*Videomessaggio numero cinque*
"Tu Blue hai questo tuo modo di essere un po' strano che ha sempre affascinato le persone. Forse è la maniera in cui cammini, o forse il colore dei tuoi capelli sempre in cambiamento, o forse ancora, i tuoi occhi, che all'apparenza sembrano quelli di qualcuno con la testa sempre fra le nuvole, ma se li guardi bene, se ti fermi ad osservali, puoi vedere come invece sono profondi, come sono sempre attenti a ciò che c'è intorno.
I tuoi, Blue, sono gli occhi più belli in cui io mi sia mai ritrovato a guardare.Uscivamo da una settimana ormai, ci piaceva andare in riva al mare, spesso di notte, ci piaceva chiuderci in una libreria e starci tutto il giorno, a volte, ci piaceva semplicemente camminare in silenzio, con il solo suono dei nostri respiri ad accompagnarci.
A me piaceva scrutarti, guardarti intensamente per cogliere ogni impercettibile espressione sul tuo viso. Ti osservavo con talmente tanta intensità che se chiudevo gli occhi potevo vederti, come se fossi lì, accanto a me.
Avrei potuto ritrarti senza che tu posassi, perché ogni piccola parte di te era totalmente impressa sotto le mie palpebre.Ti portai in un posto speciale quel giorno, avevo pensato a tutto in ogni minimo dettaglio, mi piaceva pianificare le cose.
Ti passai a prendere alle 4 in punto, ma tu ti presentasti alle 4:15.
'Ho fatto tardi perché mi sono messa a contare le stelle.' dicesti posizionandoti sul sedile, ed io immaginai subito come i riflessi tenui della luna potevano essere belli sul tuo viso sognante alla vista del cielo stellato.
'Non preoccuparti, avevo tenuto conto del tuo solito quarto d'ora di ritardo.' ti dissi io ridacchiando.
Sorridesti allacciando la cintura, poi io diedi un ultimo piccolo sguardo verso di te e partii in fretta, impaziente di arrivare a destinazione.La notte stava sfumando via, piano, lentamente, sembrava aspettare solo noi, che correvamo su per una collina, io che ti tiravo per la mano e tu che inciampavi sui tuoi stessi piedi, per cercare di arrivare in tempo per goderci quello spettacolo.
'Dai che il sole mica ci aspetta.' ti dicevo io.
Ci sedemmo in cima, sul punto più alto, accanto ad uno scivolo e ad un altalena mal ridotta, il mare davanti a noi, macchiato di giallo, risplendeva per il bagliore del sole che stava sorgendo.
Il cielo, di un azzurro tenue, era limpido, privo di nuvole. Le stelle erano scomparse del tutto, mentre la luna, temeraria, era ancora lì.Sai, era uno spettacolo vedere come lentamente tutto intorno si svegliava, prendeva vita, dalle case alle strade, su cui iniziavano a viaggiare macchine colorate, alcune svelte, altre, forse ancora insonnolite, più lentamente.
Tu osservavi, ti guardavi intorno con occhi che brillavano, mentre, seduta sul seggiolino, ti dondolavi sull'altalena facendola scricchiolare tutta.
Mi scopristi a guardarti e mi sorridesti timida, ancora non ti eri abituata al fatto che ero completamente attratto da te e da ogni tuo gesto. Mi alzai e mi avvicinai a te.
'Dai andiamo.' ti dissi porgendoti la mano, tu la prendesti e, dopo averla usata per aiutarti ad alzarti, la lasciasti.
Percorremmo la strada a ritroso, diretti verso la macchina che ci avrebbe portati a casa.Mi fermai davanti casa tua alle sei e mezza in punto, dopo aver percorso la strada più lunga ed aver impiegato qualche minuto a parcheggiare, solo per perdere tempo. Ricordo come attesi interminabili minuti guardandoti, aspettando non so cosa.
Fuori aveva iniziato a piovere e nessuno dei due parlava o si muoveva.
Erano le sei e quarantacinque.
E il silenzio cessò.'Luke?' mi girai 'Tu credi che esista una persona capace di farti sentire felice anche solamente stando in silenzio?'
La risposta era 'Sì', ma io quella risposta non feci in tempo a dartela perché le mie labbra erano già sulle tue."Blue, seduta sul letto di Luke con il computer sulle gambe, stava in silenzio, aspettando le labbra di Luke come aveva fatto la prima volta.
Saudade-l.h.
