CHAPTER 1

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NICOLE'S POV

Scappo senza sapere dove vado, le mie gambe fanno tutto da sole.
Scappo dalla mia vita, da tutta questa merda che mi circonda. Scappo dai miei problemi, anche se so che loro torneranno da me.
Scappo, magari così tutto finirà, ma chi lo può dire.
Scappare non risolve i problemi, al massimo ti permette di distrarti un pó di tempo, ma non per tutta la vita.
Corro, corro più veloce del vento con le lacrime negli occhi che continuano a scendere.
Corro con il vento gelido che soffia sulle mie guance tagliente come la lama di un coltello.
Ma in questo momento non me ne fotte un cazzo.
Sento qualcuno che mi chiama da lontano, ma no, questa volta non torno indietro.
Sono tornata indietro molte volte, ottenendo sempre gli stessi risultati. Commettendo sempre gli stessi errori.
Ho paura di fidarmi delle persone.
Arrivo al parco e mi butto atterra piangendo, cercando invano di soffocare qualche gemito senza risultati.
La pioggia si mischia con le mie lacrime lavando via ogni goccia di sangue che mi sporca le mani.
Io non ne posso più di questa vita, se si può chiamare tale.
La gente ti usa soltanto quando gli servi, ma quando tu hai bisogno di qualcuno stanno tutti zitti.
Fanno tutti finta che tu non esista, ne ho abbastanza di questa troia che tutti chiamano vita. Ti fotte quando meno te ne accorgi portandoti via pezzi sempre più grandi di te stesso.
Il vento soffia più insistemente, segno che sta per cominciare un temporale, ma io non ho la minima voglia di tornare a casa.
Abbasso lo sguardo sulle mie mani.
Le nocche sono spaccate e fatico a muovere la mano sinistra. Le braccia sono piene di lividi e graffi.
Lancio un occhiataccia al resto del corpo, che non è in condizioni migliori.
Cerco di stringere i pugni, ma sembra che mi stiano strappando la pelle.
Metto una mano sulla gamba sinistra.
Sangue denso e rosso che esce in modo incontrollato.
Scoppio a piangere più forte.
Perché tutto a me?
Perché non posso avere una vita normale come tutti gli altri?
Che cazzo ho fatto di male per meritarmi tutto ciò.
Strofino le mie mani sulla terra per cercare di bloccare il sangue.
Prendo il telefono.
78 chiamate perse da Mattia.
Brutto stronzo hai anche il coraggio di chiamarmi dopo avermi ridotta così?
Fanculo.
Cerco di alzarmi in piedi ma dopo poco tempo cado di nuovo atterra dopo aver sentito una fitta allucinante all'addome.
Guardo meglio la mia pelle.
È più bianca del solito.
Brutto segno.
Credo che morirò in questo modo, per mano di un bastardo che mi vuole morta.
Morirò in questo posto dove nessuno saprà mai della mia morte, al massimo mi daranno per scomparsa.
Spero che Mattia sia  felice ora, sto soffrendo in un modo allucinante come voleva lui, spero che duri poco e che muoia velocemente.
Chi lo avrebbe mai detto che sarei morta così.
Almeno qui non lascio nessuno.
Tanto chi vorrebbe essere amico di un disastro simile?
Sono solo usata come divertimento per gli altri.
Cerco di chiamare mio fratello ma non risponde.
<<Ti prego Lauro, rispondi>>
Impreco con un filo di voce.
<<Ti prego.>>
Continuo a sperare.
Mi gira molto la testa, sentivo che sto per scoppiare, ma devo resistere.
Comincio a vedere tutto sfocato e a non muovere i polsi.
Comincio a sentirmi rigida e a capire sempre meno ciò che sta succedendo e dove mi trovo.
Resisti Nicole, tra poco non soffrirà più, tutti questi anni passati a soffrire stanno per finire nel giro di pochi minuti, e tu scomparirai come la polvere, e nessuno se ne accorgerà.
Wow.
Non credevo che la morte fosse così.
Comincio a sentire i miei occhi troppo pesanti.
Cerco di mantenerli aperti ma sembra impossibile.
Lauro ti prego sbrigati,  non ce la faccio più a resistere.
Comincio a non sentire più i rumori che mi circondano, comincio a non sentire più la bellissima canzone che compongono le goccioline d'acqua a contatto con il mio corpo tremante per colpa della grossa quantità di sangue che sto perdendo.
Comincio a non sentire nemmeno più il bruciore delle ferite o delle mie povere ossa rotte.
Comincio a non sentire più i rumori che fa il vento muovendo le foglie.
Sento le mie forze lasciarmi andare via piano piano
Ormai sono sfinita, cerco di alzarmi un ultima volta, ma svengo accasciandomi atterra priva di sensi.

MIRKO'S POV

Un altra giornata di merda, mancano due giorni al primo noiosissimo giorno di scuola.
Ho appena cambiato città, non conosco nessuno.
Odiavo la mia vecchia città, era piena di ricordi da dimenticare.
Prendo il mio pacchetto di sigarette dal tavolo e esco a farmi un giro. Passo in un parco abbandonato e vado a sedermi in una panchina.
Fino a quando non noto una ragazza svenire davanti ai miei occhi.

Amare e Soffrire sono la stessa cosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora