Evan Peters

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Erano quasi sempre i primi ragazzi ad andare in mensa. Molti si fermavano a parlare per i corridoi dopo le cinque ore snervanti. Mia sapeva cosa significava essere snervati. In questo momento non poteva credere alla sua F in chimica. Aveva studiato giorni, ma niente. La professoressa non lo considerava un compito sufficiente.
Non si merita la sufficienza Stevenson disse acida.
La ragazza non aveva risposto, ma aveva guardato male la professoressa. Il suo compito non era assolutamente da F, magari da C.
Scosse la testa e si sedette di nuovo al suo banco, in cui sedeva accanto in quel momento un ragazzina minuta con gli occhiali.
"Andrà meglio la prossima volta"- così aveva detto la sua amica, ma lei ci credeva poco. La professoressa odiava Mia. Non poteva vederla, non la sopportava. Anche quando camminava nei corridoi la donna la fulminava con lo sguardo. Mia ci faceva caso, ma non era poi così preoccupata. La cosa era reciproca.
Mia pensava a quello quando il loro amico tornò al tavolo, con un vassoio di plastica rosso. Aveva scelto della maionese, del ketchup, una bistecca, sembra tutto tranne bistecca, aveva pensato Mia, poi delle patatine fritte.
"Cos'è un hamburger senza una fetta di pane sopra e sotto?"- chiese Anne scioccata dando un colpetto a quella cosa con la forchetta.
"Fatti i fatti tuoi Smith"- Mattew le fece la lunguaccia. Successivamente si mise una patatina in bocca.
Anne era molto precisa sul cibo, non si sbilanciava mai, non prendeva mai niente di troppo caloroso, grasso o pieno di zuccheri. Infatti nel suo vassoio c'era solo un pò di pasta alle zucchine e due carote lesse.
Mia era quella che aveva più cibo di tutti. Della pasta, un bel pò di cose fritte, comprese verdure e un gelato confezionato. Non aveva molta fame, ma si era sentita di prendere tutta quella roba.
Come se dovesse sfogare tutto su quel cibo ci si fiondo sopra finendo quasi tutto in un batter d'occhio. Aveva sempre ringraziato sua madre per averle donato la grazia di non ingrassare.
Infatti non era molto grassa Mia, aveva le sue forme, anche se non si piaceva, era perfetta, si può dire.
Appena arrivo al gelato Anne parlò.
"Ho scoperto chi è il ragazzo dei fiori "-
Mattew e Mia sapevano che il ragazzo dei fiori era lo sconosciuto che lasciava ad Anne sempre una rosa appena sbocciata sul banco.
Mia lo considerava un gesto disgustosamente dolce, Mattew ne era indifferente. Anne invece, era andata. O almeno così sembrava. Nel vero senso della parola.
"Non crederete mai a chi sto per dirvi"- disse posando la forchetta sul vassoio è pulendosi le mani.
"Se magari ci dici chi è.."- Mattew era sempre stato così. Con un sarcasmo quasi offensivo, ma i tre si volevano bene, altroché.
"Peters Evan"-
Mia rimase indifferente un attimo a quel nome. Ma subito dopo sgranò gli occhi e la sua bocca si spalancò.
"Cosa?"- Mattew ci rimase male, la sua voce era diventata fredda e quando lui era freddo era rimasto deluso.
Mia non parlò. Rimase zitta ma non riuscì ad essere impassibile. Quel ragazzo era con lei al corso di economia, non le era rimasto molto simpatico e lei gli avrebbe dato di tutto, tranne del ragazzo dolce e innamorato che lascia una rosa sopra il banco della mia migliore amica.
Mia sperava tanto che Anne non cadesse in quella trappola, ma è inutile dirlo, tutti e due i suoi amici l'avevano capito. Era fottuta in testa.
"Mio fratello"- Mia disse questo poi continuò stizzita "hai lasciato mio fratello per un ragazzo di cui nemmeno sapevi il nome?"- Mia era arrabbiata, più che non Anne con se stessa, perché avrebbe potuto aprire gli occhi al fratello, ma si era sempre fatta gli affari suoi, non si era intromessa mai.
Ma tutto insieme la rabbia di Mia scomparve, quando Anne la guardò.

"Ma cosa dici Mia?"- Anne adesso aveva i lucciconi agli occhi.
Anne non voleva che il nome Tyler o la parola fratello uscisse dalla bocca della sua migliore amica, amava Tyler da morire, non riusciva a togliersi dalla testa il suo sguardo, le sue mani, i suoi occhi, la sua bocca, la sua voce, non riusciva a dimenticare lui. E nonostante ci provasse giorno e sera, falliva.
Anne in un mese aveva capito tutto. Era veramente innamorata di Tyler.
Sua madre aveva detto come fai a capire se Tyler è l'uomo della tua vita Anne, siete stati insieme solo un mese! Non puoi saperlo, oltretutto hai solo diciassette anni.
Anne aveva compiuto gli anni due mesi fa, gli amici le avevano preparato una festa a sorpresa.
In quel momento lei aveva tutti.
Adesso fra questi aveva perso quello più importante.
Mia e Mattew la capivano. La adoravano se è per questo. Ma non avevano accettato il fatto che avesse lasciato Tyler.
Anne sapeva bene il perché. Lei era troppo diversa da lui. Lui era divertente, simpatico, bello e affascinante, misterioso, dolce, caloroso.
Lei era l'opposto. Completamente l'opposto.
Anne si era ritrovata in un momento della sua vita in cui non sapeva più cosa pensare.
Tyler sta con me per quale motivo?
Tutti i giorni la stessa domanda.
Io sono pazza di lui, ma lui è pazzo di me?
Questo l'aveva portata a proseguire la sua strada senza di lui.
Lei adesso stava male, stava morendo dentro, non la capivano.
Nemmeno sua madre non riusciva a capirla.
Sua madre credeva che ogni uomo tradisse la sua donna, perché suo marito, ovvero suo padre le aveva tradite. Le aveva tradite con una donna straniera, molto bella. Una collega di lavoro.
Adesso Anne vedeva solo buio, tanto che se morisse non avrebbe sentito niente.
Cercava di mostrarsi forte, anzi infondo voleva esserlo, quindi pensava che mostrandosi forti avremmo ottenuto forza. Ma niente da fare. Lei era vuota adesso senza il ragazzo dagli occhi marroni.
La prima volta che lo vide notò quelli.
I suoi occhi. Pensò, si era innamorata di quelli. Quegli occhi tanto popolari quanto meravigliosi.
Il modo per dimenticare Tyler era usare qualcun'altro. Adesso l'avevo trovato quel qualcun'altro.
Ma una voce nella sua testa diceva che non doveva, lei la ascoltò, ma avrebbe fatto come voleva.
"Scusa"- questo fu quello che Mia le disse.
La sua amica era davvero dispiaciuta, lo si vedeva da chilometri.

Anne si ritrovò ad annuire con gli occhi pieni di lacrime.
Mattew adesso le guardava, sapeva bene chi fosse Evan Peters. Era uno dei suoi amici qualche anno fa, prima che si trasferisse in Kansas, a Kansas City, ma poi è ritornato e quando l'ha fatto, era come se non si fossero riconosciuti. Si erano guardati ma Evan aveva preferito starsene zitto. Ultima volta che l'aveva visto, era nel gruppetto dei più importanti. Non che Mattew non ne fosse all'altezza di quei tre o quattro gatti che si credevano Zeus sceso in terra, ma al ragazzo non interessava la fama a scuola, anzi quella parola la considerava ridicola da morire, avrebbe voluto ridere.
Essere famosi è un altro discorso. Insomma a lui non importava niente.
Evan stava calpestando una sigaretta, la sua sigaretta.
Aveva alzato lo sguardo buttando fuori l'ultimo alito di fumo e si guardarono.
Sguardi, sguardi, sguardi. Ma mai una parola.
Infondo avrebbe voluto parlargli, dirgli che gli era mancato dandogli una pacca sulla spalla.
In quel momento non sapeva dove fosse.
In mensa non c'era, forse non era a scuola. Di solito lo vedeva sempre nei soliti posti. Ma era come se da una settimana all'altra fosse sparito. Morto. Invisibile.
"Mattew lo conosci. Vero?"- non si era reso conto che le due avevano ricominciato a parlare tranquillamente dopo che Mia avesse messo in discussione sui fratello.
Per l'appunto, Tyler era uno dei suoi amici, di Mattew.
Lui annuì distrattamente alle parole di Anne.
"Come è?"- aveva chiesto Anne "un bravo ragazzo?"-
Un bravo ragazzo.. Mattew era scoppiato a ridere così forte, che le due ragazze lo guardarono male.
"Senti Anne, ho avuto molte esperienze, ma mai una come quella di Evan"- disse "Non posso reputarlo un bravo ragazzo, ne tantomeno un tipo per te"- conclude.
Aveva pronunciato quelle parole con disgusto. Forse troppo, perché Anne era rimasta a bocca semi-aperta.
Mattew considerava le due ragazze come sorelle, non ne aveva mai avuta una e adesso che sembrava ne avesse due, doveva proteggerle fino alla fine.
Anne alla fine sospirò e Mia li guardò a entrambi.
"Attenzione prego!"- urlò un ragazzo piuttosto robusto con le braccia in aria "le due ore dopo mensa saltano quindi in base al regolamente scolastico dovete-"- il ragazzo venne interrotto da un amico di Tyler.
"Forza Nelson! Senza tante parole.."- lasciò la frase in sospeso come le far capire che doveva essere più schietto.
"Siete liberi dopo la mensa, potete uscire e fare quel che cazzo volete"- gli amici di Tyler, e Tyler compreso risero e esultarono. Lo stesso molti altri nella mensa.
I tre ragazzi si guardarono, erano felici di uscire quindi presero le loro borse e si diresseto all'uscita senza dire una parola di più. Ma non c'era altro da dire.


Ho fatto casino capperetti! Avevo postato prima il terzo capitolo! Che rabbiaaaa🙈
Comunque ecco a voi il secondo capitolo, non è un granché ma spero vi piaccia comunque.
Votate e commentare, fatemi sapere♡
Dal prossimo vedrete un pò più di azione (?) Okay vi saluto buona giornata❤

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