TRE

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E' il primo giorno di scuola, ho già messo la divisa, anche se mi sta un po' larga, davvero non capisco il motivo di dovermi vestire uguale a tutti gli altri: maglia rossa e gonna a scacchi, per non parlare poi delle calze che tirano e si rompono facilmente. Diciamocelo sono orrenda.

Mi arriccio leggermente i capelli, un velo di trucco e sono pronta. Non so come andrà forse sarà un disastro totale,  sbaglierò aula, non mi daranno i libri giusti o cadrò davanti a tutti, sarebbe proprio da me...Pensa positivo Scarlett, pensa positivo.

- Mamma io vado augurami buona fortuna! - -Buona fortuna amore-.

Appena arrivata vado subito in segreteria, mi danno l'orario delle lezioni e i libri. La scuola è  enorme: ci sono file di armadietti rossi su tutti i lati, ragazzi stravaganti con ciocche colorate e piercing, ragazze con l'aria stanca dopo una notte insonne si alternano ad altre che sembrano essere uscite da una rivista di Vogue. E' divertente vedere così tante persone diverse da come ero abituata a Milano, ma allo stesso tempo un po' strano.

In Italia i ragazzi sono principalmente atleti impegnati a farsi notare dagli altri o con un destino già programmato. Solo le ragazze non cambiano molto da quelle americane: anche a Milano sono sempre attente ai vestiti, al trucco e ai capelli, ma in fondo Milano è la città della moda e ci si aspetta stile anche dai singoli studenti. E' un po' come sentirsi obbligati a rivestire un ruolo,  sempre costretti a personificare un certo modo di essere ed apparire.

Sono in classe, ho matematica... si può iniziare una giornata con matematica ?! Dopo ho storia, entro e vedo Taylor che sta parlando con altre ragazze, mi vede anche lei e con la mano mi fa cenno di avvicinarmi, -Ragazze questa è Scarlett- esclama -Ciao sono Elen, belle le lenti anche se un po' inquietanti!- mi dice la ragazza alla mia destra,- Ehm sono veri- -Si okay, certo- afferma ridendo.    -Allora com'è il primo giorno di scuola in un altro Stato? - mi chiede Taylor dopo che le altre se ne sono andate,- Diverso...- affermo sospirando;  non sono mai stata così felice di essere brava in inglese come in questo momento, ci mancava solo di non sapere la lingua e di non riuscire a parlare con nessuno. - Ieri non te l'ho chiesto ma... sono davvero i tuoi occhi?- -Già ci sono nata- ( meglio che non gli dica che quello bianco è anche ceco),  -Bhe, anche quelli li possiamo definire diversi, dopo lo dico anche a Jonathan per evitare pessime gaffe- afferma stranita.  Con Taylor mi trovo bene, la lezione passa in un attimo fra battute sull'insegnante e pettegolezzi su tutti ragazzi della classe, ormai ho imparato tantissime cose sulla maggior parte delle  persone anche se non ci ho mai parlato.

All'ultima ora vedo Jonathan vicino alla porta che parla con una ragazza dai capelli biondi con le punte rosa, lei gli sta parlando mentre il ragazzo cerca di allontanarsi, sembra arrabbiato.      -Ciao Jonathan come va? - - Ah ciao Scarlett - -Si si addio!- dice la ragazza-Dai basta! Mila te ne vai ora?- la ragazza gira i tacchi lanciandomi un occhiataccia (perfetto). -Mi hai salvato, scusala sa essere davvero antipatica se vuole...- -Non preoccuparti, ma sicuro sia tutto okay con lei? Ti ricordi di Taylor? Capelli rossi ultra gelosa?- - Tutto okay- risponde ridendo -Va bene ... allora dove sono li distributori automatici?- 

A casa dopo aver raccontato la giornata a mia madre mi rintano in camera mia, mi metto gli auricolari, scorro sulla mia playlist e metto una canzone di Zayn, Dusk till dawn,  inizio a disegnare: i corridoi dove sono passata oggi a scuola, io che cammino con lo zaino sulle spalle e i libri in mano. Osservo la scena che ho ritratto, respiro e lascio che i miei poteri lo completino, mi si illuminano gli occhi per un istante poi li chiudo.


Sono già passate due settimane dal mio primo giorno, è andato tutto bene, sono un po' indietro con il programma ma si può recuperare, oggi partiremo per due giorni in campeggio. Sul pullman aspettiamo gli ultimi ritardatari, Taylor non è potuta venire, doveva recuperare degli esami e Jonathan ha le semifinali di football. Stiamo per partire finché con una spallata contro le portiere entra un ragazzo: non l'ho mai visto, ha gli occhi neri, con sopra un' indomata chioma di ricci. E' molto carino. Mi passa accanto e si siede due file dietro di me. Passano solo dieci minuti e ho già voglia di girarmi per guardarlo. Ascolta la musica e mi sta fissando: i suoi occhi così profondi mi stregano, sembrano scrutarmi dentro, tutto di lui mi appare familiare ma allo stesso tempo lontanissimo. Mi giro di nuovo avanti.  Arrivati vicino ad un lago ci fermiamo, siamo arrivati, -Forza ragazzi il bosco ci aspetta!- esclama il prof. di scienze, tra qualche lamentela  iniziamo a montare le tende, ci dividono ed io capito in un gruppo di due ragazze: una dalla pelle olivastra, muscolosa e con lunghe treccine l'altra è bionda e porta degli occhiali azzurri. Stanno litigando sulla divisione dei compiti, nessuna delle due vuole prendere la legna per il fuoco.           -Ciao mi chiamo Scarlett, sono in coppia con voi- la bionda trae un sospiro di sollievo                        -Benissimo, puoi andare tu a prendere la legna?- tutte e due si girano e iniziano a disporre i sacchi a pelo -Ehm si certo- a nessuna sembra che importi molto della mia risposta, continuano a lavorare senza voltarsi... Okay andiamo bene.  Il lago è limpido con piccoli sassi al posto della sabbia, inizio a raccogliere i rami più secchi che trovo. Mi manca casa mia, i miei amici... e anche mio padre, so che è sbagliato ma alla fine è sempre mio padre. Anche se mia madre lo odia, se ci ha provocato solo dolore e siamo dovute andare dall'altra parte del mondo per non vederlo più. Mi manca il suo modo di sorridermi, il suo odore di liquerizia e tabacco, mi manca quando tornava a casa con i croissant dicendomi che erano per la sua principessa; mi manca averlo vicino. Lui aveva sempre approvato i miei poteri dicendomi che ero unica, speciale. Mentre mi madre mi ha sempre nascosta.

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