Capitolo 1

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Chi di noi può dire con sicurezza di non temere la Natura? Chi di noi non ha paura quando vede un incendio, una mareggiata, un terremoto o un acquazzone? Chi di noi può veramente definirsi coraggioso davanti a tutto ciò? Di sicuro chi la Natura riesce a controllarla. Nessuno, direte voi. E invece, tanto tempo fa, una ragazza fu al di sopra della Natura stessa. Questa è la sua storia.

"Stephany, farai tardi a scuola!"

"Arrivo!"

Svegliarsi con la voce di mia madre che rimbomba nelle orecchie è una delle piccole gioie della mia vita. Vi lascio immaginare le altre.

Comunque oggi sarei proprio contenta di saltare scuola: due verifiche alle prime ore. E per di più è lunedì!

"Dormito bene tesoro?"

"M-mm."

"Oggi lavoro fino a tardi, ho chiesto a Paul di venirti a prendere."

Non sputo il tè solo perché è il mio preferito: vaniglia e cioccolato.

Paul è il tipo di mia madre, un uomo viscido ma, a quanto pare, molto buono. Non voglio dovermene accertare.

"N-no. Vado da Marta oggi pomeriggio."

"Oh okay"

Finisco la colazione e vado a cambiarmi. La parte più difficile sarà convincere Marta a farmi stare da lei.

"Io vado!"

E senza aspettare risposta esco di casa. Capisco che sta arrivando l'inverno da due cose: il freddo pungente e le foglie della magnolia sparse sul marciapiede. Che io sappia quella magnolia è nel cortile del condominio fin da quando è stato costruito. Dalla mia finestra la si vede benissimo ed è stupenda in primavera, con tutti quei fiori. Mi incammino verso la fermata del pullman e tiro fuori le cuffie. Quando arriva mi siedo su uno dei pochi sedili liberi, accendo il telefono, faccio partire la musica e appoggio la testa contro il finestrino. Dopodiché mi perdo nei miei pensieri.

"Scusa?"

Mi giro di scatto: un ragazzo è lì davanti a me. È abbastanza alto, magro, capelli castani e occhi azzurro scuro.

"Posso sedermi?"

"Certo!"

Sposto lo zaino dal sedile, lo poggio a terra e torno alla mia musica. Ma il tipo sembra aver voglia di parlare.

"Piacere, sono Samuel!"

"Stephany."

"Sei del terzo anno?"

Annuisco lentamente. Non capisco dove vuole andare a parare.

"Io frequento il quinto. Oh scusa, è che mi piace conoscere persone nuove!"

Diventa tutto rosso e si fissa le scarpe. Mi fa tenerezza.

"Nulla."

Il pullman si ferma e scendiamo.

"Buona giornata Stephany."

Sorrido e ripenso a quello che mi diceva sempre mia madre: se una persona piomba all'improvviso nella tua vita è perché è destinata a farne parte. Evidentemente, con mio padre non ha funzionato.

Mentre raggiungo l'entrata avverto qualcosa di strano nell'aria: è come se qualcuno mi stesse fissando. Ma ogni volta che mi giro non c'è nessuno. Devo essere impazzita.

"Steph!"

"Marta! Ascolta, devo chiederti un favore... Oggi posso venire da te?"

La vedo spalancare gli occhi e mordersi il labbro, segno che è nervosa.

"Se è un problema..."

"No, è che oggi veniva Lucas."

"Oh. Okay, non importa."

Lucas è il ragazzo di Marta e posso felicemente ammettere di essere stata io a farli conoscere.

"Ascolta, ero venuta a dirti che all'entrata c'è un avviso: vogliono organizzare un ballo delle scuole!"

"Un ballo?"

"Sì, per le vacanze di Natale. Manca ancora un po' ma è un'idea stupenda!"

"Non per me. Odio ballare!"

"Oh andiamo. Potrebbe anche essere una buona opportunità per trovare un ragazzo!"

Mi fa l'occhiolino e io la spintono. Entriamo insieme e affrontiamo insieme questa mattinata di fuoco.

Ci separiamo all'uscita e io vado a mangiare nella paninoteca lì vicino. Mi sa che questo pomeriggio lo passerò nel mio Rifugio.

Il Rifugio è un vecchio capanno degli attrezzi nel cortile del condominio, vicino alla magnolia, dove non va più nessuno. È il posto dove da piccola mi nascondevo durante i litigi dei miei. Una volta, rientrata in casa, avevo trovato solo mia madre in lacrime. Mio padre se ne era andato. Non lo vedo da allora.

Spingo la vecchia porta di legno ed entro. Non è molto grande ma c'è tutto quello di cui ho bisogno: una finestra sulla sinistra, un tavolo da lavoro sulla destra, scaffali con attrezzi (che non saprei come usare) e una comoda sedia. Più una grande cassa che ho provveduto, in tempi lontani, a riempire di snacks. E ovviamente ci sono i miei amati libri! Nascosti dietro uno scatolone di vecchi pezzi di bicicletta e roba varia. Tutti assolutamente fantasy. Il mio genere preferito e, purtroppo, anche quello meno amato dai ragazzi. Sono destinata a morire single, o meglio fidanzata con personaggi immaginari. Per chi se lo stesse chiedendo, sono quella che si definisce una fangirl. Una ragazza che preferisce pagine e inchiostro al posto di smalti e trucchi. I miei idoli non hanno un microfono ma una penna. C'è gente che mi definirebbe pazza.

Mi siedo, tiro fuori il libro che avevo cominciato e ricomincio a leggere. Ma mi sento strana. È come se ci fosse qualcosa che dovevo ricordarmi e continua a sfuggirmi. Boh, meglio immergersi nella lettura e non pensarci.

Quando rientro a casa c'è solo mia madre.

"Com'è andata da Marta?"

"Eh? Oh, bene grazie!"

"Sei emozionata?"

"E per cosa?"

"Come per cosa? Domani è il tuo compleanno, compi 16 anni!"

Ecco cos'era che continuava a tormentarmi.

"Ah, è vero!"

Ora mi sento meglio, non so perché. Sarà che sedici anni mi sono sempre sembrati un'età così...mitica! E domani quell'età sarà mia.

"La mia bambina."

Mamma si avvicina e mi abbraccia. Adoro quando fa così.

Prima di addormentarmi messaggio un po' con Marta. A un certo punto mi arriva un messaggio da un numero sconosciuto.

"Ehi! Sono Samuel. Ho avuto il tuo numero da una tua compagna di classe, spero non ti dispiaccia."

Contemporaneamente mi arriva un messaggio da Marta che dice:

"Ah, oggi ho dato il tuo numero a un ragazzo di quinta. Ha detto di conoscerti"

Capisco molte cose. Rassicuro Samuel, ci chatto un po', gli auguro la buonanotte e fingo di andare a dormire. In realtà aspetto la mezzanotte.

11.58

11.59

00.00

E, puntuale come ogni anno, arriva il messaggio di Marta:

"Tanti auguri best! Ti amo di bene!!<3<3"

Sorrido, la ringrazio e vado definitivamente a nanna.

Sedici anni, a me!


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