Crimen - Il mistero delle oche

La nieve cae en Barcelona - Il segreto di Beatriz

[Colonna Sonora: Siempre Me Quedara - Bebe ]

- Non c'era molto, nella stanza del signor Cortez. Non sembra "vissuta", Signore. Sembrava che non ci dormisse davvero. C'erano pochi abiti e nessun oggetto personale a parte il cellulare, un pacchetto di sigarette e un'agenda.

I due poliziotti stavano bisbigliando fra di loro avviandosi verso la porta di ingresso, percorrendo lunghi corridoi addormentati. Pilar si fermò nell'atrio della grande casa, dove Etor li stava attendendo per farli uscire. Quando aveva parlato con il maggiordomo, poche ore prima, lo aveva soprannominato mentalmente Lerch: era un uomo alto, di poche parole e scarsa empatia; non le aveva parlato né di Fìdele, né dell'abitudine di Cortez di travestirsi da barbone. Pilar si chiese se quei particolari fossero invenzioni di Adelaida oppure segreti custoditi gelosamente da Etor per chissà quale motivo.

- Vorrei parlare ancora con la signora Cortez, Etor.

- Impossibile, Ispettore. Sta dormendo.

- Allora chiedo a lei. Era a conoscenza dell'abitudine del suo datore di lavoro di travestirsi da barbone?

Etor esitò un momento. Xavier intanto si guardava intorno, curioso come un bambino: era affascinato da quella casa così grande e elegante, lui che era cresciuto per le strade del quartiere El Born in cinque dentro a un bilocale.

- É una cosa che sarebbe meglio non divulgare, Ispettore.

- Lei non si preoccupi, Etor. E mi dica, è così che l'ha conosciuto?

- Sì, Ispettore. – Le labbra di Etor assunsero una piega rigida.

- Lei ed anche Fìdele, giusto?

- Esattamente.

- Quando le ho chiesto l'elenco del personale, non me lo ha nominato.

- Ero sconvolto per la morte del padrone, Ispettore. Mi perdoni.

- Mh. Ancora una cosa, Etor. Da quanto tempo lavora per la famiglia Cortez?

- Domani saranno dieci anni, Ispettore.

- Quindi da quando il signor Cortez si è sposato.

- Proprio così.

- E... ha notato qualcosa di strano, in questi anni? Ad esempio un cambiamento negli atteggiamenti della signora Cortez.

Xavier interruppe il silenzio che seguì con un colpetto di tosse. Pilar distolse lo sguardo dal maggiordomo e colse, nello spiraglio lasciato dalla porta della stanza nella quale erano stati ricevuti da Beatriz, un fruscio di gonna, un'ombra muoversi e poi sparire.

- No, Ispettore.

- Capisco. Quali erano i rapporti fra lei e il marito?

- Non saprei. Se è tutto, la pregherei di tornare domani, quando la signora Cortez sarà in grado di riceverla di nuovo.

- Certamente.

Xavier rivolse un'occhiata incuriosita alla Ribera: era strano che fosse così condiscendente, soprattutto dopo che lui aveva fatto in modo di attirare la sua attenzione su quella presenza nell'altra stanza.

Etor aprì la porta

- Buona nottata. E Buon Natale.

- Buon Natale a lei, Etor.

Pilar uscì, preceduta da Torres. Prima che il maggiordomo chiudesse di nuovo l'uscio, lei si voltò, fermandosi in modo che Etor non potesse completare l'opera. In quel momento Beatriz stava sgattaiolando fuori dalla stanza, convinta che non l'avrebbero vista.

- Milagros!

Beatriz, sentendo il nome pronunciato dalla Ribera, si voltò verso di lei

- Sì? – e impallidì, subito dopo.

Xavier scorse, sul viso di Pilar illuminato dalla fioca luce dei lampioni in strada, quel suo tipico sorrisetto sornione da gatto che ha catturato la sua preda.

- Credo sia il caso che ci segua in Commissariato, signora.

Beatriz, o per meglio dire Milagros, sembrò invecchiata di dieci anni; Etor era paralizzato, come una statua di ghiaccio, con la mano sulla maniglia.

Piccoli fiocchi di neve avevano iniziato a cadere lentamente sulla città, coprendola sotto la sua coltre bianca e silenziosa. In quell'immobilità candida, le luci delle volanti che sopraggiunsero, chiamate da Xavier, per prelevare Milagros ed Etor, sembrarono all'agente delle inquietanti decorazioni natalizie.

- Pensa che sia stata lei, Signore?

- Lo scopriremo Xavier. Ma ora facciamo un salto alla Santa Clara. Ho bisogno di zuccheri.