"Gioca con me"

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Non aveva mai compreso a fondo il motivo per cui, anche d'estate, il cielo dovesse annuvolarsi così velocemente e far scoppiare violenti temporali. Lo trovava ingiusto, si era impegnata così tanto per curare ogni piccolo dettaglio del suo giardino.

Cecilia rimase incollata alla porta a vetri che si affacciava sul retro, con indosso la solita tenuta di stagione, una semplice vestaglia a fiori azzurrina, tenendosi salda al suo fidato bastone. Voleva assolutamente accertarsi che tutti i suoi sforzi non fluissero via con la pioggia.

Sullo steccato che fungeva da recinzione, aveva incorniciato il giardino con tantissime rose rampicanti, che sbucavano dalla distesa di prato inglese. E, considerando quanto fosse pignola, era riuscita a far germogliare in pochissimo tempo delle meravigliose piante di peonie e gelsomino, che si erano infiltrate in ogni fessura della staccionata. Aveva persino adornato il tavolino di vetro, posizionato al centro, con piccoli vasi di ortensie e lobelie.

Da qualche tempo, i fiori erano diventati la sua passione. Trascorreva la maggior parte del tempo da sola, perciò pensava fosse necessario trovare un bel passatempo a cui dedicare gli ultimi anni che le rimanevano da vivere. Anche sua figlia era un'amante della natura, e quando raccontava ai suoi bambini la storia di ogni piantina che abitava il giardino della nonna, Cecilia ne rimaneva incantata.

Lasciando da parte i suoi pensieri, si accorse che il temporale era durato appena una decina di minuti, ma sapeva che le sue creature avevano ugualmente sofferto a causa della violenza della perturbazione.

Non esitando un minuto in più, spalancò la porta, e percorse l'intero confine controllando che ogni foglia ed ogni petalo non avesse subito danni. Nulla era stato maltrattato. Sospirando dal sollievo e sentendo l'aria fresca solleticarle il naso rugoso, decise di sedersi su una delle sedie che aveva disposto attorno al tavolino. Le sue gambe non potevano permettersi di restare in piedi troppo a lungo, e in ogni caso doveva assicurarsi che anche le ortensie e le lobelie fossero salve.

Portando la sedia più vicina, e cercando di asciugarne la seduta, vide che due rametti erano stati recisi. I fiorellini spezzati giacevano sulla lastra di vetro, e Cecilia sentì una piccola morsa al cuore. Non poteva sopportare che anche uno dei suoi piccoli soffrisse.

Accarezzando i petali rosati con le esili dita tremolanti, scorse attraverso la base trasparente l'immensa collezione di sassi che aveva riposto nel cassetto al di sotto del tavolo, così da poter essere sempre in bella vista.

Non poté far altro che sorridere, e il viso solcato dalle pieghe del tempo sembrò risplendere di luce propria.

Ricordava come quella raccolta di sassi e pietre fossero la testimonianza di una vita piena di sacrifici, insegnamenti, di una vita in cui aveva appreso tanto, e anche quando la memoria sarebbe venuta meno, quei sassi le avrebbero rammentato le tappe fondamentali della sua esistenza. Erano tutti diversi, nella forma, colore e dimensione, e spesso pensava che avrebbe potuto scriverne la storia nel suo testamento. In fondo, era tutto ciò che aveva.

Ogni sasso possedeva qualcosa di unico e speciale, un ricordo importante. Eppure, era legata in particolar modo ad uno di questi: piccolo e piatto, che portava sempre con sé, e riponeva nel portagioie del suo comodino prima di addormentarsi. Un semplicissimo sassolino di strada, che fu il primo della smisurata collezione.

Come un rituale che eseguiva ogni giorno, appoggiò il bastone sul bracciolo della sedia, e portando indietro i capelli riccioluti di un colore grigio poco definito, tirò fuori dal taschino della vestaglia il primo ricordo, la piccola pietra che rigirò tra le dita e su cui posò le labbra sottili e screpolate.

Quel sassolino prese le sembianze di una sfera di cristallo, che invece di lasciar intravedere il futuro le stava facendo rivivere quel giorno del passato, in cui aveva soltanto sei anni. Aveva deciso di andare a giocare nel giardino della vecchia villa di famiglia con il suo amichetto e vicino di casa Alberto.

Concorso "LE FARFALLE"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora