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L'ufficio della preside è arredato con mobili bianchi, e le pareti sono piene di cornici con i suoi diplomi e di foto dei suoi nipotini.
Quando entro, posa su di me uno sguardo assassino.
«Francesca. Hai idea di quanto sia grave ciò che hai appena combinato e delle conseguenze che ne deriveranno? Picchiare una compagna...!» mi dice credendo di farmi paura.
«Signora preside, so che quello che ho fatto è grave, ma mi creda, Camilla se lo meritava. Lei non ha idea di quanto quella ragazza mi abbia fatto soffrire.» ribatto.
«E cosa avrebbe fatto per far nascere in te tale ira?», «Non sono affari suoi signora preside.» le rispondo in tono acido.
«Porta rispetto, impertinente! Sospesa! Per due settimane, e sua madre dovrà presentarsi a colloquio domani mattina! E ora, fuori di qui.» sbraita.

Quando apro la porta di casa, non faccio in tempo ad entrare che subito mia madre mi si piazza davanti, rossa in viso per la rabbia.
«Tu, sei una deficiente! Hai picchiato una tua compagna?! E poi hai addirittura avuto il coraggio di rispondere alla preside, come se la tua situazione non fosse già abbastanza grave!
Dammi il telefono, il computer e l'IPad, e fila in camera tua senza fiatare. E guai a te se provi ad uscire!» urla mentre mi spinge su per le scale.

Mi chiudo a chiave nella mia stanza e tiro le tende. Mi butto sul letto e inizio a pensare ad un modo per far sapere ad Ale in che situazione mi trovo, ma quella stronza di mia madre mi ha tolto ogni mezzo con cui avrei potuto comunicare con lui.
Non sapendo cosa fare cerco la mia lametta. La trovo in fondo al primo cassetto della scrivania...
La fisso per qualche minuto prima di iniziare a fare dei leggeri tagli sui polsi. Ultimamente ho preso l'abitudine di far passare la lametta sopra i segni delle vecchie ferite che tentano invano di cicatrizzarsi.
Apro un pacchetto di fazzoletti, li tiro fuori tutti e li passo sul mio braccio. In pochi secondi si tingono di rosso.
Non smetto finché tutti i fazzoletti non sono interamente colorati di rosso, li appoggio sul termosifone e li guardo asciugarsi e irrigidirsi. Poi li prendo e li infilo dentro una busta trasparente. Non so perché ma questa cosa mi fa rilassare.
Guardo il mio orologio e vedo che sono le 14:00. Come posso fare a dire a Ilary che sono bloccata in questa stupida stanza? Pensa Francesca, pensa.
Allora, Ila abita di fronte a me giusto? Giusto. E la finestra della sua camera si affaccia sulla strada. Quindi se riesco ad attirare la sua attenzione... Ma certo! Devo solo fare in modo che si affacci.
Cerco un elastico nel cassetto del mio comodino, poi prendo la gomma dall'astuccio e apro la finestra. La strada e larga circa otto metri e le mie probabilità di mandare a segno il tiro sono pari a zero, ma al momento non mi viene in mente nulla di meglio.
Prendo la mira e lascio l'elastico. Guardo la gomma sbattere nel muro pochi centimetri a destra della finestra di Ilary. Cazzo.
Ritento, lanciando un'altra gomma. Questa volta ci riesco, e infatti Ila spalanca la finestra e si guarda intorno sorpresa.
«Ilary sono io!» le dico cercando di non urlare per non farmi sentire da mia mamma.
«Oh, ciao Fra! Scusami ma non era più facile mandarmi un messaggio?!»
«Credimi che se avessi potuto lo avrei fatto! Mia madre mi ha ritirato tutto ciò che avrei potuto usare per contattarti e mi ha proibito di uscire; non avevo altro modo se non questo. Puoi farmi un favore?»
«Certo tesoro, dimmi.»
«Potresti spiegare ad Ale in che situazione mi trovo?»
«Va bene, dopo gli scrivo. Ascolta...so che sta sera andrà ad una festa nel locale in fondo alla strada. L'ho scoperto sta mattina dopo che sei andata dalla preside. Il problema è che...insomma lui...ci andrà con Camilla, l'ho sentito mentre ne parlava con Michele. Mi dispiace amica mia...che intendi fare?» mi chiede.
Non ci posso credere. Davvero andrà a quella festa? Forse Ilary ha capito male... No. Non è possibile. La conosco e so che non me lo avrebbe mai detto se non ne fosse stata certa. Sento crescere dentro di me una gran rabbia mista a tristezza.
«Lo vedi quell'albero? Sta sera, alle 7 entra nel mio giardino e arrampicati lì sopra. I miei andranno ad una cena da alcuni nostri amici e fuori città e rientreranno domani mattina. Porta un vestito carino anche per me. Ilary, si va alla festa.» le dico, più determinata che mai a cogliere nel sacco il mio ragazzo, anche se ormai non sono più tanto sicura che lo sia...

*Spazio Autrice*
Ciao a tutti/e!
Ho deciso di modificare i nomi e qualche passaggio del libro perché prima non ne ero completamente soddisfatta...spero che vi piacerà!😉
buona lettura!
Francy♡

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