Chapter Three ~ Allerta

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Mi svegliai bruscamente con il rumore della portiera del van sbattere rumorosamente.
-"Sveglia principessina"- disse Daryl mentre prendeva le armi dal cassone del pick-up.
-"Dio mio, il tuo sarcasmo mi uccide"- risposi scendendo lentamente.
L'arciere si caricò tutto in spalla e cominciò ad incamminarsi verso il retro del piccolo market davanti a noi. Controllò l'assenza di zombie intorno al locale, poi si incamminò verso la porta sul retro e, con una spallata ben assestata, l'aprì. Lui entrò dentro sicuro di sè, ma io rimasi fuori.
-"Daryl?"-
-"Mh"- si voltò annoiato.
-"Io non entro se non ho un'arma."-
Sospirò rumorosamente camminando verso di me. Si tolse di spalla il mio arco e me lo porse con un espressione severa. Lo stavo per prendere quando lui me lo allontanò dalle mani.
-"Fai qualche cazzata e ti uccido."-
-"Si, va bene. Dammelo"- lo afferrai velocemente e lo guardai torva.
Entrammo tutti e due dentro il locale e, dopo un giro di controllo zombie, cominciammo a mettere dentro gli zaini quanto più possibile. Riuscii perfino a trovare una confezione di Twix. Adoravo mangiare schifezze prima di tutto questo...
Presi anche degli assorbenti. Le donne della prigione ne saranno ben contente!
Delle voci maschili fuori dal negozio mi fecero sobbalzare e d'istinto mi abbassai dietro uno scaffale con l'arco pronto a scoccare ad ogni evenienza. Mi guardai intorno per quel che potevo, ma di Daryl nemmeno l'ombra.
'Dannazione!'
-"Jeff noi entriamo. Tu resta qui."- disse una delle voci maschili là fuori.
-"Dai, lo sapete che odio restare da solo. Fammi entrare con voi, Martinez!"- disse quella che mi sembrava la voce di un ragazzo davvero giovane.
-"Non entrerai mai nelle grazie del Governatore se sarai così cagasotto, Jeff"- rispose l'altro in una grassa risata -"Quindi non rompere e resta qui come ti ho detto."-
Sentii le porte aprirsi e a quel punto una mano mi tappò la bocca e un braccio mi cinse la vita trascinandomi indietro. Mi dimenai con tutte le mie forze e cercai di guardare il mio aggressore.
-"Sono io, 'sta ferma"- mi sussurrò all'orecchio.
Sentii il suo respiro sul serio collo e un brivido mi attraversò la schiena. Riuscivo perfino a sentire il suo odore e per quanto potesse essere abbastanza sgradevole, aveva un non so che di sensuale.
'Beh? A cosa diavolo stai pensando, cretina?' Scossi bruscamente la testa.
Daryl mi spinse fuori dal market e chiuse la porta alle sue spalle molto lentamente per non fare alcun rumore.
-"Andiamo."-
Mi superò e fece strada fino al pick-up. Il ragazzino davanti all'entrata principale spuntò da dietro l'angolo, cogliendo di sorpresa l'arciere, ma prima che il ragazzo potesse emettere alcun suono ed estrarre la pistola dalla fondina, una freccia gli trapassò il cranio, facendolo cadere a terra con un tonfo sordo. Daryl si girò e mi guardò stupito.
-"Non so se essere contento o terribilmente incazzato."-
-"Andiamocene alla svelta!"-
Ci precipitammo all'interno del veicolo e mise in moto, mentre la parte restante del gruppo uscì in tempo per vederci sgommare via e per scaricarci contro qualche caricatore.
-"Ho fatto un casino. Non dovevo ucciderlo! Oh mio Dio!"- andai totalmente nel panico.
-"Calmati"- suggerì l'arciere.
-"Avrà avuto diciassette anni! Cos'ho fatto?!"- mi misi le mani tra i capelli.
-"Ehi."-
-"Adesso ci seguiranno e finiremo nei casini! Ci uccideranno!"-
-"Ellie..."-
-"Sono un mostro!"- scossi violentemente la testa.
-"Ehi!"- Daryl mi afferrò il mento e girò il mio viso verso di lui -"Ascoltami bene, hai sentito la necessità di farlo e in quel preciso momento hai pensato che fosse la cosa migliore, okay?"- disse con un tono di voce deciso, continuando a guardare me e la strada ad intermittenza -"Quindi, finiscila di piangerti addosso"- concluse mantenendo la presa sul mio mento.
Puntai i miei occhi nei suoi e per un attimo temetti di essermici persa dentro.
Mollò la presa dopo un tempo che mi sembrò infinito e ritornammo alla prigione nel più completo silenzio.

Quando scesi dal pick-up, vidi Rick correrci in contro preoccupato.
-"Gesù, cos'è successo qui? Sono fori di proiettili quelli?"- esclamò guardandomi.
-"Fatti spiegare da Daryl. Io voglio solo stare da sola per un po'."-
Feci per andarmene quando Rick mi afferrò per un braccio.
Mi porse la mano e mi indicò con il mento il mento l'arco che avevo in spalla. Glielo lanciai arrabbiata e me ne andai.

'Ho ucciso. Di nuovo. Mi ero promessa che non lo avrei mai più fatto, anche se fossi stata davvero in difficoltà.'
Ero seduta sul prato della prigione da ormai ore, credo. Tenevo strette le ginocchia al petto, continuando a ripetermi le stesse tre frasi con gli occhi fissi sugli zombie che vagavano fra i boschi intorno alla prigione.
Balzai spaventata quando il mio arco cadde sull'erba davanti a me in un rumore sordo. Daryl si sedette affianco a me con le ginocchia leggermente piegate e le braccia appoggiate su di esse.
-"Ho detto a Rick ciò che hai fatto oggi e mi ha permesso di ridarti l'arco, il tuo coltello e la tua pistola"- e mi buttò quest'ultimi ai piedi.
Guardai il suo profilo. Quei capelli lunghi, gli occhi azzurri, il naso a patata e le labbra fini, attorniante da quella barbetta bionda. Nell'insieme erano... Perfetti.
Si girò a guardarmi -"Beh?"-
Notai che aveva un neo sotto lo zigomo sinistro.
-"Hai un neo qui"- glielo puntai con il dito -"Come Marilyn Monroe..."- dissi prendendolo in giro.
-"Ma che problemi hai?"- rispose lui in un sorrisetto.
-"Più di quanti tu possa immaginare"- alzai le sopracciglia.
Daryl scosse la testa e si alzò in piedi. Fece per tornare al Blocco C ma lo fermai. Lui si girò a guardarmi e ritornò da me.
-"Cosa?"-
-"Beh, ho sentito quei tipi parlare oggi al super market... Parlavano di un certo Governatore...  E ho pensato di dirtelo."-Non appena nominati quella persona, credo, lo vidi irrigidirsi.
-"Tutto bene?"- lo scossi dal braccio.
-"No. Vieni. Devi dirlo a Rick."-
Daryl mi aiutò ad alzarmi e mi trascinò con lui, tenendomi dal polso per tutto il tragitto. Non capivo. Che cosa stava succedendo? E chi è questo Governatore?
Mi portò dallo sceriffo e mi intimò di raccontare tutto ciò che avevo sentito. Dopo averlo detto anche a Rick, sospirò sonoramente e mise le mani sui fianchi.
-"Speravo che questo problema si ripresentasse il più tardi possibile."-

Spazio piccolo piccolo dell'autrice:
Lo sooooo... Avevo promesso che avrei scritto di più durante le vacanze ma con il lavoro è dura... ç.ç spero che i pochi che stavano leggendo la mia "schifezzuola" continuino a farlo... 😥E spero soprattutto che sia all'altezza.. ☹️
Mi spiace per l'attesa, un bacio, vi amo tutti! 🦄❤️

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