*Videomessaggio numero due*

"Sei sempre stata così bella Blue, sei stata bella dal primo giorno in cui ti ho vista e sicuramente sarai bella anche l'ultimo.
Me lo ricordo io, il giorno in cui ci siamo incontrati, me lo ricordo proprio bene.
C'era la protesta, quella contro l'abbattimento dell'albero davanti la scuola e tu stavi lì, davanti a tutti, legata a quell'albero, nonostante piovesse.
Portavi quei jeans strappati e un po' logori che ti piacevano e ti piacciono ancora tanto e quella bella maglietta del Linkin Park, quella nera tutta scolorita, che negli ultimi tempi avevi il vizio di mettere per dormire e che probabilmente stai indossando proprio ora."

La ragazza guardò in basso, sul suo petto e sorrise un po' alla vista di quell'indumento

"E poi, ai piedi, portavi le tue converse con le borchie.
Confesso, se non fosse stato per quel viso pieni di lentiggini, incorniciato da quei capelli tinti di bianco, e per quegli occhi azzurri un po' coperti da un paio di occhiali dalla montatura spessa, mi saresti sembrata una vera dura." il ragazzo ridacchiò.
"Io ero lì per caso, non partecipavo alla protesta, dovevo solo andare a comprare i biscotti al supermercato, eppure mi fermai, lo feci per te Blue.
Avevo questo ombrello enorme e verde, così, dopo aver fatto a spallate con la gente, riuscii ad avvicinarmi a te. Tu mi guardasti un attimo, poi mi dicesti 'Che fai resti lì impalato a guardarmi o mi copri co 'sto ombrello.'
Sei buffa quando sei arrabbiata sai? Quel cipiglio da scocciata in faccia non ti sta bene.
Io ti coprii, comunque e tu non mi ringraziasti, in compenso però mi facesti infilare sotto la catena perché 'Più gente protesta meglio è.' sostenesti.

Passammo due ore fermi sotto quell'albero e tu non la smettesti mai di parlare, balzavi da un argomento all'altro senza fermarti mai, il fiato non ti mancava proprio.
Ricordo che quando ci presentammo io risi per il tuo nome, tu mi dicesti che era molto meglio del mio, Luke era un nome monotono a parer tuo.
Quando finalmente fu annunciata la notizia che l'albero non sarebbe stato abbattuto tu gridasti di gioia e mi abbracciasti, io ricambiai e sorrisi nel vederti felice. Che bello era il tuo sorriso. Lo è ancora. Spero lo sarà per sempre.
Quando fu il momento di andare io ti chiesi se ti andava di rivederci, tu mi guardasti un attimo poi ridesti. 'Facciamo così, affidiamo al destino il nostro prossimo incontro.' Lo dicesti forse sperando di non rivedermi mai più, invece, per mia fortuna, non fu così.
Ci rincontrammo martedì 14 ottobre alle 5:16, alla fermata dell'autobus, non alle 5:15 e nemmeno alle 5:14, ma precisamente alle 5:16 né un secondo di più né uno di meno.
Tu stavi lì, sdraiata sulla panchina sempre con i tuoi fedeli jeans strappati e con un felpone, rigorosamente nero e guardavi il cielo.
Io, per non disturbarti, mi misi seduto per terra.
'Secondo te quante sono le stelle?' mi chiedesti continuando a fissare quell'immensa distesa blu che piano piano stava lasciando posto ad un colore più tenue, quello dell'alba.
Era una domanda strana, come te d'altronde, una domanda a cui, se mi fosse stata fatta da qualunque altra persona, avrei risposto senza pensare, sparando un numero a caso. Tu, però non volevi che io ti dicessi un numero.
'Quante ti piace pensare che siano?' ti dissi così io di rimando.
La mia risposta bastò per catturare la tua attenzione che ora non era più rivolta a ciò che era sopra di te, ma a ciò che era sotto: cioè io.
Sei la persona più stravagante che io abbia mai conosciuto Blue, non mi sono mai stancato a stare accanto a te, qualunque cosa tu dicevi o facevi io ne ero totalmente affascinato.

Vorrei che tu faccia ogni settimana una cosa per me Blue, cose che non ho programmato e che da morto non si possono fare, perché oh cavolo, sarò morto quando tu vedrai questo." l'immagine di Luke si passò le mani fra i capelli biondi.
"Okay scusa, questo non doveva succedere, no proprio no. Scordati di questo okay?
Quando il messaggio finirà, sulla tua casella postale, ci sarà una nuova email dal mio indirizzo, per favore aprila e stampane il contenuto, è una lettera, te ne invierò una ogni settimana. Ti chiedo solo un'ultima cosa B, di non leggerne nessuna, ti porterebbero solo più dolore.
Ci vediamo la prossima settimana Blue."

La ragazza si passò le mani sotto gli occhi per eliminare anche le ultime tracce di lacrime e aprì la posta, c'era una nuova nuova email. La aprì e la stampò, poi la ripiegò e la mise in un cassetto. Non l'avrebbe consegnata, non ne avrebbe consegnata nessuna.

Saudade-l.h.

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