Capitolo 1

84 24 3
                                    

Capitolo 1 - Parte Prima

'Una goccia. Due gocce.
Era da troppo tempo che non pioveva, era da troppo tempo che questo pensiero non ritornava.' - Si ripeteva mentalmente Paul scrutando con i suoi occhi grigiastri la debole corsa di una gocciolina al margine della finestra. Chiuse l'anta e tornò a sedersi al suo banco in penultima fila. Tirò un profondo sospiro e cercò di concentrarsi sulla lezione di letteratura.

"Ragazzi, per favore, lo dico per l'ultima volta, domani portatemi le vostre relazioni del libro che vi ho dato due settimane fa", ribadì per l'ennesima volta in quella mattinata la professoressa Jenkins. Gli alunni annuirono come al loro solito, senza veramente prendere sul serio le parole di quella donna.
La mattina era appena cominciata e fuori pioveva a dirotto: questo non aiutava gli allievi a togliersi di dosso quella coltre manta di sonnolenza tipica delle prime giornate scolastiche settembrine. Paul ripensò al cognome della docente di letteratura e ci dedicò anche un doloroso e triste ricordo. 'Jenkins, stupendo come cognome. Ogni volta che la vedo mi ricordo della sua famiglia. Che si fotta.' - E nella frazione di secondo che seguì quel pensiero del biondo qualcuno bussò alla porta. Cadde un silenzio tombale quando essa si aprì e in sottofondo vi furono contemporaneamente un lampo e un black-out.
"Signorina Jenkins", fece una ragazzina alta poco più del metro e sessanta, fradicia dalla testa ai piedi, con la voce affannosa. "C'è una ragazza svenuta vicino al portone della scuola, una ragazza dai capelli rossicci, per favore, venga".
Si sentirono due tuoni che fecero tremare la superficie del banco di Paul sotto il suo braccio. Lui amava quei momenti: sembrava tutto così apocalittico.
'Un vero annuncio da film horror, con tanto di fulmini e tuoni. Magari quella ragazzina si scopre stalker o qualcosa giù di lì della tipa svenuta' - Pensò sarcasticamente Paul ricordandosi perché proprio alla Jenkins dovesse aver chiesto aiuto in quel momento quella nanerottola da giardino.
L'insegnante corse e in classe si alzarono i primi commenti: i pochi che erano appena tornati dal bagno dicevano che avevano aiutato la ragazzina del secondo anno a portare la rossa dentro la scuola e che la ragazza in questione fosse di una bellezza unica. Il biondo fu probabilmente l'unico ragazzo ad astenersi dai pettegolezzi. Si estraneò dal mondo tornando a guardare il cortile della scuola e la pioggia che cadeva con violenza sul cemento. Ne approfittò per ascoltare anche qualche brano con il pianoforte solista.
Sì, amava anche la musica classica, specie i brani in cui i protagonisti erano il piano e il violoncello: due strumenti che gli facevano ricordare la sua infanzia.

Fuori nevicava da troppo tempo ormai e lo spessore della neve aumentava con il passare delle ore.
Era la prima volta in vita sua che a Natale cadeva fioca la neve.
Natalie, la madre, gli aveva appena versato del tè caldo nella sua tazzina bianca che con il calore stava diventando di colore arancione.
"Quando arriva papà vogliamo uscire a giocare, tesoro?", gli fece lei accarezzandogli la testa.
Paul per risposta annuì. Era troppo concentrato a guardare le grigie nuvole che emanavano piccole fredde perline bianche dalla finestra di camera sua.
In sottofondo il vecchio giradischi del nonno si era fermato e Natalie lo aveva già spento, così il piccolo aprì la scatola musicale di famiglia e la fragile ballerina di cristallo cominciò a girare ininterrottamente.
La mamma sentì la debole melodia e si affacciò dalla cucina a guardare il suo bambino seduto sul divano del salotto, con luci soffuse, osservare il paesaggio di fuori. Lei sorrise e tornò sui suoi cannelloni che la famiglia tanto amava.

"Sono a casa, famiglia!"
Ed eccolo rincasare il membro più caotico della casa. Paul non corse da lui quel giorno come era solito fare, quindi Carl andò verso la cucina e salutò la moglie.
"Dov'è il piccoletto?", le chiese sussurrando.
"In salotto, sta guardando la neve scendere giù", rispose lei servendo i piatti.
Intanto fuori un piccolo arbusto di capelli rossicci si fece largo fra le montagne bianche con la giacchina bordeaux e la sciarpa e cappello bianchi. Sul suo viso era disegnato un bellissimo sorriso pieno di allegria. Al biondino mancò il fiato perché in lei riconobbe quel nome che tanto adorava: Anahí Katherine Jenkins.

La Ragazza Del BacioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora