Louis non aveva il suo caricatore, e il cellulare era morto.
Fissò lo schermo nero del suo telefono, con mani tremanti. Non smettevano.
Harry aveva ragione? È questo il tipo di persona che sono?
Per un orribile secondo pensò che sarebbe dovuto andare nella stanza di Harry e chiedergli di chiamare il taxi dal suo cellulare. Poi il suo cervello si mise in azione e scese le scale, senza nemmeno preoccuparsi di accendere la luce e si diresse verso la cucina dove c'era un telefono fisso a parete.
Chiamò il centro informazioni e si fece passare il numero di un taxi immerso in una nuvola di confusione, senza realizzare che aveva concluso la chiamata finché non si ritrovò a riagganciare. Provava troppe emozioni, non sapeva come fare i conti con tutto ciò.
Uscì di casa e si diresse verso il cancello principale, aspettando che comparissero dei fanali - aveva detto loro al telefono che il suo cellulare era morto ma che avrebbe aspettato fuori.
C'era un caldo soffocante fuori, l'aria umida rendeva la sua pelle sudaticcia, il terreno appiccicato ai suoi piedi nudi. Rabbrividì e superò il cancello, sedendosi, appoggiato ad uno dei muri che fiancheggiavano la casa.
Louis non era mai stato un santo. Aveva incasinato così tante cose nella sua vita senza ripensarci, e forse è per questo che... forse è questo il motivo per cui le parole di Harry si erano sedimentate dentro di lui come roccia. Perché aveva provato a cambiare, ad essere una persona migliore. Ma forse non era cambiato affatto.
L'ho lasciato avvicinarsi, pensavo...
Che cosa pensavo? Che forse avessi trovato qualcuno con cui potevo immaginarmi? E alla fine innamorarmi?
Louis trattenne una risata isterica, respingendola giù per la gola. Aveva sempre saputo che era uno difficile da amare. Aveva imparato a fregarsene. Nemmeno sua madre lo amava e - non gli interessava. Ok. Non c'era niente che Louis potesse fare per cambiarlo.
Si ricordava ancora quella notte a Londra in cui tornando a casa si era sentito così solo, bloccato nel bel mezzo del nulla, a dividere una stanza con dei ragazzi che continuavano a punzecchiarlo perché era il più piccolo e il più sensibile. Sgattaiolò via, saltando sulla metro con venti sterline e un pezzetto di carta con l'indirizzo di sua madre.
Aveva tredici anni e stava piangendo quando sua madre aprì la porta e lo lasciò entrare. Non gli aveva permesso di restare. Non c'era abbastanza spazio con tutte le sue sorelle a casa.
La casa aveva due piani.
Lei il giorno dopo lo riportò al dormitorio. E forse fu quello il momento in cui Louis realizzò che se non si fosse difeso da solo, nessuno l'avrebbe fatto.
Ogni anno al suo compleanno lei lo chiamava, dicendo che gli avrebbe mandato un regalo, senza trascorrere più di dieci minuti al telefono.
Era - era quello che era. Louis non aveva bisogno di lei. Non aveva bisogno di nessuno. Doveva provarci più duramente. Ad essere migliore. Per se stesso.
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Harry fissò assente la porta d'ingresso - come aveva fatto a male interpretare la storia così tanto?
Sentì il suo corpo pesante quando provò a muoversi, si vestì lentamente, trattenendosi dal correre dietro a Louis.
Non vuole vederti. Vuole che lo lasci solo.
Il modo in cui Louis lo aveva guardato quando aveva capito, aveva colpito Harry dolorosamente. Non avrebbe mai pensato di potersi sentire in quel modo. Sembrava avesse ingoiato una manciata di chiodi ed ora stavano nel fondo del suo stomaco rifiutandosi di scomparire.
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You Drive Me Round The Bend || Italian Translation
FanficHarry è solo un musicista hipster, Louis é solo un ricco ragazzo viziato...finchè il destino non decide di farli scontrare. " Harry. Stava. Per. Esplodere. Frenò così bruscamente che entrambi vennero sbalzati in avanti e poi all'indietro. "Sei uno p...