Nebbia

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Il mal di testa è forte, mi trovo in una fase di insonnia.
-Brooke non ti allontanare. Fai la brava con la nonna
- Va bene mamma.
Vedo una piccola me correre per un parco sotto alle palpebre.
Il parco è grande, ci sono alberi piantati in modo vario e sulla sinistra un muretto di cemento da cui sopra si erge un cancello nero. Le immagini sono sfocate, c'è come della nebbia.
Cosa ha chiesto mamma a Pamela? Ah, che cosa sarei stata in grado di vedere.
Mia nonna era magra, vestita con una gonna lunga fino al ginocchio, una camicia bianca con sopra una giacca da lavoro.
Batteva le mani. Io correvo con altri bambini, eravamo una scolaresca. Un bambino di più o meno quattro anni mi si avvicinò.
-Brooke guarda! Un coniglio.
Quello che vuole ricordare aveva risposto Pamela. L'immagine cambia.
Ero in una scuola dalle pareti rosa salmone, mia nonna era dentro una stanza, lo studio della preside diceva l'insegna.
-Lasciala! Sei troppo dura con lei! L'accusò mio padre nella stanza.
-Non l'hai mai voluta attorno e adesso vieni a farmi la predica! Con quale coraggio.
-Tu la stai trasformando in un mostro! Urlava fuori di sé.
-La rendo forte! Ne ha bisogno. Sei tu quello che non accetta che lei diventerà forte e potrà rendere le cose migliori!
Una mano mi toccò la spalla, era un bambinello della mia età. Lo stesso di prima, aveva le lacrime agli occhi.
-Te ne vai?
Lo abbracciai.
-credo di sì.
-Mi abbandoni in questo posto? Io mi staccai e lo rassicurai guardandolo dritto negli occhi.
-Ci sarò per sempre per te. Poi passai una mano fra i suoi capelli mossi, scuri ed indomabili.
L'immagine cambia di nuovo.
-Perché devo lasciare nonna?
Lui riponeva le valige sul taxi, in piena fretta. Senza rispondermi.
- È perché mi ha insegnato ad uccidere? Subito si bloccò con le valige in mano.
-Che cosa hai detto?
Annuii. - Nell'ora di sopravvivenza, come uccidere un cacciatore. Ho rotto il braccio ad un mio compagno, ma non l'ho fatto a posta. Mi giustificai.
Lui mi venne vicino.
-La nonna sta morendo, Brooke. Anche gli altri genitori prenderanno i bambini. Le cose si sistemeranno, vedrai il tuo fratellino Hayden.
Dal taxi salutai i bambini alle finestre che ci guardavano partire ma soprattutto il mio amico speciale.
Quel viso l'ho già visto.
Sono in macchina, siamo appena partiti abbiamo lasciato l'Oregon. Vidi un ragazzo affacciato sull'autostrada, aveva un berretto ma due pozzi neri di occhi. Affianco a lui una donna magra anziana, dal portamento regale. Lei mi manda un bacio.
È lui, il ragazzo del video.
-Ciao. Stai bene? Mi senti? Una mano mi filò davanti. Ero in trans, nuda nella foresta. Non mi mossi, mentre un ragazzo biondo, con le spalle larghe mi fa cenni con la mano. Un urlo di donna nella notte inoltrata. Sentì un odore ripugnante e così Sam. Corsi sulla scena del crimine.
Beserkers.
Era compito mio ucciderli, e l'ho fatto.
Per quanto la me lupa corre velocemente, non inquadro bene il paesaggio attorno.
Un cavallo bianco, ma non è un cavallo. Ha un corno, un'unico corno. Si fa toccare da me. Poi un urlo straziante.
Non c'è nient'altro?
Tornai a casa correndo, presi qualcosa con il piede, mi voltai e mi svegliai dal sonno; ero stanchissima, rientrai a casa dall'ingresso, prendendo una maglia rossa da terra, camminavo pesantemente sulle scale e chiusi la porta a chiave come avevo pianificato.
Erano le 6 di mattina.
-Perché ti ostini a rimanere.
-Lei appartiene a questo posto!
-Ma non noi. I miei genitori stavano litigando in camera, mentre io scendevo dalle scale di sera.
-Sai della profezia! Non possiamo evitarlo.
-Che vuol dire ? Sbraitava mia madre.
- Amber, aspettiamo. Le cose non sono così drastiche. Ricorda che deve trovare il suo cuore.
-Mi sembri semplicemente stupido.
Trovare il cuore.
Mi sveglio.

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