Chapter 4

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C'è freddo per essere giugno. Ma si sta comunque bene. La sveglia suona presto. Non ricordo di averla messa. Segna le 6:05. Meglio. Non ho sonno
e non riesco a stare sdraiata ancora per molto. Metto le ciabatte, riuscendo miracolosamente a trovare un elastico sul comodino. Faccio una crocchia scombinata, poi scendo di sotto. Trovo mia madre, intenta a guardare i suoi corn flakes galleggiare nel latte.
'Mamma. Non sei a lavoro?'
'Ciao tesoro. No in effetti no. Devo incontrare una cliente per le 12. Dovrei esaminare le carte ma non sono dell'umore adatto'
Ora che la guardo meglio, sembra che sia stanca.
'È...successo qualcosa?'
'Oh nulla di cui tu debba preoccuparti..solo, ieri Nate non è tornato tanto presto, l ho visto uscire con suo padre. Era parecchio arrabbiato. Forse staranno parlando'
E in questo momento sto pensando le cose più assurde. Sapevo che non avrei dovuto lasciarlo solo. Ma non è colpa mia se manda tutto a rotoli ogni volta.
'Lo faceva anche papà sai? Beh non così frequentemente ma si. Solo che diceva che ero io a ridurlo così. Non l ho mai contraddetto. Ma in cuore mio sapevo che aveva bisogno di una mano'
'Mamma' cerco di consolarla, ma adesso devo pensare a mio fratello.
'Mi dispiace che abbiate passato tutto questo. Ma adesso c'è Aaron. A proposito. Sai dove sono?'
Senza preoccuparmi di sentire la risposta, esco in giardino. Voglio davvero parlare con lui. Devo sapere che gli è passato per la testa.
Poco lontano dal viale intravedo una macchina scura e due uomini scendere dai due lati opposti. Mi ci vuole poco per riconoscere un Nate avventati contro il padre che cerca di farsi sentire. Appena li raggiungo, smettono si parlare. Nate mi guarda preoccupato.
'Ciao Liz. Tua madre è in casa?'
'S..si sì e svegliata da poco'
Da un'ultima occhiata al figlio per poi entrare in casa.
'Beh?'
Distoglie lo sguardo.
'Cazzi miei'
Lo faccio girare ma non so con quale forza io ci sia riuscita.
'Non fare il bambino viziato con me. Dimmi che è successo ieri notte'
Cerco di guardarlo negli occhi ma qualcos'altro attira la mia attenzione. Una macchia rossa ed evidente si intravede attraverso i capelli ricci.
'È...un succhiotto quello?'
Cerca di nasconderlo ma gli levo la mano.
'Nate'
'Ero ubriaco va bene? Non devi sapere altro'
'Si hai ragione. Non ho tempo da perdere con te. Jax mi aspetta.'
Ma cosa?
A quelle parole lo vedo tingersi di rosso rabbioso e sputare sulla macchina
'Che hai detto?'
'Non lo ripeto.'
'Oh tu non vai da nessuna parte, Elizabeth '
'Ah si? E invece tu puoi portarti a letto chi ti pare usando la scusa del ragazzo ubriaco?'
L ho colpito.
'Mi stai facendo incazzare, Liz. Tu non esci.'
'Te lo sc...'
Non mi lascia finire. Le sue labbra sono incoscienti sulle mie. Le forza con cui le tortura aumenta.
Si stacca, appoggiandosi alla macchina.
'Io...'
'Scusa...non avrei dovuto. Volevo solo zittirti'
Mi giro per non guardarlo. Oh Dio che vergogna.
'Devo andare'
Mi avvio verso casa ma mi insegue
'Liz?'
'Che c'è?'
'Sai di fragola'
'E tu di birra'
'Perdonami.'
'Tutto apposto'
Mi infilo lentamente dentro casa, lasciando che il mio corpo scivoli sul legno duro della porta. Perché è stato così bello? Perché mi sento così felice?

A STRANGE BONDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora