Capitolo 15: Saper andare avanti

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Tornai a casa, come da previsto, il 12 gennaio. La mattina di quel giorno feci le valigie frettolosamente, perché volevo andarmene il più velocemente possibile. La sera precedente c'era stata una piccola festa in famiglia, e nella foga del momento nessuno sembrò accorgersi del mio malumore. «Meglio così» mi dissi quella mattina, almeno non avrei dovuto dare spiegazioni a nessuno.
Senza esitazione, presi Eleonora e con l'altra mano una delle borse. Kreacher chiuse la porta della stanza. Sentii questa fare un rumore sordo mentre percorrevo il lungo corridoio verso l'uscita. Non mancai di salutare chi incontravo nei corridoi e chi mi conosceva. C'erano due ragazze Tassorosso che mi sorrisero, mentre un ragazzo Corvonero dai capelli a caschetto agitò la sua mano. Nonostante le tante persone che non mi vedevano di buon occhio, ce n'erano altre che erano state contente di vedermi ed io di vedere loro. Avevano studiato al mio fianco e non me ne sarai mai dimenticata.
«Così andrai a casa da Fred» disse Hagrid. Fu lui ad accompagnarmi fino all'Hogwarts Express, trascinando il mio baule.
«Proprio così. Mi ha scritto in una sua lettera che non vedeva l'ora di vedermi, vuole raccontato tutto nel dettaglio. Sai che dirà? "Ma è pazzesco!"».
Hagrid rise rumorosamente.
«Fred trova tutto molto divertente, credo che sia qualcosa per cui sentirsi fortunati».
Vero, quando si trovavano i lati positivi anche delle cose più brutte, si riusciva a superare meglio tutto.
Prima che potessi chiudere la porta della mia carrozza, una voce femminile si fece forte, tanto che mi voltai.
«Signorina Black!» la McGranitt camminava velocemente per raggiungermi prima che il treno andasse via. Il suo mantello verde scuro era imbottito e pesante da trascinare, e in mezzo alla neve non era stato di certo una passeggiata, ma percepì uno sbuffò pieno di soddisfazione quando la strega riuscì nel suo intento.
Senza che lei lo vedere, ruotai gli occhi e iniziai a fare respiri profondi, sia per il freddo gelido che tingeva la mia pelle di un rosso appena accennato, sia perché sapevo che sarebbe iniziato sicuramente un altro discorso e nuovo segreto che io avrei dovuto tenermi dentro, come tanti piccoli demoni che si divertivano a punzecchiare il mio animo tormentato.
«C'è per caso qualche altro segreto che vorrebbe dirmi prima che io me ne vada, professoressa? Qualcun'altro è in pericolo o ha qualche potere magico di cui non sono a conoscenza? La prego di non fare nulla per ancorarmi ancora qui» la supplicai che non dovesse dirmi altro perché non sarei stata pronta a dover mantenere altre impossibili promesse.
«Nulla di tutto ciò signorina Black, niente affatto. Volevo...» si interruppe un attimo, fece un respiro profondo e poi proseguì «Volevo solo chiederle una cosa. Per quando avverrà ciò che lei sa bene, la prego di essere qui, inventerò una scusa adeguata affinché possa passare i giorni qui».
«Come fa a sapere con esattezza quando avverrà, professoressa?».
«Qualcuno ci ha informati a riguardo» disse.
Annuii con la testa e presi con la mano la maniglia della porta, nel momento in cui un altra frase uscì fuori dalle sue labbra.
«La prego signorina Black. Torni nel mese di giugno. Le farò sapere io tramite una lettera. Spero faccia un buon rientro a casa» mi augurò prima che l'Hogwarts Express fischiasse per la sua partenza.

Il mio ritorno a casa fu piacevole, nulla a che vedere con quello che avevo immaginato. Una grandiosa festicciola di benvenuto era stata organizzata e per tutta la sua durata i gemelli Weasley avevano gestito tutto al meglio. Eleonora stata cominciando a dire qualche parola come "mamma" o "papà", e gattonava in giro per casa. Dovetti inseguirla ovunque, quasi mai affrontando la questione del sangue magico di fata e della discendenza di sangue della mia famiglia.

Fu solo quando quella caotica festa finì che io e Fred ci ritrovammo faccia a faccia a parlare del problema.
Avevo appena messo Eleonora a dormire, quando finalmente si era stancata, rifugiandomi nella nostra camera. Ero stanca, avevo bevuto un pò e mi ero messa a riflettere: c'erano tante cose che occupavano la mia mente e non sapevo esattamente da dove dovevo iniziare.
In quel momento due mani si poggiarono sulle mie spalle ricurve, mentre tenevo la testa poggiata sulle ginocchia, sobbalzai appena ma solo per quel tocco improvviso. Sentii il respiro di Fred sul mio orecchio, intuii che si era seduto circondandomi i fianchi con le braccia.
«Ti ho trovata finalmente» disse con tono stanco, come al solito aveva fatto milioni di cose per rendere la festa bellissima con le energie che gli restavano dopo una lunga giornata di lavoro.
«Mi stavi cercando?».
«Per tutta casa, in lungo e in largo, anche in giardino se mai lo avessimo avuto» disse Fred facendomi sentire un pò in colpa per la mia improvvisa sparizione, ma lui sembrò capire. Eleonora aveva bisogno di tranquillità per dormire bene ed era per questo che mi ero allontanata, non poteva immaginare che lo avevo fatto anche per me.
«Se ti va costruiamo una terrazza, abbattiamo qualche muro...».
Fred rise «Stai davvero pensando di costruire un terrazzo?».
«È l'unico modo per poter pensare ad altro».
«Per non affrontare il discorso di cui dovremmo parlare, per la cosa dei segreti della tua famiglia?».
«Non pensare che io non ti voglia dire nulla» affermai, voltandomi per guardarlo nelle sue pozze azzurre «Sei il mio ragazzo, il mio migliore amico e padre di mia figlia, ti amo più di quel che immagini e non voglio assolutamente mentirti su nulla».
«So che non vorresti mai Carol, lo so» il rosso prese ad accarezzarmi il viso dolcemente, mentre pezzo dopo pezzo mi distruggeva e distruggeva ogni mia preoccupazione. Mi baciò con lentezza, lasciandomi assaporare ogni millimentro delle sue labbra, avvolgendomi in un abbraccio confortante; era un segno che per lui andava bene e non avrebbe mai giudicato, anche se avessi omesso qualche piccolo dettaglio.
Ero confusa su cosa dire prima, sta di fatto che rivelai al mio confindente ogni dettaglio di quello che era successo ad Hogwarts durante quella fredda settimana di inizio gennaio.
Delle mie abilità magiche e della mia strana discendenza di sangue non sembrò essere neanche un pò preoccupato.
Mi aveva rassicurato più volte, dicendo che non era assolutamente un problema.
«Tranquilla amore» disse «Non è un grande problema in fondo».
«Potrebbe esserlo per Bellatrix, dovremmo trovare un modo per proteggerci, soprattutto Eleonora, ho paura per lei».
«Certo, c'è altro che ti preoccupa?».
Alla sua affermazione giurai di aver sentito un macigno sul petto, mentre il mio buon senso mi diceva di ricordare che avevo fatto un giuramento, una promessa che non avrei dovuto infrangere, così le parole mi morirono in bocca.
«Al momento, no. Vorrei solo dormire» mentii, spogliandomi dei miei vestiti pesanti per indossare un pigiama e infilarmi sotto le calde coperte del mio letto.
Fred mi avvolse sotto le lenzuola assicurandosi che dormissi dopo una lunga seria di baci lasciati sulla nuca e sul collo.
La verità era però che difficilmente quella notte avrei chiuso occhio.

➣ The daughter of Sirius Black ¹ [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora