||Capitolo 17||

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Eris continuava a camminare, non sapeva dove, proseguiva senza una meta, poi però divenne buio, era notte. In quel momento fu un po' spaventata, dove avrebbe dormito? Lì vicino vide una panchina accanto ad un lampione, così si sdraiò su di essa con lo zaino usato come cuscino e prima di dormire mangiò una merendina che si era portata dietro. Nel frattempo guardava le stelle, era stupendo. Una di quelle stelle per lei raffigurava Leonardo, era quella più luminosa. Pensava a quanto sia cambiata la sua vita da quando se ne sia andato, quanto i rapporti con le persone a lei care siano cambiati. I suoi genitori, Harry, un ragazzo che la prendeva in giro e poi si è scoperto che la amava. Insomma, successe tutto così in fretta...

26 marzo 2016 - ore 06:34
Eris si svegliò a causa della luce del sole appena sorto. Senza neanche avere il tempo di aprire gli occhi e schiarirsi la vista, si ritrovò una persona davanti che la fissava. Si strofinò un po' gli occhi e gli guardò in faccia. Non poteva crederci. Era Leonardo.

Eris: Oh mio dio, non ci posso credere, oddio....

Si mise a piangere. Leonardo la prese e la abbracciò forte dicendole...
"Eris, tesoro, non piangere, ci sono qui io adesso, tranquilla"
Poco dopo Leo svanì improvvisamente. Dopo di che, Eris si svegliò per davvero. Sì, era un sogno. Al risveglio, quando si accorse che era tutto un sogno, rannicchiò le gambe verso di lei e mise giù la testa piangendo. Dopo qualche minuto si alzò, si asciugò gli occhi con una mano, prese il suo zaino e riprese a camminare quando una sirena della polizia interruppe la sua quiete. Di scatto si girò e vide una macchina della polizia sfrecciare verso di lei. Si fermò a pochi metri da lei, le portiere si aprirono, da una parte uscì un poliziotto e dall'altra sua madre che le corse incontro abbracciandola.

Mamma: Eris, ma dov'eri finita, mio dio, ero preoccupatissima, cosa ti salta in mente!! Uscire di casa da sola, senza dire niente! Ora vieni torniamo a casa *la prende per il polso*
Eris: Mollami mamma. Io non voglio tornare a casa.
Mamma: Ma che stai dicendo Eris? Vieni subito a casa!
Eris: Cosa ci torno a fare a casa se sono sempre da sola eh? Per fortuna che ho dei soldi, se no per tutto il tempo che siete stati via sarei morta di fame! A voi non importa niente di me, siete sempre via per lavoro che poi che significa? Dovete andarvene a fare una vacanza, per lavoro? Sì, certo, ora vattene, voglio farmi una vita da sola.
Mamma: Eris ma che stai dicendo! Una vita da sola? Hai a mala pena 17 anni, hai con te solo uno zaino con un po' di soldi e cibo, cosa pensi di fare? E poi sappi che non ti permetterei mai di "vivere" fuori casa e da sola, sicuramente non alla tua etá! Ora vieni a casa, dobbiamo fare i conti anche con tuo padre! *la strattona per un braccio*

Eris fu riportata a casa contro la sua volontà purtroppo. Guardando fuori dal finestrino le scendevano le lacrime. Era stufa di tutto questo, di queste persone, della sua vita. Tutto ciò che poteva fare era scappare di casa ma ora non può fare nemmeno quello. Si sentiva imprigionata, si sentiva morta dentro, si sentiva come se tutto dovesse solo finire e niente di più. Come se il mondo non fosse più adatto a lei. Appena arrivarono a casa, lei senza esitare, corse in camera sua e chiuse a chiave. Si mise seduta sul letto rannicchiata in se stessa, voleva piangere e sfogarsi, ma non lo fece. Era stufa di versare lacrime. Era stufa di sentirsi sempre così debole e sensibile. Allora questo la portò a fare una cosa orribile, che faceva due anni prima ma che poi smise di fare, ora però stava ricominciando. Sì. Aprì quel cassetto e prese quella piccola arma che può anche uccidere una persona volendo, quella piccola lametta ancora sporca del suo stesso sangue. La afferrò tra le dita tremando, si tirò su la manica della felpa e senza aspettare un secondo di più, se la conficcò dritta nel polso e la trascinò fino all'altro lato spingendola in profondità. Non ce la fece più così per il male, incominciò a piangere. Non la smetteva più, continuava a tagliarsi, continuava a conficcarsela in ogni punto del braccio, stava perdendo troppo sangue, così svenne tutto di un tratto e cadde a terra con il braccio disteso. Sua madre pochi minuti dopo la chiamava ma non rispondeva, tentava di aprire la porta ma era chiusa a chiave così preoccupata prese le chiavi di scorta e aprì, appena la trovò a terra urlò a suo padre di venire, la prese in braccio e la portarono subito all'ospedale. Sua madre piangeva. Appena arrivarono fu portata subito nel reparto cure intensive dove le medicarono il braccio e per la ferita più grande le misero addirittura i punti. Dopo qualche ora fu portata in una stanza dove sarebbe dovuta stare per qualche giorno. I suoi genitori, amareggiati per ciò che è successo, sedevano lì vicino a lei. Stavano male, forse peggio di lei. Un momento dopo, Eris aprì gli occhi e si guardò intorno.

Eris: Dove sono?
Papà: In ospedale Eris. Ora stai bene per fortuna.
Eris: Che è successo? Non ricordo nulla...
Mamma: Non ci va di parlarne adesso Eris, una cosa che non ci aspettavamo tu facessi, tutto qui. Dovrai restare qua per 5 giorni per riprenderti. Ora andiamo un attimo dal dottore a chiedere una cosa, aspettaci un attimo.

Eris pensò: "Ma vaffanculo, lo so bene che è successo, volevo vedere se avevate le palle di dirmelo. Fottetevi."

27 marzo
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30 marzo
31 marzo

Finalmente Eris tornò a casa. Appena arrivò, vide i suoi genitori che non parlavano, come se fossero....delusi. Lei andò a vedere in camera sua e vide che c'era una piccola macchia di sangue sul pavimento. E guardandola, prese una decisione....

Riesci a vedermi? || Leonardo DecarliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora