*Videomessaggio numero tre*
"Non mi scorderò mai tutte le volte in cui ti ho detto che non ti meritavo, tu sembravi non crederci, ridevi e poi i dicevi di starmene zitto, che certe cazzate dovevo evitarmele, eppure, secondo me, tu lo sapevi, nel profondo del tuo cuore, che io avevo ragione. Non è vero?
Non ci siamo dati un appuntamento per ben due mesi, sapevamo dove e quando trovarci, sapevamo che negli orari più insoliti ci saremmo potuti incontrare alla fermata nord dell'autobus, quello che faceva tutto il giro della città passando davanti al mare. Fu così che ci trovammo entrambi lì quel sabato 30 Dicembre a mezzanotte, tu a guardare le stelle, io a guardare te.
'E se prendessimo l'autobus e andassimo al mare di notte.' ti chiesi già immaginandomi te sguazzare a piedi nudi sul lungomare. Tu mi guardasti, cercando di mascherare il tuo sorriso per quella richiesta, con una smorfia contrariata, non sapendo che ti si leggeva in faccia che non vedevi l'ora. 'Ma che pazze idee ti passano per la testa? Sai che ore sono? È tardissimo e io mica posso andare in giro con gli sconosciuti a quest ora.' ridesti alle tue stesse parole. Non te ne fregava nulla di che ore fossero e non mi consideravi uno sconosciuto.
Così, quando l'autobus arrivò ti alzasti e mi prendesti la mano stringendola forte.
Mi trascinasti sopra quel mezzo senza chiedermi il permesso, perché non c'era bisogno, con un ghigno in faccia che ti faceva capire tutto e niente allo stesso tempo.
Attraversammo la città lentamente, diretti verso il mare e tu non scollasti un attimo i tuoi occhi dal finestrino, incantata dal colore che la luna dava a quella città.
Io, come sempre, invece, ero incantato da te: dal modo in cui le tue mani giocavano con l'orlo della maglietta, dalla tonalità di blu dei tuoi occhi che cambiava diventando più scura a causa del riflesso del finestrino, dalla posizione stanca che avevi seduta su quello scomodo sedile.
Non so come fai Blue a far risplendere tutto ciò che ti circonda, ma sappi che quella notte, quel pullman, per quanto vecchio e ammuffito poteva essere, sembrava il più bello della città.Arrivammo al mare che era mezzanotte e trentacinque. Tu, appena l'autobus si fermò ti alzasti di fretta urlandomi 'Paga chi esce per ultimo.' Mi fregasti così che dovetti pagare il biglietto ad entrambi, non che non l'avrei fatto ugualmente.
Quando fui finalmente fuori dal mezzo, mi guardai intorno in cerca della tua figura, che trovai in piedi sulla sabbia con la testa ,come al solito, rivolta verso le stelle.
Ricordo che mi fermai a guardarti per un minuto buono, notando così come la luce della luna metteva in risalto i tuoi zigomi già accentuati e come i tuoi occhi splendevano, ti confesso che pensai che erano diventati anche essi un cielo stellato.
Facesti finta di non accorgerti del fatto che i miei occhi bruciavano su di te, ma non ci riuscisti a lungo, poco dopo infatti ti girasti verso di me e facesti incontrare i nostri sguardi.
Due pozzi azzurri, uno pieno e uno vuoto. Due mari, uno in tempesta e l'altro in calma piatta.
Uguali ed immensamente diversi.
Forse, fu quello il giorno in cui mi iniziai ad innamorare di te, ma fu solo l'inizio."Gli occhi erano lucidi, le mani tremanti e Blue con le occhiaie era davanti lo schermo del computer, una lettera chiusa in mano e il rimorso di non aver amato abbastanza.
Saudade-l.h.