4.

82 7 1
                                    

È passato diverso tempo dall'ultima volta che sono tornata a casa con un sorriso sulle labbra, e mia madre lo nota subito.
«Cosa c'è che ti rende tanto felice Fra?»
«Nulla di particolare mamma, solo che ho preso nove nel compito di matematica e sono soddisfatta.»
"Tu non me la racconti giusta signorina...» ribatte guardandomi con un sorriso furbo, «Non è che per caso centra un ragazzo?». Strano, di solito io e lei non abbiamo questo genere di conversazioni, però devo ammettere che non mi dispiace questo suo lato curioso.
«Cosa?! Un ragazzo? Io? Ma quando mai mamma!». Spero davvero di non essere arrossita se no sono fregata.

Credo di non essere mai stata tanto felice in vita mia... Mentre fantastico sulla mano del mio meraviglioso ragazzo che stringe la mia, sento vibrare il mio telefono nella tasca della felpa. È un messaggio di Ale:
*Ciao principessa💘*

Ha usato la mia emoji preferita, il cuore rosa colpito da una freccia.
*Ciao amo💘*
*So che è trascorsa poco più di un'ora da quando ci siamo salutati, ma mi mancavi e non ho resistito alla tentazione di scriverti...spero di non disturbarti...*

Mi si illuminano gli occhi quando leggo le sue parole, e un sorriso mi sorge spontaneo sulle labbra.
*Tu non mi disturbi mai.
E poi ti volevo ringraziare per aver reso questo giorno il più bello della mia vita.
Però ora ho davvero sonno...notte, ti amo💘*
*Ti amo principessa💘"
Mi addormento con il sorriso sulle labbra.

Cazzo. Sono le 7:45 e l'autobus parte alle 8. Non ce la farò mai. Va be tanto vale provarci.
Salto giù dal letto e corro in bagno.
Non mi trucco neanche e indosso i primi vestiti che trovo.

Arrivo alla fermata giusto in tempo per infilarmi tra le porte scorrevoli che si chiudono subito dopo il mio passaggio, sfiorando per un pelo le cinghie del mio zaino.

Ale mi fa cenno di sedermi vicino a lui e mi posa un bacio leggero sulle labbra prima di abbracciarmi.
«Sei bellissima oggi» mi dice prendendomi la mano.
«Ma proprio no, non mi sono nemmeno truccata!»
Mi afferra il braccio e tira su la manica della mia felpa. Quando vede che i tagli sono vecchi e che stanno iniziando a cicatrizzare, mi sorride. Però non è un sorriso vero, non gli arriva fino agli occhi.
«Ale? Cos'hai?»
«Nulla amore, stai tranquilla»
«Ti conosco abbastanza bene da sapere che mi stai nascondendo qualcosa...su, spiegami.»
Mi fissa con sguardo triste e dice:
«Mi sento una vera merda. Solo il pensiero che tu ti sia procurata così tanto dolore per colpa mia mi fa stare malissimo... Ma come ho fatto a non accorgermene? Come ho fatto a non notare che non mostravi più né braccia né gambe, che pure in estate portavi le pantacalze? Come cazzo ho potuto?»
Vederlo in quello stato mi fa venire voglia di stringerlo forte a me e di non lasciarlo mai...
«Non è colpa tua. C'è un motivo se nessuno lo ha notato... Solo Luna sapeva il mio segreto, ora anche tu. Però devi stare tranquillo, okay? Non puoi prenderti colpe che non hai. La colpa è solo mia che sono una cogliona. Non voglio più sentirti dire queste cose.» Poi, guardandolo aggiungo: «Ti amo, lo sai sì?»
Lui in tutta risposta mi bacia.

La prima lezione è quella di latino. Amo questa materia, e riesco a mantenere l'attenzione per quasi tutta la durata dell'ora, anche se la mano di Alessandro posata sulla mia coscia mette a dura prova il mio autocontrollo.

Alla fine della seconda ora ci salutiamo, e io e Ilary andiamo verso l'aula di matematica.
Nel corridoio scorgo Camilla. Vorrei tanto fare retro-front e cambiare strada, ma il mio orgoglio me lo impedisce.
Quando si accorge della mia presenza, mi guarda con aria di sufficienza.
«Ma come ti sei conciata oggi?» esclama squadrandomi da capo a piedi e puntando il suo sguardo sulla mia felpa viola tutta stropicciata, «Sai che esiste il ferro da stiro?».
«Oh scusa tanto se non mi vesto da spogliarellista come te. E poi, per tua informazione, io mi vesto come mi pare e di certo non mi interessa la tua opinione!»
«Parla quella che ruba i fidanzati altrui. Me la pagherai, cara la mia Franceschina.»
Sento montare la rabbia e cerco di trattenermi.
«Ah...un ultima cosa: Ale tornerà da me, non durerete molto insieme, di questo ne sono certa.»
Basta. Ha oltrepassato ogni limite.
Lancio per terra lo zaino e mi getto addosso a lei. Cadiamo a terra e io afferro una grossa ciocca dei suoi stupidi capelli biondi e la tiro con forza. Lei si mette ad urlare e cerca di spingermi via.
Mi sento afferrare da dietro e cerco di divincolarmi ma non ci riesco. Ilary mi fa sedere per terra e mi dice «Sei proprio una deficiente». Due secondi dopo si attiva l'auto parlante e la voce della preside gracchia:«Federica Colombi in direzione. Subito.».
Cazzo. Ora sì che sono nella merda.

Lasciati AmareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora