Capitolo 5

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Il ballo è la settimana prossima alle dieci. Mancano esattamente 7 giorni e due ore. Samuel passerà a prendermi alle dieci meno un quarto. E io sono totalmente stufa di sentirmelo ripetere ad ogni curva.

"Sam? Scusa ma ti giuro che ho capito. Tranquillo."

"Ehm, sì sì, scusa."

Lo guardo. Sembra talmente nervoso ...il ballo dovrebbe essere preso come un'occasione per divertirsi non per farsi venire l'ulcera.

"Samuel?"

Mi guarda.

"L'idea di questo ballo non ti entusiasma vero?"

"No, non è questo. Il problema è che..." si prende la testa fra le mani e sospira "Il problema è che per me questo ballo è molto più importante di quanto sembri: è una chance per riuscire a risollevare la mia immagine. Per fare in modo che quelle voci smettano di circolare. Capisci cosa intendo?"

Rimango un po' perplessa: non pensavo che per lui quelle stupidaggini avessero tanta importanza. Ma si vede che quando non vivi la situazione non capisci cosa si provi. Gli metto una mano sulla spalla e lo rassicuro.

"Certo che lo capisco. E stai tranquillo, farò in modo che tutto fili liscio!"

Mi sorride.

"Ovviamente un altro dei motivi per cui sono nervoso è che voglio farti passare una bella serata lontana da Lola."

Sorrido amaramente e mi preparo a scendere. Poi, quando mi giro per salutarlo, fa una cosa che non mi sarei mai aspettata: mi abbraccia.

È una sensazione stupenda. Lui è più alto di me e riesce ad appoggiarsi sulla mia testa appoggiata sul suo petto. Le sue braccia mi avvolgono donandomi una sensazione di calore mai provata prima. Nessun abbraccio mi aveva mai fatto questo effetto.

"Ciao."

"C-ciao."

Passo la mattinata a spiegare a Marta che sto bene e a pensare ad Element's Heart. Oggi pomeriggio a casa non ci sarà nessuno. Tornerò là.

Arrivata a casa faccio i compiti perché non credo che una scusa del tipo "Ho dovuto salvare un mondo magico" possa giustificare il fatto che non li abbia svolti. Finita matematica, resto a fissare il tatuaggio. Con la mano tremante, lo premo e il mondo gira di nuovo in un vortice di colori e forme indistinti finché non atterro sul terreno. Guarda caso proprio davanti a Sua Maestà.

"Stephany! Ben tornata. Dalla tua espressione immagino che tu abbia molte nuove domande da farmi, è così?"

Annuisco.

"Vieni."

Mi conduce nel suo palazzo ma questa volta in un luogo diverso: è una specie di veranda sul lato opposto dell'albero rispetto all'ingresso. Non appena guardo il paesaggio resto senza fiato. È stupendo.

Sulla destra c'è un ruscello dall'acqua limpidissima sulle cui rive sono seduti ragazzi vestiti di blu. All'interno di quelle acque invece sguazzano allegre delle Sirene, ed io non me ne stupisco nemmeno un po'. Lì vicino invece c'è una grande cupola dentro alla quale volteggiano dei Grifoni. Più a destra una piccola arena completamente in pietra ospita gli allenamenti delle Fenici. Di lato, un fitto bosco ospita gli Unicorni. Tutti gli alberi hanno ancora delle meravigliose foglie verdi, come se non sentissero l'influsso dell'inverno. Ed anche la temperatura non sembra così bassa.

"È perché qui il tempo scorre lentamente: siamo solo in primavera."

Sua Maestà è a fianco a me che guarda lontano, molto più lontano rispetto a tutti i luoghi dove si stanno esercitando i miei compagni di Elemento. A quel punto mi sorge spontanea una domanda.

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