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Marvin strinse i capelli di Justin tra le proprie dita mentre il ragazzo era intento a lasciarle un bel succhiotto sul collo.
Schiuse le labbra lasciandosi scappare un ansimo quando lui fece scontrare i loro bacini ancora troppo coperti.
Erano a casa di lei, e lui l'aveva da poco intrappolata al muro dell'atrio, impaziente di tutto.
Non avrebbe dovuto aprirgli con addosso una semplice camicetta.

Justin la voleva e lasciò scivolare una mano sulla coscia della mora portandosela attorno al bacino.
Raggiunse poi con la stessa mano il suo sedere coperto solo da degli slip in pizzo rossi.
Lo strinse con arroganza e contemporaneamente terminò di succhiare quel lembo di pelle che ormai aveva torturato abbastanza, ci premette poco dopo la punta della lingua.
Si staccò dal collo della mora e la guardò negli occhi soddisfatto.

Marvin approfittò di quel momento e si ricompose rimettendo la gamba a terra.
Justin era confuso ma poco dopo si ritrovò sul divano, seduto e  con una bella e provocante ragazza a cavalcioni sul suo bacino.

Si morse forte il labbro impaziente mentre lei si sbarazzò della canotta del ragazzo lasciandola cadere a terra, lo fece poi distendere.
Si spostò i capelli all'indietro prima di abbassarsi verso il petto del suo amante lasciando dei baci umidi e lenti, voleva farsi desiderare il piú possibile.
Arrivò pochi secondi dopo all'elastico dei boxer -lasciati in bella vista a causa dei pantaloni abbassati- e lo prese solamente tra i denti per poi farlo scontrare contro la pelle di lui.
Risalì lentamente tracciando con la punta della lingua il contorno degli addominali mentre con una mano andò a posarsi sul cavallo dei pantaloni di Justin, strinse provocandolo e sentì il ragazzo sotto di sé ansimare.

Quando ritornarono l'uno difronte il viso dell'altra si sentì uno spiacevole suono provenire dal telefono del ragazzo; qualcuno lo stava chiamando.
Ignorandolo, Marvin si sbarazzò della propria camicia sbottonandola il più velocemente possibile, si abbassò nuovamente e prese a baciare la mascella del ragazzo mentre lui era intento a sbottonarsi i jeans, ormai eccitato.

La suoneria cessò e la ragazza approfittò del silenzio abbassando  i jeans al ragazzo sotto di lei ma un altra volta il cellulare prese a squillare.
In quel momento sbuffò vedendo Justin recuperare l'oggetto e rispondere.
La mora si fermò rifiutandosi di continuare quando riconobbe la voce che, infuriata, stava chiedendo al proprio ragazzo cosa stesse facendo per non rispondere ai messaggi e alle sue chiamate.
Lui, d'altra parte si sistemò posando il cellulare tra la spalla e l'orecchio per chiudersi la cerniera.

"Sono da Mason, ti stavo giusto per chiamare, sto per tornare a casa" disse senza alcuna difficoltà a mentire, Justin.
Marvin si scansò dal corpo del ragazzo e si sedette in un punto libero non appena lui si sistemò composto, cominciò a giocherellare con una ciocca di capelli osservando le punte.
Sentì lo sguardo del ragazzo bruciarle addosso.
Si voltò verso di lui ed infatti lo sorprese a guardarla, di tutta risposta lui, le fece un occhiolino continuando la chiamata inventando scuse con Chloé.
Poi riattaccò. 

"Mi dispiace bambina ma stasera avevo appuntamento con lei, me ne ero dimenticato" si alzò dal divano andando a recuperare l'indumento che gli mancava e lentamente indossò la canotta.

La ragazza scrollò le spalle a quello che disse e cominciò a fissare il ragazzo difronte a sé in più punti del corpo.

Era proprio un bel ragazzo.

"Che c'è?" Chiese lui divertito estraendo le chiavi della propria auto e riponendo il cellulare nella tasca.

"Con te ho superato me stessa, sei davvero un gran pezzo di figo" e dopo quelle parole si alzò dal divano fronteggiandolo, ridacchiò divertita.

"Mi raccomando, se te la porti a letto non farti scappare il mio nome" continuò a parlare sfottendolo, d'altra parte Justin non poté far ameno che sorridere anche se in fondo si sentiva in colpa per la sua ragazza.

"E tu cerca di trattenere le dita quando me ne vado" le rispose a tono lui e le abbottonò la camicia cominciando dal basso non riuscendo a trattenere una risata per le parole appena pronunciate.
Seguì con lo sguardo i suoi stessi movimenti.

"Fremano giá dalla voglia, guarda qua" piazzò davanti al viso del ragazzo la  mano con il dito medio in bella vista.

Lui terminò di rivestirla per quel poco che lei indossava e a quel gesto storse le labbra nascondendo di esser divertito.

"Ora vado" rispose solamente il ragazzo e la salutò con una pacca sul sedere.
Uscì dalla porta sul retro che dava al garage, la macchina solitamente la parcheggiava lì per non dare nell'occhio.

Sparí quindi dalla vista della ragazza che ritornò sul divano, si distese e sbuffò, avrebbe voluto divertirsi con lui quella sera e invece le aveva appena dato buca.
Sicuramente avrebbero recuperato tra qualche giorno.

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