-Capitolo 16-

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Eris: È da mesi che sta succedendo una cosa strana qua in camera mia. Sì, strana, ma che mi fa stare incredibilmente bene. E più che una cosa, è una persona.
Harry: Cosa intendi dire?
Eris: Beh vedi...

No ti prego Eris, non lo fare.

Eris: Io mesi fa ho iniziato a parlare ad una videocamera, immaginandomi che fosse Leonardo. Leonardo Decarli.
Harry: Ah, il ragazzo che è morto a novembre?
Eris: Sí. Lui. Parlavo con lui perchè era l'unico che mi rimaneva. Continuavo a parlarci, tutti i giorni, non smettevo mai, a volte saltavo pure la scuola quando i miei erano fuori casa. Un giorno poi, mi iniziò a girare la testa, iniziai a vedere tutto sfocato e caddi. Davanti a me vidi come una sagoma che stava sulla porta. Da quel momento, rimasi priva di sensi per ore. Quando mi svegliai, ricordai poco di quello che successe. Ma qualche giorno dopo mi venne come un'illuminazione. La sagoma era Leonardo, era venuto per me.
Harry: Hahahah, ma Eris, per favore ma di cosa stai parlando? Perchè mi stai raccontando tutte queste menzogne? Nessuno crederebbe mai a un racconto simile dai.
Eris: Harry non sto scherzando! Perchè dovrei mentirti su una storia così? È tutto vero, te lo sto dicendo con le lacrime agli occhi, ti prego devi credermi.
Harry: Eris, ma è una storia assurda e completamente surreale! Nel senso, una cosa del genere non potrebbe mai capitare! Sono venuto qui per sentirmi tutte queste cazzate secondo te?
Eris: Ma è tutto vero! Ha anche mandato dei messaggi attraverso dei foglietti, te li faccio vedere!
Harry alzò gli occhi al cielo e nel frattempo Eris prese i foglietti e glieli mostrò.
Eris: Ecco leggi, questi li ha scritti lui e non so come, me li ha mandati qua a casa.
Harry li guardò un attimo come se stesse per convincersi ma poi si mise a ridere buttandoli a terra.
Harry: Eris, se dovevi inventarti una storia, almeno la prossima volta, pensane una realistica e più convincente.
Si alzò e senza neanche salutare, andò via. Eris si sedette per terra a piangere, dopo di che si alzò e raccolse tutti i foglietti. Li rimise nel cassetto sotto un quaderno. Era affranta dal comportamento da egoista di Harry. Poco dopo però, si sentì la porta aprirsi. Erano i suoi genitori. Eris non voleva vederli, era arrabbiata, triste, distrutta. Non sapeva più come fare, voleva andare da Leonardo. Prese due panini, una bottiglietta d'acqua, mise tutto in uno zaino, aprì la finestra e scese di sotto. Voleva andarsene. Odiava i suoi genitori che non c'erano mai, odiava i poliziotti che l'avevano messa nei guai, odiava Harry che dimostrò di essere solo un egoista e un presuntuoso. Odiava tutto e tutti. Non aveva più nessuno ormai. Era sola. Mentre camminava sul vialetto, si ricordò di una cosa che lasciò a casa. La videocamera. Era l'oggetto più importante della sua vita, non poteva lasciarla lì. Tornò di corsa, sgattaiolò su dall'albero vicino alla sua finestra, entrò, prese velocemente la videocamera e scese. Non sapeva cosa fare, non sapeva dove andare. In tasca aveva solo i 50€ che le diedero i suoi genitori. Camminava guardando per terra, con le cuffie nelle orecchie. Non voleva incrociare lo sguardo di nessuno.

Andò avanti per quasi un'ora dopo di che trovò un piccolo bar che le sembrava carino, così si fermò a bere qualcosa

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Andò avanti per quasi un'ora dopo di che trovò un piccolo bar che le sembrava carino, così si fermò a bere qualcosa. Prese un the freddo al limone. Forse lei faceva parte di quell'1% di persone che preferiva il limone alla pesca. Poco dopo, riprese a camminare. Non sapeva dove stava andando. Lei andava dove le diceva il cuore, seguiva se stessa e la sua anima. Si sentiva bene a camminare da sola, così, senza troppi pensieri e senza persone attorno. Le sembrava quasi di avere Leo accanto. I problemi e la rabbia stavano svanendo dalla sua mente. Forse aveva proprio bisogno di uscire un po' invece che stare sempre chiusa in camera sua. Mentre proseguiva, si fermò, alzò la testa verso il cielo e lo osservò con attrazione. Il sole stava tramontando, quindi esso aveva un colore che andava dal giallo all'arancione. E c'era anche qualche nuvola qua e la. Si sentiva bene e soprattutto libera.

Riesci a vedermi? || Leonardo DecarliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora