhi. Dopo poco tempo mi abituo al dolore e mi godo la "mini-sauna" mattutina. Mi lavo i capelli lisci color neve. Inarco il capo e il busto all'indietro e distendo le braccia in alto. Sento l'acqua cadere direttamente sul mio petto. Mi insapono e mi lavo. Mi lavo anche i capelli. Mi sciacquo completamente. Chiudo l'acqua e riapro gli occhi. Esco dalla doccia. Mi asciugo difronte allo specchio. Guardo il mio petto. 'La cicatrice non dovrebbe bruciare' penso tra me e me mentre la osservo. In un punto, vicino alla mia spella sinistra, è un po' viola ma non mi preoccupo più di tanto. Mi pulisco le orecchie. Asciugo con delicatezza le ferite e la cicatrice. Noto che la ferita sulla spalla inizia a sanguinare. Prendo un pochino di cotone e cerco di tapparlo. Mentre tengo il cotone sulla spalla, guardo lo specchio. Guardo i miei occhi. In un mio occhio il cerchio di fuoco e la sagoma nera. Suona la sveglia in camera mia, e mi dirigo nudo in camera. Fortunatamente è vicina. Appena entro, chiudo la porta. Accendo la luce. Spengo il telefono. Mi metto le mutande arancioni e i calzini bianchi. Ritorno in bagno per sistemare gli asciugamani. Metto il profumo sul collo e sul petto. Sotto le ascelle metto il deodorante. Torno in camera e guardo l'orario. Sono già le 9. Inizio a vestirmi. Mi preparo. Metto il pc nella borsa. Metto la cravatta nella sua custodia e la metto insieme alle scarpe. Prendo le chiavi di casa. Dò un ultima occhiata alla casa, tutto ok, e vado in garage. Metto le mie cose sul sedile posteriore. Salgo al volante. Apro il garage. Ha nevicato molto la notte e preferisco partire un po prima. Esco lentamente e chiudo il carage. La strada che porta alla statale è un po' innevata. Metto il 4x4 e vado piano. Una volta giunto sulla statale, la strada è molto più pulita. Dopo mezz'ora sono sull'autostrada e mi dirigo a Milano.

Reazione a catenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora