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È da qualche minuto ormai che cerco di riaddormentarmi, ma la luce del sole che filtra dalla finestra mi attira come il canto di una sirena, e pian piano sta cercando di svegliarmi.
Non riesco a resistere, così mi alzo dal letto e vado in cucina a preparare un caffè. Quando è pronto decido di andare a berlo fuori e vado a sedermi sulla panca che da sul giardino.
Mentre sorseggio dalla tazza, passa come suo solito Phil, il postino.
Lascia qualche lettera e dei giornali.
Vado a ritirare le lettere dalla cassetta e mi siedo nuovamente sulla panca per esaminarle: bollette, bollette, una lettera dalla banca...
Sbuffo e le butto accanto a me.
L'ultima è una lettera da parte di qualcuno.
Chissà chi mai potrebbe scrivere ad uno come me, che è stato lasciato giusto ieri dalla medesima fidanzata. E perché poi? Non riesco a trovare quella giusta. Penso che nessuna di loro mi abbia mai amato davvero. O forse sono io che mi scelgo le più facili? Ah, che ne so.
E poi guardo il nome del mittente e la tazza cade dalla mano rovesciando il caffè rimanente per terra, poi rotola sulla panca e si sfracella per terra.
Rileggo più volte ciò che è scritto sulla busta, ma ogni volta non riesco a realizzare.

A: Harry Styles
Da: Louis Tomlinson

Non c'è alcun indirizzo, nessuna informazione, niente. Ma il nome di quella persona basta a sconvolgermi.
Non riesco a credere che quella che ho tra le mani sia la lettera che è stata scritta dalla persona che ha lasciato una profonda ferita nel mio cuore che ero quasi riuscito a far cicatrizzare. E più rileggo quel nome, più essa di riapre gradualmente.
La carta bianca si bagna di una goccia d'acqua, di collera, di rabbia, di tristezza, di ricordi, di nostalgia, di...amore.
Un amore che sembrava così vero, probabilmente troppo per poterlo essere davvero.
Sto per strappare la carta in mille pezzi, non ho intenzione di far crollare i muri che ero riuscito a costruire con il tempo.
Ma quando sento il rumore di uno strappo mi blocco subito e impedisco alle mie mani tremanti di continuare. C'è solo un piccolo strappo sulla busta, e alla vista ricomincio a respirare, senza ricordare quando avevo smesso di farlo.
Mi ci vuole quella che sembra un'eternità per sfilare il foglio dalla busta, ma al solo pensiero di toccare la stessa carta che ha toccato e su cui a scritto quella persona, tremo.
Riuscire ad aprire il foglio piegato è l'ultima cosa che rimane da fare e la più difficile in assoluto.
Forse non dovrei permettere al passato di facilitargli il lavoro e tornare a distruggermi come prima.
Ma è già troppo tardi quando i miei occhi iniziano a leggere mentre il fiato si è di nuovo bloccato.

Ciao Harry.
So già che questa sorpresa ti avrà scosso, e non poco, ma da un tipo come me ci si può aspettare di tutto, non è così? Ora voglio però tralasciare l'ironia e provare a spiegarti tutto ciò che è successo ultimamente. Anzi, non proprio tutto. È successo che qualche giorno fa stavo rovistando nei cassetti della mia vecchia camera, e ho trovato alcune cose che potrebbero aiutarti a mettere insieme i pezzi del puzzle e rispondere alle tue domande. Per adesso mi fermo qui, non ho intenzione di aggiungere altro, il resto lo scoprirai da solo. E non cercare di contattarmi, perché non potrai farlo fino a quando non giungerà il momento adatto. Se sei arrivato a leggere fino a questo punto te ne sono davvero grato, ma se vorrai disfarti di questa lettera e di tutto ciò che arriverà in seguito fallo pure liberamente, anche se penso che sarai lieto di sapere tutte le risposte di cui hai bisogno.
Questo è quanto, penso di non dover aggiungere nient'altro.
Quindi ti saluto.
A presto, caro Harry.
Sinceramente tuo,
Louis.

Premo con una mano contro le labbra e mentre sto poggiato con il gomito sul ginocchio cerco di pensare che tutto questo sia solo uno scherzo, un sogno, o che non sia mai successo davvero.
Ma quelle linee di inchiostro che danno vita ad una calligrafia un po' disordinata che riconoscerei tra mille, continuano a passarmi davanti agli occhi, un po' sfocate, e a riportare in superficie tutti i ricordi, come una serie di foto scattate con una Polaroid che riemergono sul pelo dell'acqua, e che per anni erano rimaste sul fondo, bloccate da delle grandi pietre che io avevo posto in modo tale da dimenticare tutto.
Ogni foto è sbiadita dal tempo, ma pian piano, come magicamente, l'inchiostro riprende una forma, ogni colore riprende il suo posto e le sbavature spariscono. Ed ognuna ritrae un momento passato proprio con lui, lui che affermava di odiare la mia vecchia Polaroid nera che usavo in continuazione per fargli foto e che di nascosto usava anche lui. Quell'aggeggio l'ho perso da anni, lo avrò rinchiuso in una scatola in soffitta probabilmente, ma sinceramente preferisco non rivederlo mai più.

Lancio un'ultima occhiata alla busta e, tastandola attentamente, noto un gonfiore spesso.
La apro e trovo un oggetto alquanto strano e particolare: un pezzo di puzzle,  della grandezza di una noce, la cui parte colorata di varie sfumature di verde sembra ritrarre dei fili di erba.

Ma che cosa significa tutto questo? È tutto così bizzarro. Dovrei lasciar perdere, non ho bisogno di essere triste ancora una volta.
Lancio tutto nel prato e mi ritrovo con la testa fra le mani a piangere.
Ma quando rientro in casa osservo la lettera che ho tra le mani e cerco di sforzarmi a ricordare il momento in cui sono andato a raccogliere tutto.

Letters ||L.S. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora