♬ Prefazione

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Avrei voluto scrivere questa storia molti anni fa, ma per qualche strano motivo non ci ho mai provato sul serio. 

Credo che la mia mente abbia cominciato a partorirla la ventiduesima volta che ho inserito nel computer il DVD di "Amadeus" (ragazzi, se ne avrete mai l'occasione, guardatelo! Ha vinto la bellezza di otto oscar...). 

Quando mi appassiono ad un film, non c'è nulla che possa impedirmi di impararlo a memoria, ed ora che sono in grado di citare i monologhi di Salieri posso ritenermi pienamente soddisfatta. Nonostante questo, ci tengo a precisare che nessuno dei fatti narrati corrisponderà alla realtà storica, a cominciare dal prologo. (In effetti, un po' mi vergogno ad inserire questa storia in "Narrativa Storica" ahahah). Se qualcuno desidererà chiedermi delle precisazioni o dei chiarimenti in merito a personaggi citati, opere liriche o qualsiasi altro argomento, sarò ben lieta di rispondere.

In ogni caso, non è soltanto per questa ragione che ho deciso di imbarcarmi in una nuova avventura: la verità è che ho scelto spontaneamente di mettermi alla prova. Già. A dispetto della mia ancora tenera età (?), nelle mie storie uso raramente protagonisti femminili che abbiano meno di 25 anni. Non so perché, ma non mi trovo a mio agio dentro la pelle di una mia coetanea (cosa che invece non mi succede con monarchi ultra-quarantenni dalle menti disturbate LOL). Quindi vi chiedo perdono in anticipo se le descrizioni o i dialoghi risulteranno goffi o superficiali: è colpa mia che non riesco ad immedesimarmi.

Ho cominciato a scrivere questa storia essenzialmente perché sono invidiosa di chiunque sappia cantare. Per la cronaca, [SPOILER] credo di essere la ragazza più stonata d'Italia. Ho una voce orribile, troppo bassa (ma neanche così bassa da riuscire ad essere un buon baritono, ecco XD) e maledettamente incapace di riprodurre una sola nota giusta. E la cosa è ancora più umiliante, se considerate che sia mia nonna che mia madre sono entrambe degli ottimi soprani, per non parlare di mia sorella che è riuscita a partecipare allo "Zecchino d'Oro". A volte vorrei davvero morire.

Ma dato che probabilmente vi sto già annoiando, vorrei concludere in bellezza dedicando questo romanzo a mio padre (che so benissimo che non la degnerà di uno sguardo, ma dettagli), compositore scatenato e storiofilo della Prima Guerra Mondiale, che continua a rinfacciarmi di aver abbandonato i suoi corsi di pianoforte. 

Mi dispiace di non essere riuscita a mandare avanti la tradizione di famiglia. 

Con questa storia, tuttavia, spero almeno di rendere un degno omaggio alla musica che ho smesso di suonare.



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Killing Mozart (#Wattys1782)Where stories live. Discover now