Mia si stesa a pancia in su nel suo divano, con i pensieri che le turbinavano in testa. Si mise ad ascoltare Troye Sivan il bel ragazzo con una voce spettacolare, secondo i suoi gusti, per capire meglio la situazione. Fun. Le piaceva tanto quella canzone. Le veniva di ballarla, ma alzando le braccia in aria, muovendo solo i fianchi. Così faceva lei, quando era da sola. Molti l'avrebbero presa per pazza se l'avessero vista dalla finestra, ma non le importava. Ballava fino alla fine.
La ragazza chiuse gli occhi.
Che Anne avesse lasciato Tyler era certo ormai; il punto era il perché.
Forse non ne era mai stata innamorata, forse aveva bisogno di tempo, forse un motivo non c'era.
Quando di solito un problema è troppo complicato non c'è una soluzione, come con la matematica. Esistevano le equazioni impossibili, e spesso erano quelle più complicate.
Ma Mia si diede della stupida per il ragionamento appena fatto.A Anne non piaceva essere aiutata. Era una cosa che odiava, preferiva sempre risolversi le cose da sola. In quel momento però avrebbe voluto tanto essere stretta in un abbraccio.
Tyler.
Le era sempre piaciuto il nome Tyler. Lo riteneva un nome forte che doveva essere messo alla persona giusta.. ma chi voleva prendere un giro. Altro che persona giusta. Tyler era il suo Tyler.
Anche se si fosse chiamato Gesualdo lo avrebbe amato tanto. Non era il suo nome che faceva di lui quello che era.
Era.. non aveva spiegazioni. Era lui.
Non era possibile, così si sedette sulla panchina del parco in cui stava passeggiando ripetutamente da due ore oramai. Molti anziani le sorridevano vedendola passare di nuovo, e ancora e ancora, altri borbottavano, altri erano indifferenti.
Si strinse nel cappotto di pelle scamosciata marrone. Mentre si copriva le mani livide. Tirava un'aria fresca, di quelle che però non muoveva tanto gli alberi. L'aria giusta. Penso lei.
La mia aria pensò so già chi è.
Gia lo sapeva bene, ma sapeva bene che non poteva.
Basta prendere e prenderti in giro Anne! Nom vuoi Tyler perché non vuoi immischiarlo nei tuoi problemi!
Mise la testa fra le mani e iniziò a singhiozzare, in quel momento per lei era tutto così sbagliato, ma doveva andare avanti.
Lei ancora non lo sapeva ma lei era stanca, ormai di tutto. Voleva solo vivere.
La sua vita non era più con lei. Che scleta idiota aveva fatto.
Penso a Mattew. Per un attimo; lui non sopportava segreti. Ma con questo era costretta.
Lei non l'aveva mai detto, ne l'avrebbe mai fatto, ma sua madre la picchiava.Tyler era steso in camera sua quando sua sorella entro in camera senza bussare. Non che gli importasse molto.
"Ty"- mormorò con la sua borsa da passeggio in spalla. Era molto bella sua sorella. Quando sorrideva e le spuntavano due fossette adorabili, quando i capelli castani le incorniciavano il viso tondo e perfetto.
Somigliava molto a sua madre. Si ritrovò a pensare.
Anche Anne era bella. Appena pensò a questo le vennero i brividi e fu costretto a stroppicciarsi gli occhi fingendosi stanco agli occhi della sorella.
"Faccio un giretto"- annunciò lei aggiustandosi i capelli dietro le orecchie ma togliendoseli subito. Fece tutto questo guardandosi allo specchio.
"Vieni con me?"- gli sorrise. Uno dei suoi soliti sorrisi.
Lui non sapeva cosa fare, avrebbe preferito uscire, ma i suoi arti lo facevano stare sdraiato con le mani intrecciate dietro la nuca.
Sospirò "No vai pure, io non ho voglia"- rispose alla sorella.
Lei annuì e lo salutò "Ci vediamo più tardi, cucino qualcosa io okay?"-
Lui annuì, ma sapeva che le sarebbe toccato qualcosa come pasta al pomodoro o bistecca coi piselli.
Non che a lui non andasse bene, certo che gli andava bene. Sua sorella si occupava di lui, cosa che avrebbero dovuto fare i genitori assenti.
Non ne parlava molto con sua sorella ma sapeva che c'era qualcosa che non andava. Sapeva che c'era qualche problema con i soldi, li aveva sentiti parlare e lui si era messo a origliare.
Lo beccarono quasi subito. Si beccò una bella strigliata, molte parole dissero, lui adesso non ricordava niente, perché il suo pensiero era arrivato, chissà come, a Anne.
La bellissima ragazza. Quella che gli faceva battere il cuore. Non l'amava perché era bella. La amava perché era lei.
Lei. Era il suo primo pensiero appena si alzava la mattina e l'ultimo quando chiudeva gli occhi stanchi. A volte ci stava ore sveglio a pensare a quanto fosse dannatamente quella giusta. Quella che non l'aveva voluto per quello che era.
Non gliel'aveva mai detto.
Lui sapeva bene perché lei l'aveva lasciato.
Non era sicura del perché lui stasse con lei.
Avrebbe voluto correre a casa sua, scusarsi, sussurrarle parole dolci, come facevano sempre, baciarla, fare l'amore con lei, consumarsi a vicenda. Ma lei di spogliarsi si era sempre rifiutata. Lui non l'aveva mai obbligata, anzi. La capiva, era un mese. Un solo mese. Lui non voleva passare per quello che non era.
A lui bastava lei.
A lei sarebbe bastato lui?Alloraaa, se questo capitolo è venuto bene ringraziate TROYE SIVAN, con BITE, stavo ascoltando lui mentre scrivevo.
(Ah e chi è d'accordo con me che Fun è stupenda?)
Comunque, ecco a voi un altro capitolo, spero vi piaccia, davvero.Un bacio💕🌈

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Sea <mgc>
FanfictionMia entrò nella camera dei genitori, dove sedeva con loro il fratello Tyler. "Che succede?"- le venne spontaneo di chiedere. I genitori la guardarono un attimo poi risposero; "Ci trasferiamo.. a Sydney"- Mia rimase un secondo a guardarli, cercando...