Il processo (parte 2)

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P.O.V. LEV

Marcus Klint, colui che ci rovinò la vita più volte, colui che odia Iris per un motivo che nemmeno noi conosciamo, colui che ora la lascerà in pace per una volta per tutte era lì, davanti a me, con quel suo solito sorrisetto  trionfante e beffardo allo stesso tempo.
I suoi occhi contornati da occhiaie guizzavano da me a lei in pochi millisecondi.
Il giudice entrò nella stanza e prese posto sistemandosi gli occhiali dalla sottile montatura.
- Oggi si terrà il processo di Marcus Klint, accusato di rapimento e tentato omicidio a Iris Carolina in Ackerman ora, porgetemi i rapporti degli avvenimenti - annunciò il giudice.
Un soldato della gendarmeria gli porse le due cartelle.
Passarono dieci minuti, in cui il giudice analizzò attentamente il contenuto dei rapporti.
Dopo averle chiuse puntò il suo sguardo verso di noi e dopo averci fatto recitare il giuramento di dire la verità iniziò a porci delle domande.
- Levi Ackerman! -
- Si Signor. Giudice! -
- Lei mi conferma che la aggressione, avvenuta nella città di Trost, ha portato alla morte del bambino che sua moglie portava in grembo? -
Questa domanda mi spiazzò.
Il rapporto lo scrisse Iris ma non pensavo avesse scritto quel dettaglio, in effetti decidemmo di non renderla pubblica.
- Allora Signor. Ackerman?! -
- ...Si, Signor. Giudice...è vero...- un coro di mormorii si alzò tra i soldati della gendarmeria.
Il giudice proseguì - Lo conferma anche lei, Signora Ackerman? -
La guardai, aveva uno sguardo cupo ma sosteneva quello del giudice.
- ...Si confermo il tutto! -
Altri mormorii animarono la sala.
- Bene ora il comandante del corpo di gendarmeria esporrà alcune domande! - concluse il giudice sistemandosi sulla sedia.
Il Comandante Neil Doak tirò fuori da dietro la sua schiena delle scartoffie con segnate delle note.
Non mi è mai piaciuto quel tipo porta solamente guai.
- Signor. Giudice le mie prime domande sono per l'imputato - dopo un accenno del giudice riprese.

Dopo una quindicina di minuti il giudice ordinò una pausa generale per rivedere le prove raccolte dalle domande poste.
L'aula si svuotò e tutti i presenti si posizionarono nel corridoio, noi compresi.
Mi appoggiai a una parete mentre Iris sistemava una piccola ciocca bionda sfuggita al suo chinion.
- Quindi l'avevi scritto nel rapporto...- iniziai.
- Già...scusa...se non ti ho avvertito...-
Portai una mano al suo viso.
- Ti vedo pallida - confermai.
- Sarà a causa della situazione...- disse spostandomi una ciocca di capelli corvini.

Il processo riprese con un'altra domanda di Doak.
- Signor. Klint - iniziò avvicinandosi al tavolo che si trovava davanti all'imputato per poi appoggiarvici un oggetto avvolto in un piccolo telo - lei conferma che questo è il pugnale con il quale ha aggredito Iris Ackerman?! - concluse muovendo la stoffa per mostrarlo a tutti.
Eccolo li, quel pugnale lungo quasi due spanne, con la lama seghettata e l'impugnatura di legno.
Lui si avvicinò all'oggetto con un ghigno trionfante.
- Ma certo, come dimenticare questo mio piccolo giocattolino? E come dimenticare il dolce suono che si è propagato nel mio braccio quando ha attraversato la sua carne?! -
Mi stavo trattenendo a stento dal saltargli addosso.
- Signora Ackerman, le pregerei di mostrare alla corte la cicatrice che le è rimasta a causa di quell'arma - le chiese cortesemente il giudice.
Le misi una mano sulla spalla.
- Si, Signor. Giudice! - si posizionò davanti al giudice rivolta a noi, alzò un lato della maglietta ma ad un certo punto si bloccò.
- Ma che...- disse con in un sussurro.
Con le mani leggermente tremanti alzò del tutto la camicia.
Quello che vedemmo ci sconvolse tutti: la cicatrice aveva una alone violaceo che si diramava leggermente intorno al suo corpo.
Eravamo tutti scioccati ma solo uno rideva a squarcia gola, lui, Marcus Klint.
- Si! Si! Eccola li, la mia piccola creatura che è rimasta addormentata nel tuo corpo fino a poco tempo fa! - stavo per perdere le staffe ma lui riprese a parlare - Gocce dorate di cibo reale, latte di occhi piccoli e allungati e succo del fiore che del sangue si nutre per diventare color dell'amore ...mischiali bene e non morirai per quel veleno! Addio! -

Eravamo tutti all'esterno io sostenevo Iris, era scoppiato un incendio nel bel mezzo del processo ed eravamo stati costretti ad evacuare, ora di Marcus Klint ne rimane solo un mucchio di cenere.
Iris era pallida come un cadavere e si reggeva a fatica.
Quell'indovinello mi risuonava nella mente, ma perché la disprezzava così tanto? Cosa gli avrà mai fatto Iris per farsi odiare così tanto?


Angolino per me:
Ok ecco il finale de "Il Processo"

Ringrazio AngyTuretta per aver votato a favore di ogni singolo capitolo della mia storia!

Un bacio a tutti
Flame❤️

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