Questa mattina mi sono svegliato più tardi del solito, probabilmente per il fatto che la scorsa notte non ho dormito quasi per niente perché mi sono ritrovato a piangere come un bambino, come non facevo da tanti anni. E ora sono qui, steso nel letto mentre stringo il cuscino e ci affondo le dita, con la federa bagnata dalle mie lacrime.
Decido di alzarmi un a volta per tutte, seppur senza energie: so che comunque non dormirei più anche se volessi.
Solo dopo mi rendo conto che alzarsi tardi è stato un grosso sbaglio: ho perso Phil. Accidenti. Ho bisogno di spiegazioni, e la situazione è fin troppo strana perché lui non sappia qualcosa.
Preparo un caffè e vado a controllare la posta.
Trovo la la busta dietro ai soliti giornali.
Tastandola sento che è un po' più spessa delle precedenti. Inoltre, insieme alla busta c'è anche un pacchetto.
Rientro, mi siedo al tavolo e finisco il caffè, poi prendo un respiro e apro la busta rovesciando tutto il contenuto sul tavolo. Questa volta ci sono così tante cose che non so da dove iniziare e dove guardare.
Ci sono un'istantanea, alcuni pezzi di puzzle e un foglio piegato, ma non una lettera.Inizio con l'aprire il pacchetto, che contiene una cornice, semplice, sottile e nera.
Decido poi di unire i pezzi del puzzle.
Questa volta sono ben sei, e riesco ad incastrarli con i precedenti, fino a formare metà della cornice del puzzle, un angolo retto. Purtroppo l'immagine non è ancora molto chiara e rappresenta solamente fili di erba, ma in alcuni pezzi riesco a scorgere del rosa, ma non saprei dire cosa rappresenta.
Però solo in quel momento capisco a cosa serve la cornice: inserisco con attenzione, per evitare di dividerli tra loro, i pezzi di puzzle, e l'angolo che formano combacia perfettamente con l'angolo all'interno della cornice.Poi decido di guardare la foto: rappresenta me di profilo che rido, con un fiore viola tra i capelli, che guardo in un punto indefinito. Questa foto me la scattò lui di nascosto e mi ricordo che volevo buttarla perché dicevo di essere venuto orribile, ma lui ribatteva sostenendo che le foto scattate per caso sono le più belle, e che gli piaceva farmi foto perchè per lui erano opere d'arte, semplicemente perché ritraevano me.
Io non gli credevo mai, odiavo quando mi faceva foto di nascosto perché non mi vedevo mai bello, lui invece ci andava pazzo. Ricordo anche che le teneva tutte in un album di pagine di carta dove attaccava le foto con il nastro adesivo ed insieme dei piccoli oggetti che rappresentavano un nostro momento insieme.
Sento un rilievo dietro alla foto, sulla superficie liscia: la giro, e attaccato con un pezzetto di nastro adesivo di carta c'è un fiore pestato, viola. Lo osservo meglio e capisco che è lo stesso identico fiore che c'è nella foto.
Lui me lo aveva infilato nei capelli, e io mi ero messo ridere. Lo aveva conservato.
Aveva voluto immortalare quel momento, mi disse lui, perché ero così naturale e spensierato da sembrare un ragazzino, e la capacità di riportare a quei momenti di pura spensieratezza, disse sempre lui, ce l'avevano solo poche persone, e mi considerava una di quelle. Con il tempo capii che anche lui mi faceva questo effetto, e capii perché lo trovava così meraviglioso: semplicemente perché lo era davvero. Ti faceva sentire come quando sei ancora un bambino, e non pensi a nient'altro che a passare le giornate divertendoti e godendoti la vita.Infine apro il foglio, e mi si ferma per un attimo il cuore: è un disegno.
Amava disegnare, disegnava continuamente. L'arte faceva parte di lui. Inizialmente pensava che le foto non trasmettessero emozioni a differenza dei quadri, dove "il pittore colora la tela riflettendo le sue emozioni, e riesce a rappresentare la scena proprio come la vedono i suoi occhi, e quindi a farle arrivare al cuore dello spettatore e farlo immedesimare nell'artista stesso" diceva sempre.
Era per questo che odiava la mia polaroid.
Ma un giorno gli feci delle foto, e gliene feci vedere tante altre che avevo fatto (e che poi finirono tutte nel suo album): le istantanee con cui catturavo i momenti e cercavo di trasmettere che ogni momento è unico, proprio come un'istantanea, che non verrà mai uguale ad un'altra, e le foto con la macchina fotografica professionale, che usavo quando volevo catturare a pieno i colori, i minimi dettagli, anche di una cosa semplice come un fiore, e le venature nei suoi petali e nelle foglie. O come i suoi occhi, in cui mi perdevo e ogni volta pensavo al verso di una poesia che avrei potuto scriverci sopra. E nessuno era mai degno della loro bellezza, nessuna parola poteva descriverli.
Ne rimase affascinato, da ognuna di loro.
Finì per innamorarsi della fotografia.
Lui intanto amava passare dei pomeriggi ad insegnarmi delle tecniche di disegno, al quale mi appassionai presto anche io, insieme alla sua passione nel raccontare e spiegare.
STAI LEGGENDO
Letters ||L.S.
Fanfiction" La monotona vita di Harry viene stravolta quando, una mattina, riceve una lettera da parte della persona che, anni prima, gli aveva prima fatto battere il cuore e poi lo aveva ridotto in frantumi. Ma perché è tornato, dopo tutto questo tempo? Sta...