A casa...

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Tornammo a casa
Ero esausta
Come al solito venne a dormire da me
Mentre dormivo,sentii squillare il suo cellulare
Era arrivato un messaggio
Lo lessi:
<Ei amore,dove sei?mi manchi.
Ti amo tanto.>
Gli diedi uno schiaffo.
Si svegliò.
<Chi cazzo è questa?mi hai preso per il culo.
Lurido bastardo vattene da casa mia.
E non farti vedere mai più.
Sparisci dalla mia vita.
Muori.>
<Non volevo.
Io ti amo ma sono fidanzato.>
<NON MI HAI CAPITA FORSE?!
ESCI DA CASA MIA E SPARISCI PER SEMPRE.
TU PER ME,NON ESISTI PIÙ.>
Passarono mesi da quel giorno e io non facevo altro che stare in casa.
Ero depressa.
I miei erano tornati da tanto dalla vacanza ed erano profondamente preoccupati per me.
Non mangiavo,non uscivo,non parlavo,andavo dallo psicologo.
Un giorno ci sedemmo a tavola e mi chiesero:Insomma,cosa c'è che non va?Sono mesi che vai avanti così.
Io e tuo padre siamo in pensiero.
senti,ti va se domani andiamo al luna park?
Io dissi:ehm....o...ok.......
Loro non sapevano niente di cosa mi fosse successo.
Ogni giorno vedevo quel bastardo stare con quella e la baciava davanti a me.
Apposta.
Tutti quei pomeriggi,i baci,i ricordi.
In fumo.
Anzi,cenere.
Perché almeno il fumo ha una destinazione.
La cenere rimane lì,senza muoversi,senza un senso.
Il giorno seguente andammo al luna park.
Devo ammettere che mi divertii sulle montagne russe.
Tornammo a casa e andammo a cena fuori,in un ristorante a due isolati da casa mia.
Un posto molto tranquillo e appartato.
Mentre ci servivano portando gli antipasti,andai un attimo in bagno.
E mentre camminavo,andai addosso ad un cameriere.
Feci cadere tutte le posate.
Lo guardai ed era un ragazzo.
Bello a dir poco.
Ma non volevo soffrire di nuovo e dissi bruscamente:Tieni.
Mi guardò un po sbigottito,riprese la sua roba e ogni volta si voltava a guardarmi.
Mentre mangiavo,veniva a servirmi sempre lui e mi lasciò un biglietto sul tavolo mentre i miei pagavano il conto davanti alla cassa<Mi domando come una ragazza bella come te,possa essere diventata anoressica e triste.>
Sorrisi e rimandai il biglietto con scritto<Colpa di una persona poco gentile.>
Venne a parlarmi al tavolo e stette lì a guardarmi come se fosse la cosa più bella che avesse mai visto nella sua esistenza.
Non volevo innamorarmi di nuovo,ma i sentimenti avevano il comando sul mio cervello.
Il giorno dopo tornai a cenare lì e i miei mi ci portarono volentieri,dato che ero sottopeso.
Ma lui non c'era.
Mi scese una lacrima ma senza che nessuno mi vedesse.
Anche lui mi aveva abbandonata.
Mentre i miei genitori parlavano con dei loro amici incontrati per caso,uscii a prendere una boccata d'aria.
Ad un certo punto vidi tutto nero.
<Indovina chi sono.>
<ODDIO SEI TU.>
Lo abbracciai.
Staccatami dalle sue braccia,mi resi conto di quello che avevo fatto.
Avevo abbracciato uno sconosciuto.
<S...senti io devo andare.>
<No dai,parliamo.
Dimmi almeno il tuo nome.
Io sono Alessandro.
E tu?>
<Giulia.>
<GIULIA DOV'ERI?DOBBIAMO TORNARE A CASA,SONO LE 11 PASSATE!>
I miei genitori.
Come al solito interrompevano i momenti migliori.
<Ok,arrivo mamma!Un attimo!
Ecco,io dovrei andare...abito a due isolati da qui.
In via ramagli 7,numero 15.
Domani vieni se ti va...ciao.>
<Non mancherò.>

Un Amore Comparso Per CasoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora