-Prologue-

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-Lo sai, no?- disse Kayla guardandomi dritto negli occhi -sapere cosa?- mi strinsi nelle spalle, Kayla tornò a guardare davanti a sé -una volta che tutte le luci in Massachusetts si spengono è sempre ora di correre- disse con tono abbastanza inquietante. Mi scostai una ciocca di capelli,arrotolandola dietro l'orecchio e portai il mio sguardo sulla piccola casa di riposo per anziani che solcava il quartiere con le sue imponenti vetrate e il suo stile ottocentesco. Mi persi ad ammirare le piccole lucine ad intermittenza, poste lì con fine decorativo, dato che tra pochi giorni sarebbe stato Natale. Improvvisamente il bagliore delle lucine cessò e con esso anche quello che avvolgeva tutto il quartiere di North End. Sentì una presa ferrea al polso, guardai alla mia destra e mi accorsi di Coley che afferrava con decisione il mio polso e iniziammo a correre lungo tutte le strade del Massachusetts. Arrivammo con grande fatica fino a West End, a pochi passi dal nostro quartiere nativo, North End. -Dove mi hai portata?- dissi affannosamente -Quando in Massachusetts si spengono tutte le luci, è sempre ora di correre. E iniziano le feste! - urlò Kayla poco prima di scostare velocemente un grande portone di legno. Entrammo all'interno di quello che mi sembrava un Rave Party: gente ubriaca e drogata ovunque, coppiette molto affiatate che ci davano dentro come se fossero in intimità e soprattutto milioni di persone sulla pista a ballare e di sottofondo una musica tanto bella quanto spacca timpani. E tutti questi, ammassati sotto lo stesso, piccolo, tetto. Mi voltai prima a destra e poi a sinistra -Kayla era scomparsa - pensai in un primo momento -liberazione- fu il mio secondo pensiero e durante esso mi sorpresi a ridere come un ebete. Poco dopo mi accorsi della presenza di Kayla tra le scale con accanto il suo ragazzo, Darren, lo salutai da lontano e lui ricambiò con un cenno della testa. Mi strinsi nella mia giacca smisuratamente grande e mi avviai, come al solito in questi casi, verso l'ampio buffet quasi del tutto consumato. Presi una sedia posta all'angolo di quest'ultimo e mi misi a sedere, poggiai il braccio sul tavolo e nascosi la testa al suo interno. Mi accorsi solo dopo di essere a pochi passi dal cantante e notai che lui mi stava guardando da un bel pezzo. Adoravo le sue canzoni, mi trasmettevano dei sentimenti e delle emozioni mai provate prima. Potevo intravedere diverse ragazze che cercavano di attirare la sua attenzione alzando la gonna o facendo cadere la spallina del top ma lui era irremovibile. Continuava a guardarmi totalmente affascinato mentre la sua soave voce rimbombava all'interno della piccola casa. Con una delicatezza disarmante accarezzava le corde della chitarra, componendo, con una semplicita inaudita, fantastici accordi che si susseguivano. Mi persi tra le note della sua canzone e il verde dei suoi occhi. Poco dopo la melodia si attutì ma rimasi comunque imbambolata, persa nei suoi occhi. Scrutavo con attenzione i suoi molteplici tatuaggi e quei morbidi capelli neri che sembravano fatti di seta, perfettamente scompigliati. Non so perchè non lo avessi mai notato a scuola, o semplicemente non lo avevo mai visto con questi occhi, lo avevo sempre visto come il "bello e impossibile" dato che era il fidanzato di una delle mie amiche, Haley Hall, bionda, occhi azzurri e labbra carnose; l'esatto contrario di me. Io avevo delle piccole labbra soffici, un viso un pò tondeggiante e dei lunghi capelli ramati e soprattutto, nascondevo il mio fisico sotto maglioni e giacche sproporzionate. Adam, il cantante, mi sembra si chiami così, andò verso Haley per salutarla con un abbraccio ma lei tramutò quel abbraccio in un lungo bacio un pò sfrontato. Tornai a nascondere il viso tra le braccia. -Non ti piace nemmeno un pò- disse Mable avvicinandosi. Mable, una delle mie migliori amiche, la più dolce e la più ingenua, dai lunghi capelli biondo cenere e i piccoli occhietti, resi ancora più minuscoli dalla grande montatura che portava. -E tu cosa ci fai qui? Credevo che tu odiassi le feste!- disse Mable prendendo un bicchiere d'acqua e mettendosi al mio fianco -potrei dirti le stesse cose- sorrisi a Mable -Touchè- sorrise iniziando a mordicchiare i bordi del bicchiere di carta. Poco dopo notai che Adam si stava avvicinando. Iniziai a mangiarmi le unghia,come fosse un tic nervoso, è una brutta abitudine ma la portavo avanti ormai da diversi anni. -Hey ragazze! Come state?- disse Adam realmente interessato, cosa che non si vedeva più da tanto, era la prima persona, dopo molto tempo che mostrava interesse verso di me. -Bah, non c'è male- sospirai io -benissimo, grazie e tu?- si, Mable è anche troppo ingenua non capisce quando è tempo di girare i tacchi e andar via. -Bene, grazie per avermelo chiesto- rispose Adam sottolineando rumorosamente le ultime parole. -di nulla, beh allora vi lascio un pò soli, vado da Kayla- salutò Adam con un abbraccio innocente ma che ai miei occhi sembrava la fine del mondo. -Hey, Lana, è da tanto che non ci vediamo- disse rivelando uno splendente sorriso a trentadue denti. Risi nervosamente -le canzoni, sono state stupende, dove hai trovato l'ispirazione per scriverle?- continuai portandomi una mano che poggiai delicatamente sulle labbra -oh, grazie per avermi fatto questa domanda, sai, nessuno mi aveva mai chiesto nulla riguardo a ciò che scrivo, sono tutti più interessati a...- disse con un sorriso malinconico facendo intuire le ultime parole -mi dispiace Adam, so come ti senti ma almeno tu hai Haley, scommetto che lei sarà stata la prima a farti domande di questo genere!- sorrisi speranzosa -non esattamente, sei tu la prima- come poteva stare con una persona che non aveva neanche il minimo interesse di conoscerlo veramente... stare con qualcuno senza poter neanche parlare della propria passione, senza poter essere se stessi -quando fai del tuo meglio ma nessuno sembra notarlo- abbassai lo sguardo -si, è così che mi sento...- mi costrinse ad alzare il mento con la mano e io sorrisi debolmente -vedo che non è un emozione del tutto nuova per te- sussurrò -mi capita circa sette volte al giorno- sorrisi tristemente -l'importante è che tu faccia del tuo meglio, sempre- Adam mi accarezzò la guancia e io mi sentì morire -allora, le canzoni?- cercai di cambiare discorso, lui era pur sempre il ragazzo di una mia amica e io non potevo fargli questo. -Stasera, una volta che andranno tutti via, ci vediamo sul patio, okay?- sorrise -certo- risposi poco convinta. La serata trascorse tra le risate, la passai con le mie amiche, cosa che non facevo da molto tempo e ciò mi spinse a godermi ancora di più tutti i piccoli momenti passati insieme, rifiutai di toccare qualsiasi tipo di alcolico -sono astemia- ripetei per tutta la sera alle continue proposte delle ragazze. Continuai a scambiarmi vari sguardi con Adam per tutta la serata, lo osservavo, osservavo i suoi modi di fare, esaminavo il suo carattere e i suoi atteggiamenti e sono certa, che, anche se nel ombra, lui stesse facendo la stessa cosa nei miei confronti. -Lana, noi andiamo- sbadigliò Allison, una delle mie migliori amiche, si arrotolò una piccola ciocca di capelli nero corvino dietro le orecchie e si incurvò per abbracciarmi, a seguito Mable e Kayla. Per tutta la sera avevo sorpreso Haley a lanciarmi strani sguardi intimidatori, mi scrutava con una strana luce nei suoi occhi e soprattutto non mi aveva minimamente calcolata per tutta la sera, cercai di non farci caso ma in realtà tutto pesava estremamente, sapevo di provare qualcosa nei confronti di Adam e non era iniziato quella sera, avevo sempre avuto un certo interesse nei suoi confronti ma solo in quella sera mi sorpresi a guardarlo, per la prima volta, con occhi diversi, non come un semplice amico e credevo che per lui la situazione fosse la stessa. Rimasi sola sul portico e mi strinsi nelle spalle, feci una piccola coda ai lunghi capelli e mi misi a sedere sopra un gradino. Dalla porta semi aperta potevo scorgere gli ultimi invitati restanti, tutti con delle sigarette in bocca, sparsi per la casa, troppo ubriachi per poter muovere un passo, troppo stremati per poter andar via. Sentì Adam che gli suggeriva di chiamare un taxi e poco dopo tutti si misero a fare la fila davanti al telefono fisso. Adam mi notò da dietro la porta e mi raggiunse. -Hey...- bisbigliai convinta che non mi avesse sentito -hey...-rispose di rimando, mettendosi al mio fianco -come è andata?- sorrisi -non male, ma Haley mi ha fatto bere un pò troppo- disse accendendosi una sigaretta -ti senti bene?- dissi abbassando la voce come se avessi il timore che qualcuno potesse sentirci. -mai stato meglio- ironizzò, poco dopo liberò la sigaretta dalla stretta che la costringeva tra le sue soffici labbra e portò la sigaretta tra le mie labbra, mi limitai a sorridere e mi portai la sigaretta tra l' indice e il medio -ti interessano ancora le canzoni?- sospirò Adam -non hanno mai smesso di interessarmi- sorrisi portandomi nuovamente la sigaretta tra le labbra -vedi, l'ultima canzone che hai sentito era dedicata a mia madre- iniziò a guardare davanti a sè -vedi, è sempre stata una donna insicura e questo, durante tutta la sua vita, le ha impedito di fare numerose scelte importanti che avrebbero determinato il suo futuro e ora come ora anche il nostro futuro. Ha sempre avuto timore di molte cose che ci hanno costretti nella situazione di povertà attuale, non l'ho mai incolpata di nulla, anzi, lei era il mio tutto, le ero grato ma poi morì e caddì in un periodo di buia depressione, ero totalmente a pezzi ma poi pensai a lei e compresi che non stavo facendo ciò che voleva, stavo diventando insicuro di me e capì che mia madre voleva solo il meglio per me e l'andare in depressione non era tra i piani. Così presi forza, mi rialzai e scrissi "Go Now" le dicevo di buttarsi, di godersi il mondo e tutto ciò che la circondava e sono sicuro che adesso, anche se in un'altra vita lei sta facendo proprio questo-ascoltai la sua storia immersa in un silenzio tombale, erano ormai le 03:00 del mattino, inoltrate, si sentivano solo delle voci ovattate dei restanti invitati alla festa, la dolce voce di Adam che accarezzava il piccolo venticello invernale e il tranquillo battere dei nostri cuori che si fondevano insieme. Una volta che Adam finì di narrarmi la storia che lo legava a sua madre un silenzio di pochi secondi aleggiò nell'aria, ricapitolai tutto nella mia mente e abbracciai Adam di slancio, lui fu colto alla sprovvista ma ricambiò l'abbraccio ugualmente. -Oh, scusa- mormorai -no, ti ringrazio- disse con la voce rotta dalle emozioni che il raccontare nuovamente quella storia gli ha scaturito -grazie? - chiesi leggermente incuriosita da questa sua risposta in aspettata -grazie per avermi capito-

SPAZIO AUTRICE:
Heey! Piacere, questa è la mia prima storia, spero davvero che possa essere di vostro gradimento. Scusate se il primo capitolo non è molto avvincente o entusiasmante, ma è solo il prologo ed è stato dedicato maggiormente alla parziale descrizione sia fisica che psichica dei personaggi ed è anche servita a farvi capire, a grandi linee, il mio modo di scrivere. Vi prego ugualmente di andare avanti, votare e commentare, mi fareste un grande favore. Per il mio nome, beh, vi basta chiamarmi "Quinn" .
Alla prossima!

Quinn-Queen

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