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«Fuocobomba, Ninetales» ordino duramente.
Non possiamo perdere questa battaglia, essendo una delle poche ragazze che possiede un Pokèmon intendo farmi valere.
Scintilla emessa da un Luxray paralizza il mio Pokèmon. Quella mossa ha solo il 30% di possibilità di paralizzare l'avversario e, ovviamente, quella percentuale si attiva sempre nei momenti meno opportuni.
«Dai, Diavoletto.... alzati...» cerco di incitare Ninetales ad alzarsi, ma ormai ho capito che il mio primo Pokèmon ha bisogno di riposo.
Lo faccio rientrare nella pokeball e lo cambio con Rapidash.
«Fatti valere, Rapidash. Facciamogli vedere chi comanda» gli dico dandogli una pacca sulla spalla.
«Ah, quindi non vi arrendete?» ci schernisce il nostro avversario. È un ragazzo di media altezza, con i capelli neri e gli occhi verdi.
«Rapidash: ruotafuoco»
Il cavallo di fuoco esegue velocemente la sua mossa e il Luxray avversario non fa in tempo a schivare il colpo.
«Non vi arrendete, Jacques?» gli chiedo ridacchiando, anche il suo Luxray è allo stremo.
«No» dice prendendo una pokeball e facendo uscire una bellissima MegaAmpharos. «La mia Ampharos è diventata ieri MegaAmpharos... voglio provarla»
Spesso Jacques è così irritante che vorrei tanto mettere fine alla sua vita utilizzando Ninetales o Rapidash.
«Rapidash: pestone» non voglio essere così tanto cattiva. Non subito, perlomeno.
Lui ha finito i Pokèmon -se battiamo MegaAmpharos- e non sa che Emily mi ha imprestato un Charizard...
MegaAmpharos schiva il colpo ed esegue un Dragopulsar su ordine di Jacques.
Sfortunatamente Rapidash non schiva il colpo abbastanza velocemente e viene preso in pieno.

Dopo qualche minuto entrambi i Pokèmon sono allo stremo e decido di cambiare il mio bel cavallo di fuoco con il drago.
«Rapidash, rientra» gli dico facendolo tornare nella pokeball.
Jacques mi guarda confuso e io faccio un sorrisetto perfido.
Faccio uscire Charizard che si prepara ad attaccare.
«Da quando in qua hai un Charizard?!» mi chiede Jacques con gli occhi sbarrati.
«Non lo sapevi? Emily me lo ha imprestato...»
Il ragazzo lancia un'occhiataccia ad una ragazzina dai capelli neri e gli occhi cerulei che ci sta osservendo. Ci fa un cenno di saluto con la mano «Forza, piccolo, batti quella MegaAmpharos!»
Io mi metto a ridere «Ira di drago, Charizard»
Il Pokèmon esegue e la MegaAmpharos non fa in tempo a controbattere.
Ho vinto. Bene.

Faccio rientrare Charizard nella pokeball che do ad Emily e mi avvio verso il centro di cura.
So che può sembrare strano, però si, esistono i Pokèmon. Non tutte le persone li hanno, qui siamo solo in dieci ad averli.
«Ciao, Beryl» mi saluta un ragazzo alto, con i capelli rossi, gli occhi verdi e gli occhiali.
«Ciao, Carl. Me li curi e li tieni con te? Devo andare a scuola...»
«Certo, tranquilla. Chi ha vinto?»
«Ovviamente io»
«Solo perché avevi il Charizard di Emily...» dice Jacques entrando nella sala.
Carl ridacchia e prende anche i suoi Pokèmon.
«Non sai perdere» dico al mio avversario preferito.
«Non mi va di perdere con qualcuno che bara...»
«Chiedi Arcanine a Carl, così siamo pari»
«Nah... preferisco i Pokèmon elettrici a quelli di fuoco»
«E allora prendi Raichu. Tanto Carl te li presterebbe entrambi. Oppure c'è il Dragonite di John»
«Non parlarmi di John, ti prego»
Giusto, Jacques odia John...
Alzo le spalle e prendo la cartella, pronta -più o meno- per andare a scuola. È assolutamente molto noioso stare in mezzo a gente che considera i Pokèmon solo dei personaggi irreali quando invece esistono davvero.
Jacques lascia a me e a Emily la precedenza sulla scala a chiocciola che porta all'esterno.
«Uh, che cavaliere» lo schernisce Emily.
«Zitta e cammina» la interrompe bruscamente il ragazzo dietro di noi.
Sbuchiamo in mezzo al bosco passando per il tronco di un albero cavo.
Si, lo so, sembra quasi impossibile che dei ragazzi possano "abitare" sottoterra e che la porta sia un tronco di un albero cavo... però ci si fa l'abitudine. Mi hanno sempre detto che sono stati dei Pokèmon a costruire il nostro rifugio e, forse, è vero...

In questo istante sei confuso, vero? Certo, non ti ho ancora detto nulla su di me. Beh, diciamo che io abito in una comunissima e noiosissima cittadina che si differenzia dalle altre solo perché c'è il "quartier generale" di qualche ragazzino che possiede dei Pokèmon. Io, Emily e Jacques andiamo a scuola insieme; invece, Carl, ha già finito gli studi -fortunato lui... vorrei avere anche io diciotto anni... invece mi tocca averne quindici e subirmi le noiosissime lezioni-. Come avrai già capito mi chiamo Beryl e, forse, sono abbastanza simpatica.
Jacques è il musone del gruppo, invece Emily è quella logorroica e fissata con le idee strambe.
Forse ti starai chiedendo come ho fatto ad avere un Pokèmon e a conoscere questi due tizi che stanno camminando con me. Ne vuoi uno, vero? Di Pokèmon intendo, non penso che tu voglia un tizio musone o una tizia logorroica.
Beh, sono i Pokèmon che trovano te e non sei tu a trovare loro.
Se vuoi puoi camminare nell'erba alta sperando di trovarne qualcuno, ma è raro che si mostrino alla gente e, soprattutto è raro trovarli nell'erba. Fidati di me.

Siamo appena arrivati in quel luogo di tortura chiamato "scuola" ossia: "Società Che Uccide Ogni Libero Alunno" si, si, amico -o amica-, so che è vecchia. Ma devo pur passare il tempo. Soprattutto perché non ho ancora capito perché pure noi ragazzi e ragazze che abbiamo un Pokèmon dobbiamo continuare ad andare a scuola, qui non isegnano nulla che abbia a che fare con quegli strani animaletti.
Io, Jacques ed Emily non vediamo mai l'ora che finisca la giornata di scuola -come ogni alunno, immagino- però noi non vediamo l'ora di poter tornare dai nostri Pokèmon. Appena abbiamo tempo ne parliamo e, ovviamente, tutti pensano che siamo dei poveri nerd sfigati fissati con videogiochi, anime, manga e quant'altro.

Beh, amico, se vuoi sapere come ho fatto ad arrivare a questo punto ti tocca leggere, così saprai quando la mia vita è stata stravolta dal ritrovamento di un piccolo uovo di Pokèmon contenente un grazioso Vulpix.

La vita con i Pokémon (concorso Pokémon)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora