DUE

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-Eccoci arrivati-
La nostra nuova casa è bianca con il tetto marrone, entro e la porta cigola, la mia camera ha un ampia finestra sul mare, è bellissima. Un enorme armadio a due ante di legno chiaro alla mia sinistra e un piccolo bagno dall'altra parte con le pareti lilla. Mi piace... Forse alla fine non sarà così male.  Siamo sulla costa: si possono vedere le onde che s'infrangono contro gli scogli, surfisti che volteggiano nel mare ridendo e sfidandosi,  ragazze su una sabbia bianchissima a prendere il sole. E' così bello, sembra che niente possa togliere quei sorrisi dai loro volti. Appoggio la mia valigia accanto al letto, con una coperta bianca sopra. -Perché non scendi anche tu Scarlett?- -Okay-.

Vado verso la spiaggia e mi siedo su una roccia vicino alla riva, guardo qualche gabbiano volare. Non so' come fare ma ci proverò...nuova città, nuovo inizio no? Mia madre è positiva, con i suoi capelli neri sempre in ordine ed il suo fisico che dimostra dieci anni in meno degli effettivi, crede che qui sarà tutto diverso ma io la tristezza nei suoi occhi la noto. Spero solo che riesca a trovare qualcuno che le faccia tornare un sorriso vero. Resto ferma a guardare le persone nuotare e divertirsi, non so se potrò mai davvero inserirmi in questo luogo o in un qualunque altro. I miei poteri sono la mia forza, fanno parte di me, più di quanto io stessa mi accorga, non voglio descriverli come qualcosa di cui vorrei liberarmi perché non è così...assolutamente. Ma sono anche il mio tormento, il mio segreto più irrivelabile. 

Credo che ognuno nasca per un motivo, io devo solo capire qual è il mio. 

C'è una ragazza seduta da sola come me a guardare i surfisti, va bene buttati.                       -Hey ciao, mi chiamo Scarlett, sono nuova di qui- non mi risponde, forse è indecisa, penso non sappia se rivolgermi la parola o andarsene; ha lunghi capelli rossi e grandi occhi marroni. -Ciao sono Scarlett, bella giornata vero? -ripeto, forse non mi ha sentito, alla fine volta la testa verso di me e mi risponde, -Si, sono Taylor... hai detto che sei nuova, non sembri americana da dove vieni?-dice  - Milano, Italia- -Forte... verrai alla James H. ?- -Si, anche tu sei del terzo anno?- - Già... Guarda, lo vedi quel ragazzo biondo in piedi sulla riva? E' il mio fidanzato, Jonathan; non è bellissimo?- Taylor inizia a ridere, ha una risata contagiosa e in un attimo anche io mi ritrovo a sorridere guardando quel ragazzo un po' scoordinato ma che tenacemente continua a provare di cavalcare le onde. Ci vede e inizia a venire verso di noi e appoggia la tavola sulla sabbia,  -Hey sono Jonathan, non ti ho mai vista in giro- - Sono Scarlett-  -E' italiana, non è fantastico? -esclama Taylor - Ottimo direi -. E' davvero simpatico ed in un attimo ci ritroviamo a parlare di come è bravo a fare surf e di quanto sia sentimentale e romantica Taylor; mi chiedono quali piatti italiani so cucinare e di come sono i ragazzi europei (cosa che interessa soprattutto alla mia nuova amica rossa).  Appena arriva il tramonto decidono di fare un ultimo bagno, -Ci stai?- mi chiede Taylor, corro a casa per mettermi un costume e li raggiungo. Dopo sono costretta a lasciarli con la promessa di rivederci a scuola l'indomani.

Ce l'ho fatta, primo giorno a San Diego e già due amici ...brava Scarlett!                                                   -Scarl entra dai e vai ad asciugarti, ti ho guardata dalla finestra sai, simpatici quei due ragazzi?- esclama mia madre ridendo, -Si molto, vuoi che chiami la pizzeria?- -ti cerco il numero- mi dice subito.                                                                                                                                                 La nostra casa è ancora senza una parte dell'arredamento, tra cui il tavolo in cucina, quindi ci sediamo sul mio letto e mentre mangiamo mia madre mi prende la mano e me la stringe forte sforzandosi di sorridere; ricambio la stretta promettendogli che andrà tutto bene. I mie pensieri sono diretti all'aereo che ci ha portate fino a qui, alla lunga fila di valigie che scorreva, al taxi giallo che abbiamo preso, ai due ragazzi appena conosciuti. Riuscirò a tenere nascosto il mio segreto e non dovremo più andarcene. Ci spero così tanto che il mio stomaco si contorce al pensiero di dover salir ancora di quota.  Questa volta sarà diverso, nessuno saprà niente, basta solo che mi controlli. 

"Sono in spiaggia, è tutto buio e non vedo altro se non una luce lontana, mi siedo su una roccia che mi è accanto, attorno a me non c'è nessuno. Un rumore improvviso, urla che lacerano il silenzio in cui ero. Mi alzo di scatto, sento il mio braccio sinistro bruciare sempre più, come se stesse prendendo fuoco, mi tiro su la manica della maglia e tre lunghe ferite mi attraversano la carne." 

Sotto la lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora