The Fault Is A Bullshit

143 4 0
                                    


-Certo che la Jefferson è proprio una stronza- commentò Hayes.

-Andiamo, Hayes... Quando è stata l'ultima volta che hai fatto i compiti di matematica?- gli domandò retorica Camille.

Hayes aveva appena preso una D dalla professoressa di matematica che, per l'ennesima volta, l'aveva beccato impreparato e senza compiti svolti.

-Non me lo ricordo nemmeno!- rispose il ragazzo.

-Appunto!- ribatté la riccia.

In quel momento arrivò Madison.

-Che ti è successo, Hayes?- domandò.

-Quella di matematica mi ha dato D perché non ho saputo rispondere alle sue stupide domande-.

-Dovresti iniziare a impegnarti di più: la scuola sta per finire e dovrai frequentare i corsi estivi se non recuperi in fretta- gli disse la bionda, prendendolo sottobraccio e iniziando a camminare verso l'uscita della scuola, in cui erano ammassati tutti gli studenti.

-Vuoi venire da me oggi pomeriggio? Ci saranno anche Camille e Amber... Facciamo i compiti, potremmo aiutarti-.

-Oggi non posso, mi spiace. Tuo fratello e gli altri sono a casa nostra- spiegò Hayes, passandosi una mano nei capelli -e ogni volta che vengo da te per fare i compiti finiamo per ingozzarci di cibo, senza concludere niente per la scuola-.

-Perché a casa tua concludi di più?- domandò divertita Camille.

-In realtà no... Decisamente no-.

-Dove diavolo è Amber?- sbottò Madison guardando l'orologio, visto che la scuola era terminata da otto minuti precisi e l'amica non si decideva ad arrivare.

-Eccomi!-.

Amber spuntò alle loro spalle, tenendo per mano Jack.

-Bene, allora possiamo andare... Ciao Hayes, ciao Jack!-.

Le tre ragazze raggiunsero la macchina e arrivarono a casa Espinosa.

-Come va con Cameron?- chiese Amber a Mad.

Madison non amava parlare di sé o dei suoi sentimenti, soprattutto perché spesso faceva fatica a dimostrare di averne. Quando suo padre se n'era andato aveva sofferto tanto, forse troppo per una bambina di undici anni. Da quel momento aveva indossato una corazza, per evitare di sentirsi così a fondo un'altra volta, per evitare di star male di nuovo. Ma con Amber e Camille sapeva di non aver bisogno di quella corazza, sapeva di potersi fidare.

-Non lo so... Da un lato adoro il fatto che lui mi piaccia. Cioè... Lo sapete anche voi come vanno le cose quando sei cotta di qualcuno, è tutto più divertente. Basta un sorriso, o anche solo... Solo uno sguardo per rendermi la giornata migliore. Dall'altro lato, invece, incomincio a odiare questa situazione... Alla fine per lui rimarrò sempre la piccola Espinosa, la sorella del suo migliore amico. Devo tenere duro ancora qualche mese, poi lui andrà al college e mi passerà tutto-.

-Proprio perché lui andrà al college tra poco dovresti darti una mossa... Il destino ti ha già aiutata facendolo bocciare l'anno scorso, così lo hai avuto vicino per un altro anno. Io credo che dovresti dichiararti, o almeno fargli capire che per lui provi qualcosa- disse Camille, muovendo freneticamente le mani, come ogni volta che faceva un discorso serio.

-Il destino è una stronzata, Camille. Ma, visto che tu ci credi tanto, se fosse stato destino sarebbe già successo qualcosa con Cameron, non credi?-.

-Il destino non deve diventare la scusa per smettere di vivere. Non puoi di certo stare tutta la vita chiusa in casa, sdraiata sul divano, aspettando che magicamente che il destino agisca- intervenne Amber.

My Happiness||Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora