Chapter 1

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*Sull'aereo per Modena*

Benjamin Pov's

Siamo appena saliti sull'aereo che ci riporterà a casa... è stato un viaggio stupendo! New York è fantastica e Anna era entusiasta. Abbiamo girato ovunque, credo di non aver mai camminato così tanto... Infatti ora lei è esausta, si vede.

"Ancora non ho capito perché hai insistito tanto per farmi stare nel posto contro l'oblò... hai per caso paura Anna?" Le chiedo con un sorriso di sfida.

"Per niente Mascolo..." risponde lei facendomi la linguaccia.

Ma subito dopo il suo sorriso si smorza, come se si fosse persa in un pensiero, con lo sguardo nel vuoto.

"Hey... amore che succede?" le passo il dito sulla guancia

"Che?" chiede lei spaesata, scuotendo la testa come per cacciare via un pensiero.

"A cosa stavi pensando?"
Mi ritraggo un po' con il corpo, per guardarla meglio, ma appena i nostri occhi si incrociano le spunta un sorriso.

"Nulla di importante... stavo pensando a come potrebbe esserci rimasto Fede... Gli avevamo detto che era solo un mese, mentre in realtà sono diventati quasi tre... Infondo lui stava sempre con noi. E se si fosse fatto una nuova compagnia? Se avesse conosciuto qualcuno per sostituirci?"

Non credo potrebbe mai succedere... a parte il fatto che io e Fede suoniamo insieme, quindi sarebbe praticamente impossibile, a meno che non smettessimo di suonare. E poi Fede è troppo affezionato a noi... Insomma, io sono il suo migliore amico e Anna... Beh Anna è come se fosse la sua migliore amica. All'inizio gli piaceva, ma ora sembra di vedere fratello e sorella.

"Tranquilla, non succederà. Sarà il Fede di sempre. Te lo prometto"

Lei annuisce piano, con un sorriso, per poi riappoggiarsi alla mia spalla stringendomi la mano.

Appena l'aereo si solleva da terra aumenta la presa sulla mia mano, che se non fosse la sua, credo che mi farebbe male. Ma è lei. È impossibile sentire dolore.

Mi volto verso di lei e noto che sta strizzando gli occhi. D'istinto mi si apre un sorriso sul volto. Mi ha sempre detto che le piacerebbe viaggiare intorno al mondo, visitare ogni luogo, ma mi viene da ridere per come reagisce a decollare con un aereo... mi ha detto che era la prima volta che ne prendeva uno. Io no... ne ho presi tanti di aerei. Molte volte sono scappato senza dire nulla a nessuno, neanche a Fede. Si scopriva che ero andato via quando ormai era troppo tardi per fermarmi. A volte ne avevo bisogno... avevo bisogno di partire da solo, per una meta a caso, visitare nuovi posti e pensare. Quando ritornavo stavo sempre meglio, avevo pensato ai miei problemi da lontano. Ed era molto più facile! Cercare una soluzione, da lontano era molto più semplice, perché non ce l'avevo intorno il problema. Io pensavo 'Questo è il problema, questa è la soluzione' e poi quando arrivavo a casa lo facevo subito, senza aspettare. Invece se restavo a casa nel frattempo che cercavo una soluzione, si creavano altri intrecci del problema, altre complicazioni e andavo nel panico.

"Benji? Mi stai ascoltando?" chiede Anna sollevando la testa dalla mia spalla e risvegliandomi dai miei pensieri.

"Come?"

"Bene, i ruoli ora si sono invertiti" ride lei... è bellissima.

"Tutto a posto?" Chiede lei aggrottando la fronte

"Si sì, Dicevi?"

Lei mi guarda con sguardo sospettoso, ma poi continua a parlare.

"Stavo dicendo che non abbiamo preso nulla per noi, abbiamo preso i regali solo per Fede e mia madre"

All'idea sorrido, perché lei non lo sa. Non sa che sono uscito alle 6 di mattina a prendergli un regalo, per poi tornare a casa e rimettermi nel letto con lei e guardarla svegliarsi alla luce del poco sole che entrava dalla finestra.

"Già... vorrà dire che dovremo tornarci" rispondo con un sorriso furbo.

"Prima mi fai riprendere sensibilità alle gambe... sono distrutta!"

"Ah sei tu che mi hai trascinato ovunque, non incolpare me!" Io infatti l'avevo già visitata New York. Due volte. La prima è stata quando avevo 12 anni, insieme a mia madre. La seconda è stata dopo Linda.

È per questo che ho voluto portarci Anna. Sono sicuro che se non ci fossi ritornato con lei, mi sarebbe rimasto in mente quel periodo, avrei camminato per le strade ripensando al dolore che provavo l'ultima volta che le avevo viste. Invece ci ho portato Anna. In questo modo quelle strade non mi ricorderanno più Linda, ma Anna. I ricordi belli che finalmente sovrastano quelli che fanno male. Il Bene che vince sul male.

Ormai Anna si è addormentata, sempre sulla mia spalla, mentre io guardo fuori dal finestrino. Guardo le nuvole, guardo Anna che dorme, penso a lei e penso a me. A quanto sono fortunato per averla qui con me. Colei che mi ha risollevato dalla mia fossa è qui con me, e non ho intenzione di lasciarla andare.

Anna Pov's

Siamo appena scesi dall'aereo, c'è una gran confusione qui in aeroporto, un sacco di persone che salgono e scendono dagli aerei, che tentano di arrivare in orario al gate e un sacco di persone intente a salutarsi. A salutare persone che magari non vedranno per mesi, anni... o forse mai più.

Ci sono due ragazze che trasportano le loro enormi valigie, ci sono due signori che da lontano salutano loro figlio, che li guarda e gli urla 'Vi voglio Bene' mentre la madre si porta il fazzoletto agli occhi. Piange, forse commossa, nel vedere suo figlio che magari sta andando a frequentare una prestigiosa Università in Inghilterra, o forse triste, nel vedere suo figlio volare via dalle sue braccia, perché ha bisogno di crescere e di trovare la sua strada. C'è una coppia di fidanzati...si stanno baciando. Lui ha un'enorme valigia al suo fianco e quando le loro labbra si staccano vedo una lacrima scivolare sulla guancia di lei. Lui ci passa il pollice asciugandola e la stringe a sé, sussurrandole qualcosa in un orecchio e lei, appoggiando la testa sul suo petto, annuisce chiudendo gli occhi.

Mi sale la tristezza vedendo queste scene... una coppia costretta a separarsi, magari per studio o lavoro. Due genitori che vedono andare via quello che probabilmente una volta era il loro bambino, magari l'unico.

Non avevo mai pensato a quanto gli aeroporti possano essere luoghi tristi in cui dirsi addio o, ancora più doloroso, un falso 'a presto '.

Però non solo sono questo. Sono anche sorrisi, abbracci e risate.

Infatti ad un certo punto mi sento toccare la spalla, mi giro verso Benji e lui con un sorriso mi indica un punto lontano davanti a noi. Io seguo la direzione del suo dito e vedo Fede che ci sorride da lontano. Istintivamente inizio a correre, mollando tutto. Valigie, giacca, telefono, tutto.

"Fede!" gli salto praticamente al collo e lui all'inizio sembra spiazzato, ma subito ricambia forte l'abbraccio.

"Ehi... non sono mica andato in guerra" dice lui con tono dolce e allo stesso tempo divertito.

"Mi sei mancato"

"Anche voi... tanto!"

Nel frattempo Benji ci ha raggiunti e ci guarda con un sorriso.

"No ma tranquilla... riesco a portare tutto da solo" scherza lui riferendosi al fatto che l'ho abbandonato con tutte le valigie."

"Scusa amore, hai ragione... ma sai quanto mi mancava"

"Si in effetti... si stava facendo le paranoie perché aveva paura che tu ti facessi una nuova compagnia e ti dimenticassi di noi..."

"Si, mi ci vedo proprio!" risponde Fede prima di scoppiare in una risata, seguito da me e Benji che mi stringe a sé dandomi un bacio sulla fronte.

Finalmente... tutti e tre insieme. Di nuovo.

Thinking Of Us∞ ||Benji & Fede||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora