Baci rubati

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Sono ancora arrabbiata con David, non mi saluta neanche più.
Sono passati giorni e continuo a conoscere sempre meglio Bryan, è davvero una bella persona. Stiamo bene e passiamo molto tempo insieme ultimamente.
Ora stiamo camminando insieme nel corridoio che porta alla palestra dove si tengono le audizioni per le cheerleader e lui, essendo il capitano della squadra di football, ha il compito di reclutare nuove persone.
Ormai ho conosciuto praticamente tutte le persone di questa scuola e inizio davvero a sentirmi a casa.
Oggi la scuola ci ha lasciato una giornata libera a tutti noi alunni della scuola per le audizioni e tutti quelli che non partecipano possono vedere le nostre prove. Mi sta salendo l'ansia, ma non potevano starsene a casa?
Bryan vedendomi mi stringe forte a sé come se avesse capito tutto, presa alla sprovvista e totalmente imbarazzata mi metto a guardare altrove; dove i miei occhi si soffermarono su quelli di David notando che mi stava già guardando. Stalking.
Per non stare lì, con i suoi occhi puntati su di me con me immobile, imbarazzata ed abbracciata, mi invento una scusa da dire a Bryan e vado a cambiarmi e a scaldarmi i muscoli.
Le ragazze che vogliono avere un posto in squadra sono in tante, forse troppe.
Mi cambio velocemente e mentre esco dallo spogliatoio vado di nuovo a sbattere contro qualcuno. Ma com'è possibile, altro che corsi da cheerleader o da giocatore di football, dovevano fare visite oculistiche, sono tutti ciechi in questa scuola.
Sto alzando lentamente la testa con un diavolo per capello contando fino a cento intenta a dirne quattro al fenomeno della situazione quando con mia sorpresa ed esasperazione, mi trovo davanti a me David, rimanendo un attimo senza fiato e senza un battito di cuore.
D'un tratto un brivido mi percorse tutta la colonna vertebrale, non capendo il perché scosto il pensiero brutalmente.
Lo sai Brook il motivo di quel brivido.
Mi prende per un polso e mi porta in una stanza dove sono posti gli attrezzi della palestra.
In tutto ciò io sono esterrefatta e a bocca aperta realizzando poco a poco la cosa.
Respira profondamente, non capisco se è imbarazzato o teso, mmmh.
"Senti, mi dispiace Brook, ho esagerato l'altro giorno. Volevo che lo sapessi."
Mi squadra dalla testa ai piedi, notando il pantaloncino e la canottiera.
Con un ghigno stampato sulla faccia ha ancora il coraggio di esclamare:"Vuoi fare un provino per il posto da cheerleader?"
Ah sì? Giochiamo:"Direi che sei perspicace." fulminandolo con lo sguardo.
"Allora in bocca al lupo per dopo." Disse tenendomi ancora per il polso, si avvicinò pericolosamente a me. Mi mette dolcemente una mano dietro alla nuca e avvicina il mio viso al suo, sento il suo respiro che sfiora la mia bocca, e infine mi da un bacio sulla guancia.
Hai uno zoo in quello stomaco, mi ricorda la solita vocina.
E se ne va. Lasciandomi in quello stanzino buio e pieno di polvere da sola.
Ma è un professore, il tuo professore. Bryan, Bryan, Bryan mi ricorda l'altra vocina.
Forse stavo sbagliando tutto.

È il mio turno e sono giorni che mi alleno per questa coreografia. Quando entro nella grande palestra,con quasi tutta la scuola sugli spalti, mi viene un blackout.
Cerco gli occhi di David nella folla, forse poteva darmi un po' di coraggio, ma non importa perché non lo trovo.
Saluto le cheerleader che giudicano e la professoressa, sono tre. Mi presento e loro mi fanno il via per iniziare.
Inizio a muovermi, non ho nulla in testa.
Nessun professore, nessun problema.
Mi riesce tutto alla perfezione e sono contenta del risultato, lo capisco dal boato che è esploso alla fine della mia esibizione.
Contenta e felice mi dirigo agli spogliatoi con l'intenzione di farmi una bella doccia ghiacciata.
Finita la doccia, raccatto la mia roba ed esco finalmente dagli spogliatoi. Davanti mi trovo Bryan appoggiato alla parete del corridoio.
Mi guarda e mi viene incontro. "Sei stata bravissima, sicuramente avrai bisogno di mangiare, posso portarti in un posto delizioso?"
"Volentieri!"
Camminando, mi sale la curiosità: "Non ho visto le altre ragazze, ho qualche possibilità di entrare a far parte della squadra secondo te?"
"Certo, sei stata una bomba!"
Si ferma e mi piomba davanti, mi prende il viso tra le mani e mi bacia.
Ricambio, pensando di fare la cosa giusta, sicura.
Non posso avere David.
Sto pensando a David mentre bacio Bryan.

Pranziamo e parliamo molto del più e del meno.
Sto per andare via quando mi bacia di nuovo: "Vieni con me sabato, alla festa."
Vado o non vado?
"C-certo." Balbetto un po' insicura.
Mi risponde con un sorriso, poi io vado a destra e lui a sinistra.

Decido di fare un giro largo per stare un po' da sola a pensare a questi ultimi giorni.
David, le audizioni, le prove, David, il trasloco, Bryan e ancora David.
Quando mi trovo alla punta della mia via mi sento chiamare per nome e per poco non cado dallo spavento.
Riconosco subito chi mi sta chiamando.
David.
È nel suo giardino con Bob, quando mi avvicino la palla di pelo mi viene incontro correndo e buttandosi su di me.
Gli faccio un sacco di coccole non calcolando di striscio il suo padrone ma... quando mi alzo vedo soltanto Dav senza maglia.

Non voglio neanche immaginarmi la mia faccia in questo momento, sono tipo con la bocca aperta e gli occhi spalancati. Ci manca solo più la bava che mi cade dalla bocca e sarebbe troppo imbarazzante.
Mi riprendo subito.
Lo guardo.
"Non ti ho visto prima in palestra." Dico quasi in un sussurro, guardando Bob rotolarsi nel prato.
"Io si, e sei stata davvero brava. Complimenti!"
Mi scappa una domanda di troppo e quando me ne accorgo prendo e me ne vado: "Baci tutte le tue alunne?"
Mi guarda sconcertato e spaesato. Forse l'ho messo in imbarazzo.
Devo inventarmi qualcosa, subito.
"Scusami, io non volevo, beh ecco... Devo andare."
Percorro tutto il viale di casa sua quasi correndo.
Cambio idea e mi metto a correre per tutta la via fino ad arrivare in camera mia.

Sento bussare.
"Pa' non ora, sto studiando."
Nessuna risposta.
Altri colpi sulla porta. Mi sto seriamente spaventando così mi metto a temperare la punta alla matita, mi avvicino alla porta a passo felpato.
Una matita è l'unico oggetto che forse poteva salvarmi.
Una matita, ah.
La tengo stretta come un coltello e appena arrivo verso la porta la apro velocemente e faccio qualche passo indietro dallo sconcerto.
C'era una persona.
C'era David.
La matita mi cade dalle mani. "Cosa ci fai qua?"
"E tu con una matita?" Inizia a ridere a crepapelle dandomi sui nervi così tanto che gli tirai uno spintone.
"Non prendermi in giro, è poco professionale."
Ci fu un attimo di silenzio e poi iniziamo a ridere tutti e due.
Lo faccio accomodare in camera mia.
"Come mai sei qua?"
"Beh, ecco prima te ne sei andata correndo."
Si alza lentamente dal letto e si avvicina alla mia scrivania, dove c'ero io.
"Tu devi sapere che io non tratto tutte così."
Il suo tono è cambiato, sembra davvero sincero. "Non dovrebbe andare così perché io sono il tuo professore e tu sei la mia alunna.
Potrei perdere il posto di lavoro se venissi scoperto."
Mi sfiora la guancia con un dito lasciando a sua volta una scia di brividi.
"Fortunatamente il mio contratto scade venerdì."
Mi guardò negli occhi.
Sono rimasta senza parole, e lui sembra averlo capito. Forse è solo questo il suo intento.
"Ho sentito parlare della festa di sabato, sarei più che onorato di averti al mio fianco."
Mi lasciò un bacio all'angolo della bocca prima di andarsene e lasciarmi di nuovo da sola.
Cosa faccio ora?

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 07, 2017 ⏰

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